COMUNICATO  STAMPA

 

Industria metalmeccanica. Fiom: “Chiediamo al Governo un confronto urgente sulla politica industriale per il comparto dell’alta intensità tecnologica”. Riuniti a Roma i delegati di Finmeccanica e Fincantieri

 

“Da questa Assemblea viene una domanda urgente di confronto col Governo per discutere di quale politica industriale debba dotarsi il nostro Paese allo scopo di dare una credibile prospettiva di sviluppo al comparto delle imprese ad alta intensità tecnologica.” Lo ha detto Riccardo Nencini, segretario nazionale della Fiom-Cgil, aprendo a Roma i lavori della prima Assemblea nazionale congiunta dei delegati Fiom della Fincantieri e delle imprese Finmeccanica.

“Il Governo – ha sottolineato Nencini – detiene la golden share, ovvero la proprietà di un terzo delle azioni di Finmeccanica e l’80% del pacchetto azionario di Fincantieri. Noi chiediamo quindi al Governo una direttiva di sviluppo per il comparto dell’alta intensità tecnologica. Tale direttiva deve offrire una cornice industriale all’imminente mutamento degli assetti societari dei due grandi gruppi metalmeccanici. In assenza di tale cornice, il discorso sugli assetti societari verrà fatto solo in riferimento al mercato borsistico e, come l’esperienza dimostra, questa non è certo la via migliore per valorizzare il patrimonio tecnologico e professionale di queste imprese che costituiscono un comparto decisivo per la qualità del futuro dell’industria manifatturiera del nostro Paese.”

La Finanziaria vigente – ha ricordato Nencini – prevede che la privatizzazione di Fincantieri debba iniziare entro il 31 dicembre del corrente anno. Poichè l’idea prevalente è quella che Fincantieri entri a far parte di Finmeccanica, l’urgenza della messa a punto di una direttiva governativa in materia risulta evidente. All’ingresso di Fincantieri in Finmeccanica, dato per certo, sono infatti legati i diversi progetti di costruzione di un nuovo assetto della stessa Finmeccanica.

“Noi – ha affermato Nencini – siamo contrari sia allo scorporo delle attività militari da quelle civili, sia a qualsiasi progetto di riorganizzazione di Finmeccanica che non sia basato sulla comprensione della necessità di tenere assieme le diverse filiere produttive oggi presenti nel gruppo. In altri termini, noi pensiamo che la massa critica per reggere la competizione in settori di alta intensità tecnologica sia un elemento decisivo e ci opporremo a qualsiasi operazione volta a marginalizzare questa o quella filiera in base a un discorso che si richiami alla filosofia del cosiddetto core business. Per noi, infatti, il profilo di Finmeccanica deve essere quello di una conglomerata industriale e, rispetto a tale profilo, la filosofia del core business non può che rivelarsi fuorviante.”

All’Assemblea, che si è svolta a Roma presso il Centro congressi “Frentani”, hanno partecipato un centinaio tra delegati della Fincantieri e di imprese quali Ansaldo-Breda, Alenia Spazio, Elsag, Ote, Galileo Avionica, Alenia Marconi Systems, Selenia Marconi, Ansaldo Energia e Ansaldo Segnalamento.

Nelle conclusioni, Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom, ha insistito sulla determinazione del sindacato dei metalmeccanici Cgil di generalizzare, anche tra le imprese appartenenti a Finmeccanica, la lotta per i pre-contratti; una lotta che già vede fortemente impegnati i lavoratori di Fincantieri. Nei cantieri navali e negli altri stabilimenti del gruppo, per iniziativa della Fiom, sono già state effettuate 56 ore di sciopero.

 

Fiom-Cgil/Ufficio stampa

 

Roma, 3 ottobre 2003