COMUNICATO
STAMPA
Fiom.
Il Documento conclusivo del Comitato centrale. Il 17 ottobre, sciopero generale
dei metalmeccanici con manifestazione nazionale a Roma Ieri,
30 giugno, si è riunito a Roma il Comitato centrale della Fiom-Cgil. Al termine
dei lavori è stato messo in votazione il seguente Documento conclusivo che è
stato approvato con 64 voti a favore e 8 astensioni.
La
stipula di un’intesa separata per il rinnovo del Contratto nazionale dei
metalmeccanici rappresenta la più grave lesione ai diritti dei lavoratori, al
sistema contrattuale, alla democrazia sindacale, da molti decenni a questa
parte. La
decisione della Federmeccanica e della Confapi di dichiarare decaduto il
Contratto nazionale del 1999, nonostante la clausola d’ultrattività in essa
contenuta e in presenza di un accordo di rinnovo sottoscritto da organizzazioni
manifestamente minoritarie, rappresenta un ulteriore elemento di degenerazione
delle relazioni contrattuali e la concreta messa in discussione dello stesso
istituto nazionale. I
contenuti dell’intesa separata, oltre che determinare un risultato salariale
irrisorio, al di sotto del livello minimo di tutela del salario reale, che, di
fatto, assume come riferimento l’inflazione programmata decisa dal governo,
definisce un percorso di superamento di ruolo e funzione del Contratto
collettivo nazionale di lavoro perché tutti gli istituti fondamentali che
disciplinano la condizione lavorativa sono puramente applicativi delle
disposizioni legislative peggiorative del quadro normativo esistente. Si
trasforma il rapporto di lavoro con la legge 30, la legge 368, il decreto legge
66, in una condizione d’assoluta precarietà. Per queste ragioni la lotta
contro l’intesa separata costituisce una necessità primaria, di tutti i
metalmeccanici e di tutti i lavoratori. Federmeccanica,
Confapi e Confindustria in questo modo vogliono affermare definitivamente la
logica per la quale l’accordo si fa con chi ci sta, indipendentemente dalla
sua rappresentatività. Se gli accordi servono solo a smantellare diritti e
normative esistenti, non solo per i metalmeccanici, ma per tutti i lavoratori
italiani, allora entreranno in crisi il sistema contrattuale, le regole e i
diritti. Grave
è la responsabilità della Fim e della Uilm, che hanno rifiutato qualsiasi
pratica di democrazia unitaria che coinvolgesse tutti i lavoratori, che hanno
rivendicato il diritto a sottoscrivere accordi senza il consenso dei lavoratori
interessati, che hanno rinunciato alle loro stesse richieste per sottoscrivere
integralmente tutte le pretese della Federmeccanica, aggravando ulteriormente
tutto il quadro delle relazioni sindacali con una consultazione che ha
introdotto il mostruoso principio del silenzio assenso nella validità degli
accordi. Un’intesa
approvata da meno del 10% dei lavoratori interessati rappresenta un sopruso
inaccettabile che non ha eguali in nessun Paese europeo. Per
questo la Fiom assume come priorità assoluta della propria organizzazione a
tutti i livelli la lotta per mettere in discussione quelle intese, ricostruire
la contrattazione, riconquistare il Contratto nazionale e la democrazia
sindacale. Si
tratta di rendere impraticabile in ogni luogo di lavoro l’applicazione
dell’intesa separata nei suoi aspetti peggiorativi e di recepimento delle
leggi che precarizzano le condizioni lavorative. Tale
scelta impegna tutte le strutture e tutti i militanti della Fiom a far sì, che
le imprese e il sistema delle imprese, siano messe di fronte ai costi che la
loro scelta comporta. Impegno fondamentale della Fiom, a tutti i livelli, è di
costruire ovunque mobilitazioni e rapporti di forza tali da costringere le
imprese e il sistema delle imprese a riconsiderare la scelta fatta. Tutta
l’attività della Fiom, tutti gli impegni, tutte le forze
dell’organizzazione vanno indirizzate a quest’obiettivo prioritario e i
gruppi dirigenti sono formalmente impegnati a garantire a tutti i livelli
l’attuazione di questa scelta. Nel
concreto, l’impegno della Fiom si articolerà nei seguenti piani di
iniziativa:
E’
necessaria un’iniziativa diffusa a tutti i livelli contro l’oscuramento e il
silenzio della vertenza contrattuale dei metalmeccanici, coinvolgendo
istituzioni, sedi politiche e dei movimenti, organi di stampa, mezzi
radio-televisivi. La Fiom adotterà quelle forme di iniziative adeguate a
