COMUNICATO  STAMPA

   

Sistema contrattuale. Cremaschi (Fiom): “No alle gabbie salariali, no all’inflazione programmata. I Contratti nazionali devono far crescere il salario reale”

Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom e responsabile dell’Ufficio sindacale, ha così commentato le più recenti dichiarazioni rilasciate da esponenti del Governo sul sistema contrattuale.

“Le posizioni del Governo sul sistema contrattuale, riportate oggi da vari organi di informazione, sono totalmente da respingere. Il ritorno alle gabbie salariali, esplicitamente auspicato dal Ministro e dal Sottosegretario al Lavoro, non è assolutamente accettabile.”

“D’altra parte, non è più possibile impostare la contrattazione nazionale avendo a riferimento l’inflazione programmata. Infatti, in questi anni l’inflazione programmata è servita solo a programmare la riduzione del potere d’acquisto dei salari. Essa va quindi totalmente abbandonata come riferimento, anche indiretto, delle richieste salariali.”

“I Contratti nazionali devono e dovranno, d’ora in poi, porsi l’obiettivo di far crescere il salario reale, cioè di recuperare, almeno in parte, quanto, negli ultimi anni, i lavoratori hanno perso in termini di potere d’acquisto. Secondo recenti ricerche, un operaio della Fiat ha perso, dal 2000 al 2003, ben 3.000 euro per quanto riguarda il potere d’acquisto della sua retribuzione. Per recuperare queste cifre, occorre che i contratti determinino aumenti salariali molto forti e uguali per tutti sul piano nazionale, l’opposto di quello che pensano il Governo e la Confindustria.”

“Alla Cisl e alla Uil ricordiamo che l’idea di ridurre il peso del Contratto nazionale, per avere più spazio per la contrattazione, non è nuova. La stessa argomentazione fu usata anche per sostenere la necessità di ridurre il peso della scala mobile. Ora quest’ultima è scomparsa, ma la contrattazione sul salario va sempre peggio.”

Fiom-Cgil/Ufficio stampa

   

Roma, 7 gennaio 2004