NOTA  STAMPA

 

Fiat. Dalle lotte articolate su base locale alla manifestazione nazionale a Roma di martedì 26 novembre. Crescenti preoccupazioni nei sindacati

 

Torino, Atessa, Pratola Serra: queste le tre tappe odierne conclusive del ciclo di lotte, articolate su base locale, che hanno investito, tra ieri e oggi, l’universo Fiat Auto. Si tratta di una serie di scioperi proclamati da Fim, Fiom, Uilm e Fismic nell’ambito della vertenza che vede i sindacati dei metalmeccanici impegnati allo scopo di ottenere un nuovo piano industriale rispetto a quello presentato dalla Fiat che considera 8.100 lavoratori del gruppo in esubero. Secondo tale piano, annunciato dall’azienda torinese il 9 ottobre scorso, dopo i 3.462 lavoratori messi in mobilità in base a tre accordi separati siglati presso il ministero del Lavoro tra luglio e settembre, altri 500 lavoratori sarebbero destinati alla mobilità; a questi si aggiungerebbero 7.600 lavoratori da collocare in Cassa integrazione a zero ore per 12 mesi (5.100 dal 2 dicembre di quest’anno e 2.000 dal 1° luglio dell’anno prossimo).

Le iniziative locali di questa settimana sono state organizzate proprio allo scopo di presentare all’opinione pubblica le specificità delle problematiche connesse ai singoli stabilimenti pur nell’ambito di un’unica crisi aziendale.

Oltre allo stato di mobilitazione continua in atto presso gli stabilimenti di Arese (Milano) e Termini Imerese (Palermo), che risultano particolarmente colpiti dal piano Fiat (1.800 candidati alla Cassa integrazione su 1.800 lavoratori a Termini Imerese e 2.000 su 4.000 ad Arese), ieri si é avuto un fermo totale dello stabilimento Fiat Auto di Cassino. All’iniziativa di lotta hanno partecipato massicciamente anche i lavoratori dell’indotto occupati nel polo industriale di Piedimonte San Germano che, assieme ai dipendenti della Fiat, hanno formato un robusto corteo che ha invaso la via Casilina.

Sempre ieri ha avuto pieno successo lo sciopero alla Sata di Melfi (Potenza). Fuori dallo stabilimento ha partecipato alla manifestazione anche una folta delegazione di lavoratori della Fiat di Termini Imerese.

Oggi é stata la giornata di Torino e di due siti meridionali trascurati, in genere, dai grandi mezzi di informazione del nostro paese.

Nel capoluogo piemontese, lo sciopero é riuscito molto bene in tutti gli stabilimenti metalmeccanici del gruppo Fiat oltre che nell’indotto auto. Un corteo ha attraversatole vie cittadine da Porta Susa a Piazza Castello dove il comizio conclusivo é stato tenuto da Franco Lotito, segretario nazionale della Uil. Tra i 70 mila manifestanti, il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, e il sindaco di Torino Sergio Chiamparino.

Pienamente riuscito anche lo sciopero alla Fma di Pratola Serra, nei pressi di Avellino. I 2.000 dipendenti della fabbrica di motori hanno partecipato in massa allo sciopero. Per sottolineare la solidarietà dei metalmeccanici campani all’iniziativa di lotta dei dipendenti Fma, fuori dai cancelli si é riunito il Comitato direttivo regionale della Fiom. Purtroppo, un lavoratore che partecipava ai picchetti é stato investito da un’auto guidata da un quadro aziendale.

Adesione totale dei lavoratori anche allo sciopero organizzato per oggi alla Sevel di Atessa, in provincia di Chieti (5.000 dipendenti Fiat più 1.000 dipendenti da aziende terziarizzate). Il totale successo dello sciopero nell’indotto ha spinto le imprese minori circostanti lo stabilimento a “mettere in libertà” i propri dipendenti, similmente a quanto accaduto ieri a Melfi. Purtroppo, nel primo pomeriggio anche qui si é registrato un deprecabile incidente: un militante Fiom é stato investito da un’auto che, secondo quanto riferito, sarebbe stata guidata da un addetto alla sicurezza dello stabilimento. Il ferito é stato ricoverato in ospedale per accertamenti.

Per la giornata di martedì 26, i sindacati metalmeccanici hanno proclamato un nuovo sciopero generale dell’intero gruppo Fiat e dell’indotto auto con manifestazione nazionale a Roma. Al primo punto dell’iniziativa sindacale la necessità di aprire immediatamente una trattativa degna di questo nome con la Fiat e con il Governo finalizzata a discutere un nuovo piano industriale che dia un futuro credibile alla Fiat Auto, salvaguardi l’occupazione e contempli il mantenimento dei siti produttivi oggi esistenti. La Fiom ha sottolineato con particolare forza che, per realizzare un simile piano, é necessario un mutamento dell’assetto proprietario del gruppo con l’intervento della mano pubblica.

Unanime é poi tra i sindacati l’opinione che, per rendere possibile la trattativa richiesta, è necessaria l’immediata sospensione delle procedure di messa in Cassa integrazione e in mobilità di tutti gli 8.100 lavoratori previsti dagli annunci fatti dalla Fiat:

Grave preoccupazione ha perciò suscitato, negli ambienti sindacali, la notizia che il Governo ha convocato a Palazzo Chigi le parti sociali per le ore 18.00 di lunedì 25 novembre, ovvero a sole 6 ore dal completamento dell’iter della pratica di richiesta di utilizzo della Cassa integrazione guadagni straordinaria avanzata dalla Fiat. Tali preoccupazioni sono state poi rese più allarmanti dalla notizia di un’ulteriore convocazione dei sindacati da parte del ministro del Lavoro, sempre a Palazzo Chigi, per le ore 20.00 dello stesso 25 novembre. E ciò nonostante che Fim, Fiom, Uilm e Fismic abbiano ripetutamente dichiarato di non essere disponibili a nessuna discussione sugli strumenti di gestione del mercato del lavoro senza che si sia prima aperto un negoziato sul piano industriale.

Proprio rispetto all’annunciato incontro di lunedì 25, il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione: “Le ipotesi che circolano, secondo cui il piano della Fiat verrebbe mantenuto inalterato, mentre verrebbero operati dei semplici trasferimenti di produzione da uno stabilimento all’altro, non modificherebbero in nulla il giudizio totalmente negativo espresso dalla Fiom su quanto l’azienda ci ha prospettato il 9 ottobre scorso”.

 

Fiom-Cgil/Ufficio stampa

Roma, 22 novembre 2002