COMUNICATO STAMPA DELLA SEGRETERIA NAZIONALE FIOM

 

Segreteria nazionale Fiom: con la delega sulle pensioni i lavoratori in mobilità rischiano di restare in mezzo a una strada. Se la delega non viene ritirata è necessario lo sciopero generale.

 

Con la delega sulle pensioni non solo si colpiscono i diritti di tutti i lavoratori, ma si sconvolgono anche gli accordi sulla mobilità.

Nella delega pensionistica del governo è previsto infatti un comma aggiuntivo (l’art. 1 quinquies) che definisce condizioni capestro per i lavoratori posti in mobilità fino alla pensione.

Questi lavoratori potranno andare in pensione con le regole attuali solo se posti in mobilità entro il primo marzo del 2004. Tutti i lavoratori che eventualmente fossero posti in mobilità con accordi successivi a quella data incorrono nelle nuove regole in vigore dal 1° gennaio del 2008. Cioè potrebbero andare in pensione solo con 60 anni di età e 35 di contributi, o con 40 anni di contributi. Lavoratori poco più che cinquantenni posti in mobilità a partire dal 1° marzo 2004 non potrebbero dunque più raggiungere la pensione secondo le regole della legge Dini e quindi potrebbero scontare periodi di disoccupazione privi di qualsiasi reddito.

Per i lavoratori posti in mobilità entro il 1° marzo del 2004 c’è poi una clausola capestro. I lavoratori potranno accedere alla pensione dal 1° gennaio del 2008 con l’attuale normativa solo se all’interno del numero massimo di 10 mila. Dunque se un lavoratore posto in mobilità il 1° gennaio del 2004 dovesse raggiungere il requisito della pensione, ad esempio con 58 anni di età e 36 di contributi, il 1° gennaio del 2008, potrebbe effettivamente essere posto in quiescenza solo se rientrante all’interno del numero bloccato di 10 mila. Altrimenti tale lavoratore, se eccedente da tale numero, resterebbe in mezzo alla strada.

Questo gravissimo provvedimento, che rende ancora più iniqua una delega già profondamente iniqua, interviene pesantemente nei processi di ristrutturazione aziendale. Anche a causa di tale provvedimento la Fiom rinnova la richiesta di ritiro totale della delega pensionistica e ritiene indispensabile, ove ciò non avvenga, lo sciopero generale.

In ogni caso, a causa del rischio che i lavoratori posti in mobilità, si trovino a un certo punto senza mobilità e senza pensione, la Fiom ritiene che non possano più essere sottoscritte intese nei processi di ristrutturazione che utilizzino come ammortizzatore sociale la mobilità fino alla pensione.

La segreteria nazionale della Fiom darà quindi indicazioni in tale senso a tutte le proprie strutture impegnate nella gestione dei processi di ristrutturazione.

 

Fiom-Cgil/Ufficio stampa