COMUNICATO  STAMPA

 

Fiom. Cremaschi: “C’è una crisi di consenso alle politiche neo-liberiste”. Al Seminario di Napoli, si delinea l’analisi dei metalmeccanici Cgil sui fattori di crisi dell’industria italiana

 

“In tutta Europa c’è una crisi di consenso verso le politiche neo-liberiste.” Lo ha detto Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom e responsabile dell’ufficio sindacale, aprendo oggi a Napoli i lavori di un Seminario promosso dai metalmeccanici Cgil sul tema “Il lavoro al centro. Quali risposte alla crisi strutturale dell’economia italiana?”.

“Le politiche neo-liberiste – ha infatti affermato Cremaschi – da un lato non risolvono quei problemi sociali che, ovviamente, non si propongono di risolvere. Dall’altro, hanno ottenuto il risultato di aggravare tutti i preesistenti problemi economici, a partire da quello dell’occupazione. I governi che praticano queste politiche perdono quindi le elezioni indipendentemente dal fatto che si dichiarino di centrodestra o di centrosinistra.”

“Rispetto a una situazione economica difficile per tutti sul piano internazionale - ha poi spiegato Cremaschi - il nostro Paese si trova particolarmente svantaggiato perchè il Governo di centrodestra somma a politiche economiche neo-liberiste una sciagurata politica di riforma costituzionale, incentrata sulla cosiddetta devoluzione che renderà impossibile qualsiasi operazione di governo del nostro sistema produttivo.”

“E ciò è tanto più grave – ha proseguito Cremaschi - perchè nell’ambito di una generale crisi di competitività del nostro sistema-paese, si è venuta sviluppando, in questi anni una più specifica crisi dell’industria.”

Nell’analisi del dirigente Fiom sono cinque i fattori principali che hanno determinato tale processo.

Il primo è “la crisi del sistema della grande impresa”. Il secondo è costituito dalla “fine dell’esperienza delle imprese a partecipazione statale”. Il terzo è determinato dalla “concentrazione del sistema bancario sul piano nazionale”; concentrazione che ha a sua volta determinato una “sostanziale sparizione degli istituti di credito di minore dimensione a forte vocazione territoriale”. Il quarto “è la crisi conseguente dei sistemi dei distretti industriali”. Il quinto “è l’esaurirsi del ciclo degli investimenti volti a determinare innovazioni di processo e la contemporanea assenza di investimenti volti a realizzare innovazioni di prodotto”.

Su questi temi si sono sviluppate nel corso della giornata due tavole rotonde. Nella prima, si sono confrontati Emiliano Brancaccio (docente all’Università del Sannio), Antonio Lettieri (presidente del Centro Studi Internazionali), Cristiano Antonelli (docente all’Università di Torino) e Marcello Messori (docente universitario a Roma e presidente del Mefop).

Nel pomeriggio, a una seconda tavola rotonda hanno partecipato Riccardo Bellofiore (docente all’Università di Bergamo), Francesco Garibaldo (presidente dell’Istituto per il Lavoro della Regione Emilia-Romagna), Mario Bolognani (esperto di informatica) e Andrea Pezzoli (economista, dirigente dell’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato).

Domani, dopo una terza tavola rotonda, il Seminario sarà concluso dall’intervento di Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom-Cgil.

 

Fiom-Cgil/Ufficio stampa

Napoli, 30 marzo 2004