COMUNICATO STAMPA

 

Industria/Sciopero 21 febbraio (2). Fiom: “Adesioni molto superiori agli iscritti alla nostra organizzazione. I metalmeccanici non si sono lasciati intimidire da Federmeccanica”

 

“Ancora una volta, le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici hanno risposto con slancio e generosità a un appello alla lotta lanciato dalla Cgil e dalla Fiom.” Lo ha dichiarato Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom-Cgil, commentando i dati sulla riuscita dello sciopero di 8 ore attuato oggi nelle imprese metalmeccaniche del nostro paese. Infatti, alle 4 ore di sciopero proclamate dalla Cgil per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei pubblici poteri sulla necessità di reagire al declino del sistema industriale, la Fiom ha aggiunto altre 4 ore proprio per sottolineare la gravità della crisi del settore metalmeccanico.

“In molte fabbriche significative – ha osservato Rinaldini – lo sciopero ha coinvolto la totalità o la stragrande maggioranza dei lavoratori. Quasi ovunque, le adesioni di lavoratrici e lavoratori alla nostra iniziativa di lotta hanno comunque superato in misura anche molto significativa la nostra forza organizzata. Questo dimostra, se ce ne fosse stato bisogno, che i metalmeccanici non si sono lasciati intimidire dalle assurde minacce di Federmeccanica.”

Particolarmente significativi i risultati in molte aziende medie e grandi collocate al Nord come al Centro e al Sud. Al 100% hanno scioperato la Teksid di Borgaretto (Torino), il Cantiere navale di Riva Trigoso (Genova), gli appalti collegati alla Fincantieri, la Stn e la De Poli a Venezia, le Oficine Stanga e le Fonderie Anselmi e Zen a Padova, la Arvin di Modena, gli appalti alla Montedison di Ferrara, l’Assist, la Ftm e la Site di Imola, la Celli di Forlì, la Tiselli di Cesena, la Valtellina e la Isedit di Rimini, la Coged a Lucca, la Sielte a Roma, la Itel e la Iti a Pomezia, la Fonderghisa, la Cmv e la Geomeccanica a Isernia, la Actaris, la Asub, la Lear (Caivano), la Gc e la Icmi di Napoli, la Silia di Caserta, la Bosch Sistemi Frenanti, il Nuovo Pignone e la Sirti a Bari.

Al 95% hanno scioperato la Iveco di Brescia, la Fincantieri di Porto Marghera, la Comer, la Tecnogas e la Interpum di Reggio Emilia, la Caprari, la Digetek e la Motovario di Modena, l’Acma e la Motori Minarelli di Bologna, la Forteq e la Imola Filo di Imola, la Fox Bompani di Ferrara, lo Zincaturificio Romagnolo di Rimini, la Sacim di Cesena, la Comesca di Firenze, la Trw di Livorno, la Rimor e la Imer International di Siena, la Fiat Alfa e la Fiat Avio a Pomigliano d’Arco e la Avis di Napoli, l’Automotive Systems e la Laminazione Sottile di Caserta, la Magneti Marelli di Bari.

Adesioni pari al 90% sono state registrate alla Bertone e nell’indotto Fiat a Torino, alla Lagostina e alla Bialetti di Verbania, alla Meritor di Novara, alla Acerbi, alla Cerutti e all’Ilva di Alessandria, alla Actaris e alla Retegamma di Asti, alla Gbs e la Toffac di Padova, alla Breda Fincantieri Arsenale, alla Dexion e alle Imprese di appalto del Petrolchimico a Venezia, alla Fincantieri e alla Eaton a Monfalcone, alla Sole Comina a Pordenone, alla Bertazzoni, alla Corghi e alla Fantuzzi Reggiane di Reggio Emilia, alla Rossi, alla Novi Raverberi, alla Lugli, alla Goldoni, alla Itm e alla Sitma di Modena, alla Gd, alla Breda Menarinibus, alla Casmatic, alla Demm e alla Lamborghini Auto di Bologna, alla Fava, alla For e alla Iria di Ferrara, alla Fira di Cesena, alla Verni & Fida di Rimini, alla Cisa, alla Galegnani e alla Marini di Ravenna, alla Siemens e alla Asso Pistoni di Pisa, alla Whirlpool di Siena, alla Porri Saeco di Arezzo, alla Merloni di Caserta, alle Officine Messina di Bari.

Altri dati relativi ad aziende in cui lo sciopero è stato spesso comunque superiore al 70%, sono reperibili sul sito web della Fiom nazionale (www.fiom.cgil.it).

 

Fiom-Cgil/Ufficio stampa

 

Roma, 21 febbraio 2003