sollevare lo scandalo sul silenzio politico mediatico che copre le vicende dei
metalmeccanici e, più in generale, le lotte sociali nel nostro Paese. La
Fiom nazionale propone una verifica formale a Fim e Uilm sull’applicazione,
nel corso di questi anni, dell’accordo unitario di regolamentazione sulla
costituzione ed il funzionamento delle Rsu e sulla democrazia nei luoghi di
lavoro, comprensivo dell’allegato sul Patto di solidarietà. Tutta
l’organizzazione è impegnata in tale verifica a livello di coordinamento dei
grandi gruppi e dei rapporti territoriali e di fabbrica. L’impegno
della Fiom per la democrazia sindacale e il Contratto nazionale si situa in un
quadro estremamente difficile, sia sul piano industriale e occupazionale, sia
sul piano sociale. La crisi della Fiat, i massicci licenziamenti nelle
telecomunicazioni e nell’informatica, specialmente nel Mezzogiorno,
l’ulteriore ridimensionamento di ciò che resta delle grandi imprese, sono
tutti risultati di anni di politica sbagliata da parte, prima di tutto, delle
imprese, ma anche dei Governi. Per anni si sono privilegiati la finanza e
l’attacco al costo del lavoro, invece che gli investimenti, la qualità e la
ricerca. Ora i nodi vengono al pettine e gravissime sono le responsabilità
delle imprese e del Governo che, ancora, intendono continuare sulla strada
dell’attacco ai diritti che ha portato alla crisi attuale. Bassi salari e
precarietà del lavoro non possono essere considerati fattori, seppur distorti,
di competitività; oggi sono diventati anch’essi fattori di crisi. Da qui il
valore, anche sul piano economico, della piattaforma della Fiom che si propone
di coniugare migliori condizioni dei lavoratori con una nuova fase di sviluppo
fondata sulla qualità e sull’innovazione. In
questa situazione, assume particolare rilevanza la scelta della Cassa di
Resistenza come strumento di solidarietà dei metalmeccanici a sostegno delle
lotte particolarmente gravose e prolungate nel tempo che sono parte
dell’attuale conflitto sociale. Allo
stesso modo, la Fiom si oppone al nuovo ulteriore attacco allo Stato sociale e
alle pensioni che il Governo sta preparando. Non solo non si devono tagliare le
pensioni e la sanità, ma vanno garantiti ed estesi i diritti fondamentali
all’assistenza e alla salute e bisogna affrontare tutti i problemi di tutela
dei lavori usuranti, dei lavori faticosi e dei lavoratori anziani lasciati
aperti dalla riforma Dini. La spesa sociale italiana è tra le più basse in
Europa: non può e non deve essere diminuita, ma va incrementata anche
attraverso una politica fiscale di segno opposto a quella dell’attuale
Governo. Mentre
emerge in tutta la sua dimensione il fallimento della strategia industriale
dell’impresa, e mentre peggiora tutto il quadro delle garanzie e dei diritti
sociali del Paese, avanzano inquietanti attacchi alla democrazia e alle
istituzioni. La
Fiom, con questo spirito, si è impegnata fino in fondo sul referendum per
estendere a tutte e a tutti l’articolo 18. Il risultato negativo del
referendum, di cui la Fiom prende atto, non cancella l’esigenza
dell’estensione dei diritti e, con i quasi 11 milioni di Sì, sottolinea
comunque l’ampio consenso di quella battaglia. Per
questo la Fiom si ritiene impegnata, a tutti i livelli della propria iniziativa,
per l’estensione dei diritti del lavoro e nella lotta contro la
precarizzazione. Come
sempre, le lotte dei metalmeccanici intervengono nel contesto politico, sociale
e generale mentre l’impegno per i diritti e i poteri di contrattazione nel
lavoro si muove nella più generale lotta delle forze democratiche contro
l’offensiva conservatrice e autoritaria in atto nel Paese. La
manifestazione nazionale del 17 Ottobre prossimo dovrà costituire non solo un
appuntamento di tutti i metalmeccanici per il Contratto, ma un momento
fondamentale nella lotta per la democrazia e per i diritti. Sin da ora, tutte le
strutture della Fiom sono impegnate ad organizzare la partecipazione alla
manifestazione in modo da ottenere un’adesione superiore a tutti i passati
appuntamenti nazionali della categoria. Da quell’appuntamento dovrà trovare
ulteriore alimento la fase di mobilitazione e di lotta per la democrazia e
contro la precarizzazione dei rapporti di lavoro. Fiom-Cgil/Ufficio
stampa Roma,
1° luglio 2003 |