Comunicato stampa

 

Marconi. Terzo giorno di lotta dei lavoratori del gruppo in difesa dell’occupazione

 

Siamo al terzo giorno di lotta dei lavoratori della Marconi Communications che protestano contro il piano presentato dall’azienda; un piano che considera 1.100 dipendenti in esubero. In pratica, l’Azienda vorrebbe licenziare più di 1.000 dipendenti diretti senza peraltro offrire nessuna seria prospettiva di rilancio e di ripresa delle quote di mercato un tempo detenute.

Le prospettive produttive ed occupazionali del gruppo sono poi rese ancora più critiche dalla forte difficoltà in cui versano le trattative in corso con Finmeccanica per la vendita della Ote di Firenze e della Mma di Chieti e di Genova. Per la Mma, la Marconi, in caso di mancata vendita, già annuncia la chiusura. Una misura che provocherebbe il licenziamento di altri 300 lavoratori. D’altra parte, l’incertezza della trattativa che dovrebbe portare all’acquisto della Ote da parte di Finmeccanica pone in forse il futuro di questa importante azienda hi-tech e con essa il destino di 600 lavoratori. In totale, i posti a rischio nel gruppo Marconi sono quindi 2.100.

Oggi, i lavoratori del gruppo hanno dato quindi vita ancora una volta a un’intensa serie di azioni di lotta.

A Genova, è stata bloccata l’autostrada.

A Roma, è stata bloccata la superstrada per l’aeroporto di Fiumicino.

A Pomezia, i lavoratori dello stabilimento ex-Marconi, passato in Finmeccanica nella scorsa estate, hanno effettuato tre ore di sciopero bloccando l’attività dello stabilimento per solidarietà con i loro ex compagni di lavoro.

A Caserta, è stata bloccata la stazione ferroviaria.

A Napoli, è stata bloccata la ferrovia Roma-Napoli.

Secondo quanto annunciato in un comunicato emesso oggi da Fim, Fiom, Uilm nazionali, “la protesta continuerà fino a quando cambierà il piano industriale per assicurare le prospettive lavorative ai 2.100 lavoratori della Marconi”. Nel comunicato si precisa altresì che “é in atto il blocco di tutte le prestazioni straordinarie”.

Uffici stampa Fim, Fiom, Uilm
 

Roma, 6 dicembre 2002