COMUNICATO
STAMPA Contrattazione.
Cremaschi (Fiom): “Siamo favorevoli all’utilizzo della dimensione
territoriale per le imprese minori prive di Rsu. Per le altre, vale il
confronto aziendale”
Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom-Cgil e responsabile dell’Ufficio sindacale ha rilasciato oggi questa dichiarazione relativa alla proposta avanzata dal segretario generale della Uilm-Uil, Antonino Regazzi, sulla contrattazione territoriale. “Apprendiamo
dagli organi di informazione che la Uilm ha intenzione di proporre alle
altre organizzazioni sindacali dei metalmeccanici la contrattazione
territoriale come strumento per tutelare i lavoratori che oggi non
svolgono la contrattazione aziendale. Premesso che su questa materia una
discussione vera a livello nazionale non c’è sinora mai stata, è
utile precisare quanto la Fiom ha deciso anche con il suo ultimo
Congresso.” “Siamo
ovviamente consapevoli che solo una parte della categoria svolge la
contrattazione aziendale e questo problema va affrontato. Ciò va fatto,
tuttavia, con lo scopo di estendere il secondo livello di contrattazione
e non di sottrarre spazi e funzioni al Contratto nazionale, o di ridurre
quelli della contrattazione aziendale esistente. Per essere chiari,
siamo favorevoli alla contrattazione territoriale per le piccole e
piccolissime aziende sotto i 16 dipendenti, quelle nelle quali non è
attualmente prevista l’esistenza di Rsu che possano indire la
contrattazione integrativa. Siamo invece contrari a patti territoriali
che nei fatti - assorbendo sia funzioni dei Contratti nazionali, sia
funzioni dei contratti aziendali - finirebbero per portare la
contrattazione verso una forma di federalismo che la Fiom assolutamente
respinge.” “Apprezziamo il fatto che anche per la Uilm si ponga il problema di uscire da una serie di vincoli che hanno depresso i salari. Ma per la Fiom la via principale è quella del rafforzamento del Contratto nazionale, anche sul piano salariale. Siamo favorevoli a sperimentare vertenze territoriali per le piccolissime aziende, ma senza ledere il diritto che hanno tutte le Rsu di fare vertenze aziendali. Nella sostanza, per la Fiom si tratta di trovare lo strumento per estendere la contrattazione a quel mondo del lavoro che oggi non è sindacalizzato e che non ha diritti contrattuali pari agli altri. Le aziende che invece questi diritti ce li hanno, ma non hanno svolto contrattazione aziendale, sono un problema politico per il sindacato e non certo un problema di regole. Alla Fiat, infatti, è dal 1996 che non si rinnova l’accordo di gruppo e questo non è certo dovuto all’assenza di regole, ma a scelte dell’Azienda e a deficit di iniziativa del sindacato. Riteniamo dunque che i terreni sui quali si debba oggi costruire l’iniziativa contrattuale del sindacato siano, da un lato, le vertenze aziendali integrative, che dovranno essere generalizzate con tempestività, e, dall’altro, il rinnovo del prossimo biennio contrattuale che, per la Fiom, deve rappresentare l’occasione per un forte recupero e per l’incremento del potere d’acquisto di tutti i lavoratori metalmeccanici.”
Fiom-Cgil/Ufficio
stampa Roma, 1° luglio 2004 |