COMUNICATO  STAMPA

 

Contratto metalmeccanici. Cremaschi (Fiom): “No alla riforma del modello contrattuale proposta dalle aziende artigiane. Non vogliamo tornare alle gabbie salariali degli anni 50”

 

Si è riunito oggi, a Firenze, il Coordinamento nazionale dei delegati Fiom delle aziende artigiane metalmeccaniche. Nell’incontro, al quale ha partecipato la segretaria confederale Cgil Carla Cantone, è stata esaminata la situazione del settore, ove da tre anni non si rinnova il Contratto nazionale, e, soprattutto, la proposta di modifica del modello contrattuale presentata dalle associazioni delle imprese artigiane.

Il Coordinamento ha espresso un giudizio negativo e ha respinto la proposta delle imprese. Giorgio Cremaschi, segretario nazionale Fiom e responsabile dell’Ufficio sindacale, ha detto, nelle sue conclusioni, che “è molto semplice definire la proposta delle aziende artigiane: si vuole tornare alle gabbie salariali degli anni ’50. Infatti, si vuole limitare il salario nazionale solo all’inflazione programmata e affidare alla contrattazione regionale, che oggi si fa solo in 6 regioni su 20, il compito di tutelare i salari dall’inflazione reale”.

“Questo - ha spiegato Cremaschi - significa programmare la riduzione dei salari per il Mezzogiorno e per tutte le zone industrialmente e socialmente più deboli del Paese. Noi respingiamo totalmente questo modello che porterebbe, in breve tempo, a una differenziazione salariale enorme rispetto agli stessi livelli minimi di sussistenza e finirebbe, quindi, per trascinare verso il basso i salari e le condizioni di lavoro di tutta la categoria. Allo stesso modo, non accettiamo che si riducano i diritti, che la devolution venga applicata agli orari e alle condizioni di lavoro, che gli Enti bilaterali assumano funzioni improprie nel mercato del lavoro e nella rappresentanza sindacale.”

“Tutto il modello che ci è stato presentato - ha concluso Cremaschi - propone uno scambio iniquo tra peggioramento dei diritti dei lavoratori e ampliamento in senso corporativo delle funzioni degli Enti. E’ grave che la conclusione di rinnovi contrattuali aperti da anni venga subordinata all’accettazione di un sistema che, nel futuro, cancellerebbe di fatto il Contratto nazionale. La Fiom non ci sta e chiede alle altre organizzazioni sindacali di respingere anch’esse questo gravissimo attacco al salario e ai diritti contrattuali dei lavoratori.”

La riunione si è conclusa con l’impegno della Fiom a una nuova fase di mobilitazione della categoria a difesa del Contratto nazionale e dei due livelli di contrattazione. Tale fase verrà definita con precisione nell’Assemblea dei delegati Fiom prevista per il 15 e 16 gennaio dell’anno prossimo. Carla Cantone, intervenendo nella riunione a nome della Cgil, ha espresso anch’essa un giudizio negativo sulla proposta delle imprese artigiane e ha annunciato un’iniziativa della confederazione sui problemi del modello contrattuale nell’artigianato.

 

Fiom-Cgil/Ufficio stampa

   

Roma, 11 dicembre 2003