U
F F I S I N D 10
Nota
Informativa dell’Ufficio sindacale
CONTRATTO
DEI METALMECCANICI: POSIZIONI
MOLTO DISTANTI DELLE CONTROPARTI, IN
PARTICOLARE DELLA FEDERMECCANICA. SI
TRATTA PER TUTTO IL PERIODO DELLA MORATORIA, MA SE LA SITUAZIONE NON
CAMBIA SARÀ
NECESSARIA LA LOTTA
Con l’incontro del 12 marzo si è conclusa la prima fase delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale della Federmeccanica. Nello stesso tempo anche il confronto al tavolo Confapi e quello al tavolo delle Cooperative sta giungendo a un primo punto di sintesi. Lo stato complessivo della vertenza è negativo. Finora le richieste della Fiom hanno ricevuto sostanziali rifiuti, anche se sostenuti con modalità e toni diversi, dalle organizzazioni delle controparti. Hanno naturalmente pesato negativamente al tavolo delle trattative le diverse posizioni assunte dalla Fim e dalla Uilm, che fin dall’inizio della vertenza hanno manifestato la disponibilità ad intese separate. Inoltre gioca un pesante condizionamento ai danni dei lavoratori tutta l’iniziativa legislativa del Governo. Le deleghe sul mercato del lavoro e il progetto di legge sull’orario di lavoro hanno un effetto devastante sui diritti contrattuali e sono utilizzate da tutte le controparti, e in particolare dalla Federmeccanica, come sostegno alle proprie posizioni. Vogliamo
qui riassumere le posizioni delle parti su tutti i punti della vertenza: CONTRATTO
FEDERMECCANICA
1.
LOTTA ALLA PRECARIETÀ. La posizione della Fiom. La Fiom, illustrando il significato delle rivendicazioni contenute nella piattaforma, ha sottolineato la necessità che il contratto nazionale stabilisca regole e principi che contrastino la crescente precarietà del lavoro. Il contratto a tempo indeterminato, come affermato in sede di Unione europea, deve rimanere il rapporto di lavoro fondamentale e tutti gli altri devono essere ricondotti ad esso. Da qui la centralità del limite massimo di 8 mesi per tutte le forme di precarietà, le regole per i contratti a termine e per l’apprendistato, la responsabilità sociale delle imprese più grandi per gli appalti e la contrattazione di sito. Altre richieste della piattaforma hanno lo scopo di definire percorsi certi e trasparenti di uscita dalla precarietà. Allo stesso modo la Fiom ha ribadito l’assoluta priorità che nei processi di ristrutturazione debbono avere i contratti di solidarietà e tutti quegli strumenti che impediscono il licenziamento. La Fiom ha rivendicato al contratto nazionale una funzione autonoma rispetto alla legge. Le nuove norme sul mercato del lavoro, che aumentano a dismisura la precarizzazione, non possono peggiorare le disposizioni contrattuali, che anzi debbono essere migliorate per affrontare la nuova situazione del lavoro. La
Fiom, inoltre, ha ribadito la richiesta di considerare lavoro a
part-time solo quello inferiore alle 30 ore settimanali e di rafforzare
tutte le forme di accesso libero al part-time volontario. La posizione della Federmeccanica. La Federmeccanica ha complessivamente respinto l’impostazione della Fiom. Non sono accettabili limitazioni ai contratti a termine, ai Cfl, all’apprendistato, al lavoro interinale. Per quanto riguarda i Co.co.co., essi sono non di competenza del tavolo di trattativa, perché soggetti autonomi. La contrattazione di sito e tutti i temi legati agli appalti e al decentramento non hanno bisogno di ulteriori regolamentazioni. In ogni caso la Federmeccanica ha proposto di rinviare gran parte di questa materia a un confronto da realizzare tra un anno, quando usciranno i testi attuativi delle deleghe del Governo sul mercato del lavoro. In quella sede la Federmeccanica ha dichiarato la disponibilità a qualche regolazione delle causali per i contratti a termine. E’ evidente che questa posizione significa implicitamente fare entrare nel contratto tutte le deleghe del Governo. La
Federmeccanica ha dichiarato la propria disponibilità a migliorare le
causali d’accesso al part-time e a considerare lavoro a tempo parziale
solo quello inferiore alle 36 ore settimanali organizzate sul 6x6. La
posizione di Fim e Uilm. Queste organizzazioni non hanno fatto
rilevanti richieste sul terreno della lotta alla precarietà, salvo
quella di una migliore regolamentazione del lavoro a termine. Non hanno
invece espresso posizione sulla richiesta di Federmeccanica di rinvio
della materia in attesa dell’attuazione delle deleghe del Governo. 2.
