COMUNICATO STAMPAIndustria.
Cremaschi (Fiom): “Altri 16 mila posti persi nelle grandi imprese,
mentre il rapporto dell’Ilo boccia l’Italia. Siamo in serie A per la
ricchezza e precipitiamo in C per le condizioni di lavoro” Giorgio
Cremaschi, segretario nazionale e responsabile dell’Ufficio sindacale
della Fiom-Cgil, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione. “Altri 16 mila posti persi nella grande industria, e questo vuol dire altro degrado e altra insicurezza sul lavoro. Infatti, i posti persi non vengono sostituiti in alcun modo dal lavoro stabile, ma solo da disoccupazione e precariato. Questo è dimostrato, clamorosamente, anche da un rapporto dell’Organizzazione internazionale del lavoro che classifica i paesi in base alla sicurezza complessiva del lavoro. Il rapporto dell’organizzazione delle Nazioni Unite è giunto ad una conclusione che boccia duramente il nostro Paese.” “L’Italia è la settima potenza mondiale dal punto di vista della ricchezza prodotta, ma è solo la ventesima, preceduta da quasi tutti i paesi dell’Europa Occidentale, per quanto riguarda la sicurezza complessiva del lavoro. Siamo addirittura al trentaduesimo posto nella voce mercato del lavoro e al ventiquattresimo per quanto riguarda la sicurezza del reddito. Insomma, per quanto riguarda l’Italia il lavoro è indietro di molte posizioni rispetto a quella occupata complessivamente dal nostro Paese sul piano mondiale.” “Sottolineo che questi dati emergono prima ancora che la legge 30 e tutta la legislazione sul lavoro e sullo Stato sociale voluta dal governo Berlusconi producano per intero i loro effetti disastrosi. L’Italia, paese del G8, è in serie A dal punto di vista della ricchezza, ma in fondo alla serie B per le condizioni sociali del lavoro. Bisogna fermare subito questa deriva che, altrimenti, ci sta facendo precipitare in serie C.” “Per questo i lavoratori devono da subito cominciare a recuperare salario e diritti. Tutta l’iniziativa sindacale deve essere puntata alla redistribuzione a favore del lavoro della ricchezza e della sicurezza. Su questo bisognerà darsi da fare sul serio sin dai prossimi contratti.” Fiom-Cgil/Ufficio stampa Roma, 2 settembre 2004 |