COMUNICATO STAMPA

Inflazione. Cremaschi (Fiom): “Dopo quanto detto dall’Istat, sappiamo che ai metalmeccanici mancheranno in busta paga, nel biennio 2003-2004, fino a 200 euro. È necessaria un’offensiva salariale”

Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom-Cgil e responsabile dell’Ufficio sindacale, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione relativa a quanto affermato ieri dal presidente dell’Istat, Luigi Biggeri, secondo cui la “inflazione percepita” è al 6%.

“Con la nuova formula dell’inflazione “percepita”, si comincia a dire la verità rispetto ai catastrofici danni che stanno subendo le buste paga dei lavoratori. Basta ancora poco, ovvero che si passi concettualmente dall’inflazione percepita a quella subita dalle famiglie italiane, e ci sarà chiarezza sulle perdite reali del potere di acquisto dei lavoratori. Se confrontiamo questo tasso di inflazione con l’inflazione programmata sulla cui base è stato fatto l’accordo separato dei metalmeccanici, 2,9% in due anni, ci rendiamo conto che le distanze sono siderali.”

“Solo nel biennio 2003-2004, tenendo conto dell’inflazione percepita e del suo effetto di trascinamento, cioè di un’inflazione biennale di circa il 10%, nonchè di quanto accumulato come perdita passata, un metalmeccanico medio, per recuperare il suo potere di acquisto, dovrebbe ricevere un aumento tra i 180 e i 200 euro mensili. Questo sulla base del valore che convenzionalmente viene attribuito ad ogni punto di inflazione, circa 15 euro e 50.”

“L’accordo separato del 7 maggio dà solo 69 euro al 5° livello, a titolo di inflazione, per il 2003-2004. I pre-contratti realizzati dalla Fiom, d’altra parte, garantiscono aumenti tra i 120 e i 130 euro. E’ chiaro che, se l’accordo separato dello scorso maggio è ormai totalmente fuori mercato, la stessa iniziativa pre-contrattuale della Fiom non è di per sè sufficiente a garantire la tutela delle buste paga dei lavoratori. Essa, infatti, va completata con le vertenze salariali aziendali per il rinnovo dei premi che partiranno l’anno prossimo. Tali vertenze dovranno garantire, con certezza, almeno altri 70-80 euro di aumento mensile medio. Solo la somma dei pre-contratti e delle vertenze aziendali, infatti, può permettere ai lavoratori di reggere rispetto all’inflazione. E’ necessaria, dunque, una vera e propria offensiva salariale che porti, nel biennio, a un incremento adeguato delle retribuzioni metalmeccaniche.”

 

Fiom-Cgil/Ufficio stampa

Roma, 9 ottobre 2003