Industria metalmeccanica. Cremaschi (Fiom): “La Piaggio si prepara a licenziare come alla Fiat. Di fronte all’aggravarsi della crisi industriale, bisogna arrivare a uno sciopero generale di tutte le categorie dopo il 15 novembre”.

 

 “Questo sciopero e questa manifestazione, con il loro grande successo, danno il via a un percorso di lotte che vedrà domani centinaia di migliaia di metalmeccanici mobilitati da Torino a Termini Imerese e che culminerà nello sciopero generale della categoria del 15 novembre.”

Lo ha detto Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom-Cgil, prendendo la parola nel comizio che ha concluso la manifestazione che si è svolta stamane, davanti alla Piaggio di Pontedera, in occasione dello sciopero dei metalmeccanici pisani proclamato da Fim, Fiom, Uilm.

“Le ragioni della lotta – ha proseguito Cremaschi – sono le stesse ovunque: in tutta Italia emerge una crisi industriale senza precedenti, soprattutto nelle grandi aziende, che è frutto unicamente dell’incapacità manageriale e della scelta delle imprese di non fare investimenti produttivi adeguati e di seguire invece la speculazione e la finanza”.

“La situazione oggi alla Piaggio – ha spiegato Cremaschi – è uguale a quella della Fiat di alcuni mesi fa. L’azienda prepara anche qui, senza dichiararlo, i tagli della produzione e i licenziamenti. Per questo bisogna dire basta alla politica delle dismissioni che oggi ha il suo aspetto più grave nel piano di licenziamenti deciso dalla Fiat assieme alla General motors e che può rapidamente diventare, se non fermata, una realtà estesa a parti importantissime della struttura produttiva e del tessuto sociale del nostro paese”.

“Il governo – ha concluso Cremaschi – deve cambiare radicalmente politica e, invece che sostenere le scelte aziendali di licenziamento, deve  proporre soluzioni industriali di sviluppo. Per tutte queste ragioni, per la gravità della crisi industriale e per le drammatiche conseguenze occupazionali che ne possono derivare, è necessario che la lotta si estenda e che si arrivi, dopo il 15, a uno sciopero generale di tutte le categorie per la difesa del lavoro.”

 Fiom-Cgil/Ufficio stampa

Roma,  7 novembre 2002