COMUNICATO  STAMPA

 

Contratto metalmeccanici. Fiom: “Se la trattativa con le associazioni delle imprese artigiane non riparte, prenderemo un’iniziativa nazionale di lotta”

 

“Quello che vogliamo fare con questa assemblea è inviare un messaggio chiaro alle nostre controparti: se non ci convocano per la riapertura delle trattative per il rinnovo del Contratto, o se queste trattative non dovessero avere un andamento positivo, noi prenderemo un’iniziativa nazionale di lotta nelle imprese metalmeccaniche artigiane.”

Lo ha detto Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom-Cgil, concludendo a Bologna i lavori dell’Assemblea nazionale dei delegati delle aziende artigiane.

In apertura dell’incontro, svoltosi stamane a Bologna presso la Camera del lavoro, Gianni Scaltriti, coordinatore Fiom del settore, ha ricordato la difficile situazione contrattuale in cui si inserisce l’attuale iniziativa dei metalmeccanici Cgil.

Il Contratto nazionale, che regola i rapporti di lavoro dei 400mila dipendenti dalle imprese metalmeccaniche artigiane, è scaduto il 30 giugno 2000 e, da allora, non è stato più rinnovato. Il 15 gennaio di quest’anno, Fim, Fiom, Uilm e le loro quattro controparti (Cga, Cna, Casa e Claai) hanno quindi siglato un accordo ponte  relativo però solo agli aumenti retributivi dovuti per i primi 21 mesi (1° luglio 2000-31 marzo 2002) dei 48 che dovrebbero costituire la vigenza del Contratto.

In tale accordo, ha ricordato ancora Scaltriti, le parti si sono impegnate a riprendere le trattative entro il corrente mese di marzo. Al di là di questo risultato, parzialmente positivo, nella Fiom c’è però una viva preoccupazione dovuto al quadro complessivo delle relazioni sindacali nel comparto metalmeccanico; un quadro determinato da allarmanti dichiarazioni governative (“il prossimo contratto sarà l’ultimo”), da ricorrenti voci di accordi separati nella trattativa con Federmeccanica e da comportamenti negativi delle controparti (come il gravissimo ritardo nel rinnovo del Contratto delle imprese artigiane).

“Dobbiamo spiegare ai lavoratori con chiarezza – ha quindi affermato Cremaschi – che oggi c’è il rischio concreto che quella decisiva fonte di diritti individuali e collettivi che è costituita dai Contratti nazionali sia messa radicalmente in discussione. La battaglia per rinnovare il Contratto nazionale del settore artigiano la faremo quindi con convinzione e determinazione perché non possiamo permetterci di perderlo.”

Nel suo intervento Carla Cantone, responsabile attività produttive nella segreteria confederale Cgil, aveva rilevato che l’accordo del 23 luglio 1993 prevede due livelli di contrattazione. “Fatta salva la priorità del primo livello, costituito dal contratto nazionale, noi – ha detto Cantone – non intendiamo rinunciare al secondo livello” che, nel caso del comparto artigiano, è costituito dalla contrattazione regionale. “Entrambi i livelli – ha concluso Cantone – vanno per noi mantenuti. Spetta poi alle categorie scegliere tempi, priorità e modalità per i rinnovi dei loro accordi.”

Fiom-Cgil/Ufficio stampa

Roma, 25 marzo 2003