COMUNICATO STAMPA
Salari. Cremaschi (Fiom): “L’aumento delle retribuzioni segnalato dall’Istat per il maggio 2004 è apparente. La realtà è la stagnazione o la perdita del potere d’acquisto” Giorgio
Cremaschi, segretario nazionale della Fiom-Cgil e responsabile
dell'Ufficio sindacale, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione. “L’Istituto
nazionale di statistica ha diffuso oggi i dati sulle retribuzioni
contrattuali di maggio. L’Istat presenta un aumento delle retribuzioni
contrattuali che in realtà è un dato parziale, contingente e,
purtroppo, destinato a rientrare se le cose non cambiano. L’incremento
delle retribuzioni del 3,3% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso
(ma solo del 2,7% se calcolato sull’intero anno) è determinato,
infatti, dalla scadenza degli aumenti di alcuni contratti nazionali le
cui prime tranches ricadono in questo periodo.” “Tutte
le altre categorie, tra cui i metalmeccanici, avrebbero un incremento
dei salari lordi pari solo al 2,4%. Tale incremento è sostanzialmente
uguale a quello dell’inflazione ufficiale e, cioè, ben al di sotto
dell’aumento dei prezzi effettivo che colpisce le famiglie dei
lavoratori.” “Siamo
quindi di fronte al persistere della stagnazione dei salari e della
perdita del potere d’acquisto per buona parte dei lavoratori, tra cui
tutti i metalmeccanici. Questo dato non è contraddetto dal fatto che le
categorie che hanno avuto il rinnovo dei contratti nel maggio del 2004
abbiano ricevuto un incremento delle retribuzioni che è momentaneamente
superiore ma è poi destinato, purtroppo, a essere riassorbito.” “Il
dato Istat conferma quindi, se ben interpretato, la necessità posta
dalla Fiom di una più forte copertura del salario da parte dei
contratti nazionali. Questo perché l’Istat si riferisce alle
retribuzioni orarie, omnicomprensive, e quindi anche a quanto i
lavoratori percepiscono in sede aziendale. È evidente che se la somma
di queste due voci non riesce neppure a tenere il passo con
l’inflazione, vuol dire che chi non fa la contrattazione aziendale
subisce una catastrofe rispetto ai propri salari. Per questo,
contrariamente a quello che pensano altri anche nel sindacato, è
proprio la sede del Contratto nazionale quella che deve essere
rafforzata se non si vogliono ulteriori ingiustizie e cadute delle
retribuzioni.” Fiom-Cgil/Ufficio
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