FORMAZIONE, DIRITTO ALLO STUDIO, ENTI BILATERALI La
posizione della Fiom. La Fiom ha chiesto un diritto
generalizzato alla formazione per tutti i lavoratori, il diritto alla
partecipazione alla formazione d’impresa per i lavoratori interessati
ad essa e la possibilità di pieno utilizzo per tutti i lavoratori dei
permessi per il diritto allo studi (150 ore). La Fiom esclude la
possibilità di istituire Enti bilaterali con fini economici e di
gestione del mercato del lavoro. La
posizione della Federmeccanica. La Federmeccanica non ha dato
alcuna risposta, il che si deve intendere come un rifiuto, a tutte le
richieste di miglioramento dei diritti soggettivi dei lavoratori. Essa,
invece, si è dichiarata interessata alla costituzione di un Ente
bilaterale sulla formazione che amministri tutta la materia. Questo
anche nell’ambito dell’attuazione della riforma della scuola. Le posizioni di Fim e Uilm. La Fim ha chiesto un miglioramento di tutta la normativa sulle 150 ore che, come per la Fiom, ha ricevuto risposte negative. Fim e Uilm si sono, però, dichiarate molto interessate alla costituzione di Enti bilaterali, che abbiano anche lo scopo di certificare i percorsi di Cfl e apprendistato. 3.
ORARIO DI LAVORO La posizione della Fiom. La Fiom ha chiesto riduzioni d’orario dei turni disagiati del sabato, della domenica, di notte. Ha inoltre rivendicato la smonetizzazione della quota residua di 4 ore per i turnisti, una regolamentazione della Banca ore che permetta un migliore accesso ad essa ed escluda franchigie sullo straordinario. La Fiom ha chiesto il conteggio e il pagamento dello straordinario per gli impiegati. Il 2 giugno va goduto come festività senza nessuna riduzione dei permessi contrattuali. La
Fiom respinge totalmente l’impostazione del Governo che, volendo
attuare una direttiva europea, ne stravolge il senso con un progetto di
legge che elimina i limiti all’orario settimanale e giornaliero. La
Fiom chiede che il contratto nazionale resti esattamente come è oggi
rispetto ai limiti dell’orario. La posizione della Federmeccanica. La Federmeccanica ha respinto tutte le principali richieste della Fiom salvo quella della smonetizzazione delle 4 ore residue per i turnisti. Sul 2 giugno la Fedemerccanica ha dichiarato la disponibilità a una soluzione di mediazione non meglio specificata. Sulla Banca ore la Federmeccanica ha dichiarato la disponibilità a qualche miglioramento normativo e a toccare le franchigie a condizione che si aumentino in proporzione gli straordinari obbligatori per tutti. La
Federmeccanica non intende impegnarsi e garantire l’attuale testo
contrattuale sull’orario settimanale e giornaliero, ma anzi chiede di
costituire un gruppo di lavoro che prepari la sua revisione a seguito
dei provvedimenti di legge che il Governo ha presentato. La posizione di Fim e Uilm. Fim e Uilm non hanno fatto richieste significative su questa materia a parte quella sul 2 giugno.
4.
