COMUNICATO  STAMPA

 

Contratto metalmeccanici. Cremaschi (Fiom): “Fim e Uilm, per poter dire che i lavoratori approvano l’intesa separata del 7 maggio, hanno inventato il quorum a rovescio. Il caso della Merloni”

 

Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom-Cgil, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione.

“Per Fim e Uilm, chi tace acconsente. Per la “consultazione” che queste due organizzazioni dichiarano di condurre sull’accordo separato del 7 maggio, è stato inventato un concetto nuovissimo nel campo delle scienze elettorali: il quorum a rovescio. Tante più sono le persone che non partecipano al voto e non si pronunciano, tanto maggiore è il consenso. Può sembrare uno scherzo, e invece è realtà. Mentre il referendum per l’estensione dell’articolo 18 misura la durezza della legge del quorum, Fim e Uilm hanno trovato un modo per risolvere tutto: chi non partecipa viene considerato,  a priori,  d’accordo. Meno lavoratori votano sull’intesa separata del 7 maggio e  meglio è.”

“Una cosa di questo genere sta succedendo in diverse aziende italiane, da ultimo alla Merloni Elettrodomestici di Albacina, nelle Marche. Qui, a conclusione della “consultazione”, è stato affisso in bacheca, da Fim e Uilm, il verbale della votazione, che così testualmente recita:

Aventi diritto al voto 545

Presenti 493

Votanti 10

Contrari 10

Non partecipanti al voto 483

Perciò favorevoli 483”

“Di fronte a simili avvenimenti, non si sa se ridere o indignarsi. Resta il fatto che, in tutta Italia, alla “consultazione” di Fim e Uilm partecipa una ristretta minoranza degli iscritti a queste stesse organizzazioni; minoranza che spesso, peraltro, boccia l’intesa. Dopodiché, per quanto ciò possa apparire incredibile, i lavoratori che non hanno partecipato al voto vengono registrati come favorevoli. Laddove, invece, le Rsu indicono referendum che vengono poi effettuati in modo regolare, i dati sono ben diversi. E’ accaduto così alla Finsiel e alla Tsf di Roma e in altre aziende, tra cui, da ultima, la Trw di Livorno dove l’accordo del 7 maggio è stato respinto dal 74% dei 395 votanti.”

 

Fiom-Cgil/ Ufficio stampa

Roma, 23 giugno 2003