COMUNICATO  STAMPA

 

Comitati aziendali europei. Concluso il progetto di ricerca sull’esperienza del Cae General Electric Power System. La Fem “Adesso diamo ai Cae un ruolo negoziale”

 

Si è svolto a Roma un incontro conclusivo, di bilancio, del progetto di ricerca promosso dal Comitato aziendale europeo (Cae) della General Electric Power System (Geps), una delle cinque divisioni del gruppo General Electric.

Il progetto, denominato “Cae: una prospettiva in sviluppo”, è stato promosso, a livello europeo, dallo stesso Cae Geps, di cui fanno parte i rappresentanti degli stabilimenti italiani, francesi, spagnoli e finlandesi. Per quanto riguarda il nostro paese, il progetto ha avuto tra i suoi promotori la Fiom-Cgil, la Fim-Cisl e la Uilm-Uil, nonché la Regione Toscana. Quanto alla General Electric - pur avendo scelto, con rammarico dei sindacati, di non essere tra i promotori dell’iniziativa - ha partecipato in modo attivo e critico a un seminario che si è svolto a Bruxelles nell’aprile scorso.

La Direttiva europea che regola l’attività dei Cae risale al 1994. Ha quindi compiuto dieci anni, rendendo necessario un bilancio fatto di molte ombre ma anche di luci significative. Le norme che regolano l’attività dei Cae hanno mostrato, in questi anni, alcuni limiti, soprattutto per quanto riguarda i comportamenti delle imprese rispetto alle procedure di informazione e consultazione che dovrebbero coinvolgere i rappresentanti dei Comitati aziendali. Infatti, tale attività di informazione è risultata in molti casi solo formale e non tempestiva, e troppo spesso trincerata dietro il segreto aziendale. Inoltre, la mancanza di sanzioni ha permesso di eludere i diritti sindacali sanciti nella Direttiva. Ciò nonostante, la ricerca ha mostrato che l’esistenza stessa del Cae ha consentito uno scambio più ravvicinato tra i diversi stabilimenti di uno stesso gruppo presenti in Europa.

Su queste basi, la Federazione europea dei metalmeccanici (Fem) ha espresso non solo un giudizio molto positivo sul progetto promosso dal Cae Geps, ma è orientata a svilupparlo chiedendo alla Commissione europea, entro settembre, un nuovo finanziamento che consenta di portare avanti il progetto stesso avvalendosi dell’esperienza sin qui accumulata e degli uomini che l’hanno costruita.

L’obiettivo della Fem è quello di accompagnare la fase di revisione della Direttiva esistente, fase che si aprirà in autunno, dando nuovo impulso alla sua capacità di influenzare le relazioni industriali. In particolare, la Fem, attraverso la nomina di un coordinatore per ogni Cae, intende realizzare un più efficace coordinamento tra le diverse aziende di uno stesso gruppo che sono presenti in Europa, e hanno già un Comitato aziendale, o creare tale comitato là dove ancora non esista. Tutto ciò allo scopo di dare vita a un ruolo negoziale dei Cae, almeno su alcune materie, attraverso un più stretto rapporto con le organizzazioni sindacali nazionali e con quelle sovranazionali di livello europeo, quali la stessa Fem.

La condizione minima per la costituzione di un Comitato aziendale europeo è che diversi stabilimenti di uno stesso gruppo siano presenti in almeno due Paesi facenti parte dell’Unione. Attualmente, nei diversi settori economici esistono già circa 650 Cae. Di questi, più di un terzo, e cioè circa 260, sono relativi a imprese metalmeccaniche.

 

Uffici stampa Fim, Fiom, Uilm

Roma, 23 luglio 2003