COMUNICATO  STAMPA

 

Amianto. Fiom: “Il decreto legge del 29 settembre prepara un dramma sociale”

 

Il decreto legge approvato lunedì 29 settembre dal Consiglio dei Ministri (in corso di pubblicazione sulla “Gazzetta Ufficiale”) contiene un articolo che, con involontaria ironia, è intitolato “Benefici previdenziali ai lavoratori esposti all’amianto”. Secondo quanto scrive la Segreteria nazionale della Fiom-Cgil in un comunicato odierno, tale articolo “è peggiore delle anticipazioni di stampa di ieri e prepara un vero e proprio dramma sociale”.

Le previsioni, formulate dalla Fiom, circa conseguenze negative, a danno dei lavoratori esposti all’amianto, dei provvedimenti annunciati dal Governo, è scritto ancora nel comunicato, “sono state superate in peggio” nelle decisioni effettivamente assunte. Infatti, dal 1° ottobre 2003 più di 60 mila lavoratori, già riconosciuti come esposti al rischio amianto con specifico attestato rilasciato dall’Inail, per effetto delle linee di indirizzo del ministero del Lavoro e delle certificazioni delle Contarp/Inail non possono più presentare all’Inps le domande di prepensionamento. “Per decretazione - afferma ancora la Segreteria della Fiom - è annullato il loro diritto già riconosciuto.”

In sostanza, il Governo abbatte del 50% il riconoscimento delle rivalutazioni dei periodi di esposizione all’amianto per i lavoratori che siano stati esposti a questo fattore di rischio oltre i 10 anni. In pratica, per ogni anno effettivamente lavorato non vengono più riconosciuti 6 mesi di rivalutazione ma solo 3. Inoltre, si legge nel comunicato, “il coefficiente dell’1,25 serve solo alla rivalutazione dell’importo delle prestazioni pensionistiche e non del tempo per il collocamento in pensione”.

Migliaia di lavoratori, spiega la Fiom, “dovranno ripresentare entro sei mesi una nuova domanda all’Inail del territorio di residenza per verificare l’esposizione a 100 fibre/litro medie annue per otto ore al giorno”. Inoltre, precisa ancora il comunicato, questi lavoratori, prima di ripresentare la loro domanda, dovranno aspettare due mesi “in attesa delle modalità di attuazione del ministero del Lavoro e del ministero dell’Economia”.

A rendere più drammatico il quadro si aggiunga che, come afferma ancora il comunicato, “alcune migliaia di lavoratori” hanno già presentato le dimissioni dall’azienda in cui erano occupati per poter inoltrare la domanda di pensionamento all’Inps. Questi lavoratori, sottolinea la Segreteria Fiom, rimangono quindi “senza lavoro e senza pensione”.

“La Fiom - prosegue il comunicato - chiama i lavoratori alla mobilitazione e sostiene tutte le iniziative che, a livello territoriale, verranno prese dai lavoratori e dalle Rsu per affermare i diritti previdenziali che il Governo vuole abbattere. In particolare, la Fiom promuoverà presidi e manifestazioni di fronte alle prefetture ed alle istituzioni pubbliche.”

Il riconoscimento del diritto a una rivalutazione, in termini previdenziali, dei periodi trascorsi in lavorazioni e in ambienti esposti all’amianto, conclude la Segreteria Fiom, ha costituito “una scelta di civiltà” con cui è stato dato “un risarcimento sociale” a chi ha “una prospettiva di vita ridotta”.

 

Fiom-Cgil/Ufficio Stampa

 

Roma, 2 ottobre 2003