Il movimento dei migranti e dei Rifugiati di Caserta gli operai della Firema uniti con i fratelli di Brescia e Milano
COMUNICATO STAMPA
Raccolta
di soldi tra gli immigrati per sostenere gli operai della Firema
Da più di tre settimane nelle assemblee settimanali tenute all’ex canapificio i membri del Movimento dei Migranti e Rifugiati di Caserta stanno raccogliendo i propri risparmi per sostenere gli operai. Oggi appello unitario con gli immigrati in lotta per il permesso di soggiorno scesi dalla gru a Brescia ed ancora sulla torre a Milano: Basta sfruttamento e clandestinità, serve l’estensione della regolarizzazione.
Da anni a Caserta un movimento di immigrati e rifugiati con varie iniziative e manifestazioni porta avanti vertenze locali e nazionali per la difesa dei propri diritti. Il Movimento dei Migranti e Rifugiati di Caserta, sostenuto dal Coordinamento Anti-Razzista (CSA “EX-Canapificio”, Caritas, Padri Sacramentini, Padri Missionari Comboniani, Ass. “Jerry Maslo” e Ass. “Black&White”, Operazione Colomba), conta migliaia di cittadini stranieri e la loro lotta si estende a tematiche quali l’attuazione del diritto di asilo, la lotta allo sfruttamento sul lavoro di immigrati regolari e non, la camorra, ogni forma di razzismo (sia culturale che istituzionale), la necessità di una regolarizzazione dei cittadini stranieri, il diritto al voto e alla cittadinanza. Il movimento ripudia un sistema economico e politico che fa largamente uso della manodopera straniera per mantenere i livelli di produzione, ma opta per una politica restrittiva in materia di permessi di soggiorno e diritti dei migranti.
L’8 ottobre di quest’anno gli immigrati del Movimento hanno proclamato e portato avanti il primo sciopero dei lavoratori immigrati contro il caporalato, un evento incredibile che non aveva precedenti in Italia e che ha riscosso notevole interesse anche a livello nazionale. Davanti allo stupore di tutti, quattro mila immigrati africani hanno accolto i caporali alle rotonde con una scritta sul petto: “Oggi non lavoro per meno di 50 euro!”.
E’ passato un mese da quella grande vittoria per la loro dignità, e loro non si sono fermati.
Da allora, il Movimento, nelle assemblee settimanali al centro sociale ex canapificio, ha avviato una riflessione sul diritto al lavoro che va ben oltre le problematiche che riguardano il lavoro degli immigrati: una riflessione che si estende alla crisi sul territorio, comprendendo anche gli italiani.
Di questo spesso si parla alle riunioni del Movimento il mercoledì pomeriggio. Ed è durante una di queste assemblee che gli immigrati hanno deciso di incontrare Lino Canta, delegato Fiom, schierato in prima linea tra gli operai della FIREMA trasporti. Un incontro che ha fatto conoscere la vertenza di questi operai e che ha colpito molto gli immigrati e che è stato solo il primo di altri, e di altri ancora che devono ancora venire. Colpiti dal dramma di queste 540 famiglie gli immigrati hanno deciso di sostenere non solo politicamente gli operai, ma anche venendo in contro ai loro problemi con il poco, talvolta pochissimo, che hanno a disposizione. Ogni mercoledì, durante la loro riunione, gli immigrati fanno girare una scatola destinata a raccogliere quei pochi spicci che hanno in tasca, i risparmi che ognuno può offrire, a sostegno della vertenza degli operai.
Oggi mercoledì 17 novembre l’assemblea avrà degli ospiti speciali, alcuni operai della Firema, e don Antonelo Giannotti della Caritas diocesana di Caserta. Insieme per difendere i diritti del lavoro, sostenere la battaglia per il permesso di soggiorno e per ringraziare i lavoratori immigrati che sono saliti coraggiosamente sulla gru a Brescia e che sono ancora sulla torre a Milano. Questi lavoratori hanno portato all’attenzione della popolazione il dramma di essere costretti dalla legge Bossi-Fini a vivere e lavorare senza poter avere il permesso di soggiorno. Siamo uniti nella stessa lotta con quei fratelli che hanno ricordato a tutta l’Italia che l’ultima regolarizzazione è stata fatta solo per colf e badanti discriminando gli altri lavoratori che sono stati costretti a lavorare a nero o che sono stati truffati e che ora vogliono essere regolarizzati.
17 novembre 2010