COMUNICATO  STAMPA 

 

Contratto metalmeccanici. Fiom: i pre-contratti sono saliti a 221 per 38 mila lavoratori interessati. Cremaschi “Nettamente smentite le previsioni di Federmeccanica”

 

“Secondo la nostra ultima rilevazione, i pre-contratti sin qui firmati con la Fiom da altrettante imprese metalmeccaniche sono saliti a 221, mentre i lavoratori interessati da tali accordi sono saliti a 38.000.” Lo afferma una nota diffusa oggi dall’Ufficio sindacale della Fiom-Cgil che così prosegue: “La novità maggiormente significativa è l’estendersi della contrattazione in territori nei quali sinora non si erano registrati accordi. Nel Friuli-Venezia Giulia sono stati realizzati i primi due pre-contratti, mentre a Venezia, nell’area industriale di Porto Marghera, se ne registrano altri due”.

“La crescita degli accordi – prosegue la nota – continua in Lombardia, in Emilia-Romagna e in Toscana. Nello stesso tempo, aumentano sia le imprese che aprono ufficialmente le trattative, sia le aziende in cui la Fiom apre formalmente la vertenza per il pre-contratto. Infatti, le aziende e i gruppi metalmeccanici in cui è stata aperta la vertenza pre-contrattuale, coinvolgendo ormai oltre 330 mila lavoratori, sono salite a 1.525. Da segnalare, in particolare, l’avvio della fase vertenziale in importanti gruppi industriali tra cui Zanussi, Agusta, Marcegaglia, Eaton e Graziano Trasmissioni.” “Tutti gli accordi – spiega la nota - confermano l’impostazione della Fiom, con aumenti intorno ai 120 euro mensili al 3° livello. Di particolare importanza le norme di garanzia che garantiscono la continuità delle clausole di miglior favore dell’accordo contrattuale del luglio 1999 rispetto ai peggioramenti intervenuti con le intese separate realizzate quest’anno da Federmeccanica e Confapi. In particolare, i pre-accordi contengono clausole di contrasto alla precarizzazione del lavoro, anche rispetto a quanto previsto dalla legge 30.”

In una sua dichiarazione, Giorgio Cremaschi, il segretario nazionale responsabile dell’Ufficio sindacale Fiom, ha osservato che “nel maggio scorso, quando siglò l’intesa separata con Fim e Uilm, il presidente di Federmeccanica dichiarò che, dopo 15 giorni di protesta da parte dei metalmeccanici Cgil, tutto si sarebbe concluso. Raramente affermazioni di un dirigente confindustriale sono state così incaute e smentite così nettamente dai fatti. La Federmeccanica dovrebbe riflettere sulla crisi di tutta la sua impostazione contrattuale.”

“La caduta del potere d’acquisto dei salari, aggravata dall’irrisorio risultato delle intese separate, la precarizzazione del lavoro e il rifiuto diffuso e generalizzato della legge 30 - prosegue Cremaschi - fanno crescere la disponibilità dei metalmeccanici a lottare per un vero Contratto nazionale e ciò si traduce nella crescita degli accordi.”

“I risultati sinora conseguiti – conclude Cremaschi - sono superiori alle nostre previsioni e segnalano un crescente disagio delle imprese ad attestarsi sulla posizione arretrata delle intese separate; intese per cui si conferma, invece, un’assenza di consenso tra i lavoratori. Il grande successo dei referendum che avviano le piattaforme, con la partecipazione convinta della maggioranza degli addetti nelle aziende interessate e l’adesione alle iniziative di lotta lanciate dalla Fiom costituiscono un segnale chiaro del fatto che, per i metalmeccanici, le intese separate del maggio e giugno scorsi non hanno concluso la vertenza contrattuale.”

 

Fiom-Cgil/ Ufficio stampa

 

Roma, 17 ottobre 2003