INQUADRAMENTO UNICO La posizione della Fiom. La Fiom ha chiesto di garantire a tutti i lavoratori un diritto soggettivo alla carriera, da realizzare senza automatismi. Nello stesso tempo la Fiom ha chiesto di eliminare quei blocchi alla evoluzione delle carriere dei lavoratori che fanno sì che gran parte della categoria, dopo una prima fase di evoluzione professionale, resti per oltre vent’anni nello stesso livello. Ogni lavoratore che da più di dieci anni è nella stessa categoria deve avere il diritto di chiedere un percorso professionale. Vanno tolti i limiti all’evoluzione professionale tra il III e il IV livello, tra il V e il VI per gli operai, oltre il VI per gli impiegati. Le Rsu hanno il diritto ad esaminare ogni anno con le aziende lo stato dell’inquadramento. La
Fiom ha ribadito che le sue richieste non hanno lo scopo di stabilire
passaggi automatici, ma quello di ridare ai lavoratori e alle loro
rappresentanze aziendali potere di intervenire sui percorsi
professionali e sulle carriere. La Fiom ha dichiarato che sicuramente un
miglioramento dell’inquadramento professionale dei lavoratori ha un
costo, ma esso sarà ampiamente recuperato dalla migliore efficienza. Le
imprese oggi chiedono a tutti i lavoratori l’eccellenza nelle
prestazioni, la possibilità di evoluzioni professionali rende questa
eccellenza stabile. In ogni caso i costi del miglioramento dell’inquadramento
non possono certo essere imputati al contratto nazionale. La posizione della Federmeccanica. La Federmeccanica ha respinto totalmente l’impostazione della Fiom, in particolare dichiarandosi non disponibile a parlare di percorsi di carriera e a definire un ruolo delle Rsu nella gestione dell’inquadramento. La Federmeccanica ha dichiarato che l’inquadramento, seppure vecchio di trent’anni, ha permesso di governare molti passaggi nell’organizzazione delle imprese, che alla fine si sono adattate ai cambiamenti senza bisogno di interventi contrattuali esterni. Nella sostanza la Federmeccanica ha rivendicato il diritto all’unilateralità delle imprese nella gestione delle qualifiche e dei percorsi professionali. In
ogni caso la Federmeccanica ha dichiarato una tenue disponibilità a
revisionare l’inquadramento, possibilmente attraverso gruppi di
lavoro, a condizione che non vi siano costi aggiuntivi per le aziende e
soprattutto “turbative organizzative”. Le
posizioni della Fim e della Uilm. La Fim e la Uilm hanno
presentato richieste simili di modifica della struttura dell’inquadramento,
con la riduzione dei livelli da 7 a 5, attuata attraverso la
unificazione dei livelli più bassi. La Fim ha dichiarato che questa
richiesta è a costo zero nel contratto nazionale e che i suoi riflessi
dovranno essere gestiti in sede aziendale o territoriale. Posizione
simile ha assunto la Uilm. Queste organizzazioni hanno considerato la
richiesta sull’inquadramento un elemento fondante delle loro
piattaforme. Non hanno però espresso un giudizio chiaro rispetto alle
posizioni molto rigide assunte dalla Federmeccanica. 5.
DIRITTI La posizione della Fiom. La Fiom ha presentato diverse richieste su temi di interesse diffuso tra i lavoratori, su gran parte di esse le posizioni della Federmeccanica sono state negative. La Fiom giudica particolarmente gravi alcune chiusure che riguardano la salute e la sicurezza dei lavoratori, particolarmente inaccettabili nel momento in cui tutti i dati confermano una situazione preoccupante della categoria nella tutela della salute. La
posizione della Federmeccanica. Ambiente e sicurezza: nessuna disponibilità sulle richieste della Fiom. Malattia: nessuna disponibilità sulle richieste della Fiom di miglioramento del comporto. Disponibilità a un ampliamento delle casistiche delle malattie escluse dal conteggio delle malattie brevi. Disponibilità all’aspettativa per patologie terminali. (Queste ultime sono richieste Fim e Uilm). Mobbing: disponibilità a un gruppo di lavoro nazionale. Migranti: disponibilità non precisata ad affrontare il problema, rifiuto della traduzione dei contratti nelle lingue di appartenenza dei migranti. Congedi parentali: disponibilità a discutere. Disabili: nessuna disponibilità c’è solo la legge. Previdenza complementare: no all’assemblea, no a tutte le richieste che aumentano i costi per le imprese, disponibilità ad aumentare il numero delle finestre temporali di accesso e a definire nelle aziende più grandi strumenti informatici per la consultazione. Assistenza sanitaria: a questa richiesta della Uilm la Federmeccanica ha controproposto la creazione di un gruppo di lavoro. Diritti sindacali: sì alla distribuzione del contratto gratuita per tutti e disponibilità a dotare le Rsu delle aziende più grandi di strumenti informatici. Quote di servizio per i non iscritti (richiesta Fim e Uilm): la Federmeccanica ha risposto di sì. Mensa:
la Uilm ha chiesto la generalizzazione di un’indennità mancata mensa.
