No
al patto scellerato, basta con gli accordi separati
Il
governo ha proposto, nella trattativa dalla quale la Cgil è assente, un
"patto" sul lavoro che è un concentrato di ingiustizie e imbrogli ai
danni delle lavoratrici e dei lavoratori. Con
questo "patto" il governo colpisce profondamente tutti i diritti ed
estende a dismisura la precarizzazione senza più alcuna regola. Infatti,
il governo ha proposto di aggirare l'articolo 18, facendo si che le nuove
assunzioni non siano più computate, per cui anche un'azienda inferiore a 15
dipendenti potrà continuare ad assumere senza dover applicare lo Statuto dei
lavoratori. Ma non solo, con questo stesso "patto" verranno eliminate
tutte le regole esistenti sugli appalti, sull'intermediazione di manodopera
(caporalato), sulla gestione degli orari. Infine, le aziende che emergono dal
"sommerso" potranno pagare i dipendenti il 30% in meno dei minimi
contrattuali e potranno impedire la libera attività sindacale. In questo modo
si avranno i seguenti effetti combinati: -
Un'azienda
con meno di 15 dipendenti può assumerne anche mille e oltre senza applicare
l'articolo 18.
-
Un'azienda
di qualsiasi dimensione può terziarizzare o appaltare tutte le proprie attività
ad aziende con meno di 15 dipendenti, senza più i vincoli che precedentemente
venivano stabiliti dal Codice civile e dalla legge. In questo modo anche una
grande impresa può far lavorare migliaia di persone senza l'articolo 18. -
Un'azienda che non ha mai pagato i
contributi e rispettato le leggi e i contratti, un'azienda di lavoro nero, può
diventare regolare, pagando i propri dipendenti il 30% in meno del minimo
contrattuale. Quell'azienda potrà legalmente impedire l'adesione dei lavoratori
al sindacato e
soprattutto potrà licenziarli quando
vuole. -
Le
aziende di lavoro interinale vedranno estese le possibilità di
"affittare" i lavoratori senza il "fastidio" dello Statuto. -
Le
aziende potranno assumere lavoratori a part-time senza alcun orario definito, ma
con l'obbligo di reperibilità in qualsiasi momento, per qualsiasi orario. Anche
questi lavoratori non godranno più dell'articolo 18. "In
cambio" di questi e altri disastri che si annunciano per il lavoro, il
Governo offre soltanto un aumento dell'indennità di disoccupazione che viene
coperto da meno di un decimo della spesa necessaria. Che si farà ? Si
estrarranno a sorte i disoccupati o i lavoratori licenziati a cui elargire
l'indennità ? La
Confindustria esulta, il suo presidente ha detto: "mai tante flessibilità
tutte insieme, erano 30 anni che non si faceva una riforma di così forte
impatto sul mercato del lavoro perché si mettono in campo più modifiche, più
flessibilità, tutte insieme e in disegno organico". I
padroni hanno ragione di essere contenti ma i sindacati che accettano questo
"patto" disastroso perché lo fanno ? Il
governo ha proposto alle organizzazioni sindacali di assegnare agli "Enti
bilaterali" le attività di formazione e collocamento nel mercato del
lavoro, nonché l'intervento sul lavoro nero. Gli Enti bilaterali sono
associazioni nelle quali partecipano sia le imprese che i sindacati e vengono
finanziati in gran parte con fondi concordati nei contratti di lavoro. La Fiom e
la Cgil sono contrarie a far assumere a questi Enti funzioni che spettano alle
istituzioni pubbliche. D'altra parte i lavoratori pagano già tasse e contributi
a sufficienza per avere il diritto alle prestazioni dello stato sociale. Non
è possibile accettare lo scambio tra i diritti fondamentali dei lavoratori e la
partecipazione del sindacato ad attività parastatali. E'
grave la responsabilità delle altre organizzazioni sindacali che accettano
queste proposte e rompono l'unità costruita nelle lotte, senza alcuna
consultazione democratica dei lavoratori. E' ORA DI DIRE BASTA ALL'ASTA
AL RIBASSO TRA I SINDACATI, che colpisce il potere contrattuale dei lavoratori e
che impedisce ai diretti interessati di decidere sugli accordi. RIAFFERMARE IL NO
ALLO SMANTELLAMENTO DELL'ARTICOLO 18 E IL SI
ALL'ESTENSIONE DEI DIRITTI E DELLE TUTELE A TUTTI I LAVORATORI E TUTTE LE
LAVORATRICI. Dobbiamo impedire che passi l'accordo scellerato. LE ASSEMBLEE, LE RSU, LE
LAVORATRICI E I LAVORATORI, GLI ISCRITTI A TUTTE LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI, SI
PRONUNCINO:
DICIAMO
NO ALL'ACCORDO TRUFFA. La
Fiom Roma, 24 giugno 2002 |