COMUNICATO  STAMPA

 

Contratto metalmeccanici. Fiom: i pre-contratti a quota 392, 75 mila i lavoratori interessati. Cremaschi: “Chiediamo a Fim e Uilm di non firmare nuove intese separate sugli orari”

 

Sono 392 gli accordi per i pre-contratti sinora registrati dalla Fiom nazionale, ben 60 in più rispetto al precedente aggiornamento del 26 novembre scorso. Questi pre-contratti coinvolgono 75 mila metalmeccanici in gran parte delle regioni italiane. L’Emilia-Romagna è la regione con il maggior numero di accordi, 202, ma molte intese sono state realizzate in Lombardia, Toscana e Piemonte. Dopo Marche, Liguria, Veneto e altre regioni, anche in Abruzzo é stato firmato il primo pre-contratto. L’ultimo arrivato è un accordo siglato in una delle più note aziende metalmeccaniche bolognesi, la Ducati Motor.

Aumentano anche le vertenze aperte che ora riguardano 2.046 aziende e coinvolgono sempre di più i grandi gruppi. Ormai, sono 500 mila i metalmeccanici coinvolti nelle vertenze pre-contrattuali. E’ importante sottolineare che l’apertura delle vertenze avviene dopo un referendum che, per essere considerato valido dalla Fiom-Cgil, deve vedere la partecipazione della maggioranza assoluta dei lavoratori presenti in azienda. I dati dei referendum indicano una partecipazione media attorno al 70 per cento, e un’adesione media alle piattaforme proposte al voto superiore al 90 per cento dei votanti. Si può quindi concludere che la maggioranza assoluta dei dipendenti delle aziende coinvolte nei pre-contratti abbia espresso la propria condivisione delle piattaforme presentate.

Gli accordi incrementano il salario dei lavoratori fino a 125 euro mensili al terzo livello. Importantissime sono le clausole normative che riducono la precarietà del lavoro, mettono forti limiti all’utilizzo della legge 30 e garantiscono gli orari di lavoro settimanali.

Su quest’ultimo tema, commentando i dati, si è soffermato Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom e responsabile dell’Ufficio sindacale.

“Il grande successo dei pre-contratti - ha detto Cremaschi - non è dovuto solo al grande bisogno di salario dei lavoratori, ma anche alla loro crescente preoccupazione rispetto alla precarietà e agli orari di lavoro.”

“Su questa materia - ha spiegato Cremaschi - la Federmeccanica ha convocato, per lunedì 22 dicembre, un incontro in applicazione dell’intesa separata del 7 maggio scorso. Tale intesa prevede, infatti, la possibilità di un accordo di armonizzazione rispetto alle nuove normative di legge previste dal decreto 66. La Fiom non parteciperà all’incontro, visto che non riconosce l’intesa separata, ma lancia lo stesso un grave allarme per il rischio di vedere stravolti gli orari di lavoro dei metalmeccanici. Il Contratto di lavoro del luglio 1999 è chiaro: l’orario settimanale dei lavoratori è di 40 ore, dopo le quali comincia lo straordinario. La flessibilità degli orari è prevista solo per casi particolari e previo accordo con le Rsu. Noi intendiamo mantenere rigorosamente questa normativa. La Fim e la Uilm hanno più volte dichiarato, anche contrapponendosi ai giudizi della Fiom, che non intendevano modificare le norme sull’orario di lavoro. Ora queste organizzazioni sono chiamate a rispondere delle loro affermazioni. Esse dovranno conseguentemente dire alla Federmeccanica, come da tempo fa la Fiom, che non c’è nulla da modificare rispetto alle norme sugli orari del 1999. In ogni caso, l’iniziativa articolata della Fiom sui pre-contratti sta già difendendo quelle normative.”

 

Fiom-Cgil/Ufficio stampa

 

Roma, 18 dicembre 2003