La Federmeccanica ha respinto la richiesta.
6.
TRASFERTE, REPERIBILITÀ, COMPARTI Tutte
e tre le organizzazioni hanno richiesto un aumento dell’indennità di
trasferta e la definizione normativa e salariale dell’istituto della
reperibilità. La Fiom in particolare ha chiesto un confronto specifico
per diversi settori, informatico e telecomunicazioni in particolare, e
per tutte le aziende di impiantistica
e di installazione. La
Federmeccanica ha dichiarato la
propria disponibilità a discutere e così pure ha fatto l’Assistal,
che però ha preannunciato problemi di costi e richieste di
flessibilità.
7.
SALARIO La
posizione della Fiom. La Fiom ha
rivendicato il pieno recupero per l’arco di 24 mesi del differenziale
tra l’inflazione programmata e l’inflazione reale Istat; tale
differenziale, per il periodo che va dall’1/1/2001 al 31/12/2002, è
pari ad una cifra del 2,3%.
La Fiom considera
assolutamente non credibile l’inflazione programmata dal Governo per
il 2003-2004 (2,7%) che, comunque non è stata assunta come obiettivo
dalle organizzazioni sindacali. La Fiom ha stimato l’inflazione
attendibile per il 2003-2004 almeno al 5%. A queste due voci si aggiunge
poi una quota di produttività di settore che fa sì che la richiesta
salariale complessiva sia pari a poco più di 8,5 punti. Questa somma
corrisponde, con un valore punto di euro 15,65, a 135 euro uguali per
tutti. La
posizione di Federmeccanica. La
Federmeccanica ha respinto le richieste sindacali sia con argomenti di
merito, sia con posizioni di rifiuto politico. L’Associazione degli
industriali ha infatti descritto un andamento delle retribuzioni dei
lavoratori che la Fiom ha considerato privo di corrispondenza con la
realtà.
Il quadro fornito dalla Federmeccanica, iperottimistico per l’andamento delle paghe dei metalmeccanici, non corrisponde quindi alla realtà nè alla sensibilità del sistema industriale del Paese. Ma la Federmeccanica ha soprattutto ripresentato una posizione di chiusura politica che rifiuta di uscire dai limiti dell’accordo separato del 2001 (che toglie 0,6 punti, 18.000 lire, dal recupero dell’inflazione) e dall’inflazione programmata decisa unilateralmente dal governo per il 2003-2004. La Federmeccanica ha respinto ogni ipotesi di distribuzione della produttività di settore nel contratto nazionale e comunque a livello centrale. Inoltre ha detto no ad aumenti uguali per tutti. Così la Federmeccanica pone
agli aumenti un tetto massimo del 4,3% (pari a 67,2 euro al V livello e
a circa 50 euro al III livello) che è lontanissimo dalle richieste
presentate. La
posizione di Fim e Uilm. Fim e Uilm hanno richiesto un aumento di circa 92 euro, scontando dalle
richieste quanto si sono impegnate a non chiedere con l’accordo
separato del luglio 2001 (18.000 lire, pari a poco più di 9 euro). L’aumento
richiesto di Fim e Uilm è riparametrato e quindi la richiesta per il
III livello è inferiore. Inoltre la Uilm ha richiesto un’indennità
di mancato premio di risultato, per tutti coloro che non hanno l’accordo
aziendale, pari a 250 euro nei quattro anni di vigenza contrattuale. La
Fim ha chiesto invece un accordo che garantisca che nel terzo-quarto
anno di vigenza contrattuale, sia possibile distribuire un aumento pari
a circa 2 punti di produttività per tutti coloro che non hanno fatto la
vertenza aziendale. La Fim non ha precisato la cifra dell’aumento. Fim
e Uilm non chiedono quote di produttività direttamente nei minimi
contrattuali, come fa la Fiom, ma chiedono però di contrattarle nella
trattativa nazionale. Questa posizione ha avuto un netto rifiuto di
Federmeccanica, ma la Fim e la Uilm comunque non hanno espresso un
giudizio negativo sulla posizione della controparte sul salario.
CONTRATTO
CONFAPI
La piattaforma presentata dalla Fiom alla Confapi coincide su gran parte dei punti con quella presentata alla Federmeccanica. Al tavolo della Confapi si sono presentate le stesse differenze di posizione tra le organizzazioni sindacali che sono presenti al tavolo della Federmeccanica. La Confapi ha assunto un atteggiamento formalmente diverso dalla Federmeccanica soprattutto sul terreno dei rapporti con le organizzazioni. Essa non ha annunciato preferenze o rapporti privilegiati con questa o quella organizzazione, né ha attaccato la Fiom sullo sciopero del 21, né preso la Fiom a riferimento negativo per quanto riguarda tutti i temi della piattaforma. A questo atteggiamento formalmente corretto nelle relazioni sindacali non corrispondono però finora reali avanzamenti sul piano dei contenuti. Non tutti i temi della piattaforma sono stati svolti adeguatamente, tuttavia già ora la Confapi ha annunciato di avere scarsa disponibilità sul salario, sui diritti e ha presentato una vera e propria contropiattaforma sugli orari di lavoro, con la richiesta di estensione delle flessibilità, di aumento degli straordinari non contrattati e di aumento del monte ore annuale di straordinario. Affinché il negoziato si sblocchi sono necessari rilevanti cambiamenti nelle posizioni finora assunte o preannunciate dalla Confapi. CONTRATTO
COOPERATIVE
Il confronto sul contratto nazionale per i dipendenti delle aziende cooperative si è avviato con leggero ritardo rispetto agli altri tavoli. La rappresentanza delle imprese ha comunque presentato un documento che riassume le posizioni aziendali e che, pur con toni diversi da quelli della Federmeccanica, introduce grosse difficoltà rispetto alla realizzazione di un’intesa. Le Cooperative rivendicano, infatti, la piena parità di costi con gli altri contratti. E’ questa un’esigenza astrattamente incontestabile, ma che nello specifico di questa vertenza, potrebbe voler dire allineamento alle posizioni della Federmeccanica. Bisogna ricordare infatti che nel 2001 le Cooperative, così come la Confapi, non firmarono accordi separati perché non pretesero l’anticipo di 18.000 lire sul contratto successivo. Le Cooperative rifiutano la distribuzione di una quota di produttività nel contratto nazionale, rispondendo così negativamente alla richiesta della Fiom. Inoltre le Cooperative, così come la Confapi, chiedono nuove flessibilità. La vertenza è appena iniziata ma, in ogni caso, i primi segnali non sono positivi.
IL GIUDIZIO DELLA FIOM SULLO
STATO DELLE TRATTATIVE E LE INIZIATIVE DA ASSUMERE La Fiom ha giudicato complessivamente molto distanti o profondamente negative le posizioni sinora assunte dalle controparti. Nello stesso tempo la Fiom ha chiesto su tutti i tavoli di trattativa di utilizzare fino in fondo il periodo della moratoria, che scade il 27 aprile, per provare ad avvicinare le posizioni. Finora, soprattutto da parte della Federmeccanica, non sono venute chiare risposte rispetto a questa posizione della Fiom. La Fim e la Uilm hanno più volte manifestato l’intenzione di voler giungere a un nuovo accordo separato. La Fiom considererebbe un nuovo accordo separato non solo una violazione di tutte le regole democratiche, visto che le piattaforme di Fim e Uilm rappresentano una parte minoritaria dei metalmeccanici, ma anche una violazione delle regole. Se comunque questo evento negativo dovesse verificarsi, la Fiom chiamerebbe alla mobilitazione e allo sciopero immediato tutta la categoria. La trattativa deve continuare, ma se il negoziato non si dovesse sbloccare dopo la conclusione della moratoria, sarà necessario ricorrere all’azione diretta, alla mobilitazione e allo sciopero per modificare la posizione delle imprese. La
Fiom intende inaugurare una nuova stagione delle lotte sindacali,
utilizzando forme di mobilitazione particolarmente incisive. A tale
scopo la Fiom ha deciso di dare avvio alla costituzione di una Cassa
di resistenza, che abbia lo scopo di sostenere i lavoratori
impegnati in iniziative di lotta gravose e prolungate nel tempo e che in
questo momento serva da supporto alla vertenza per il rinnovo del
contratto. |