Hai un reddito basso, non puoi risiedere a Palosco
Dal Ministero delle Pari Opportunità: “Comportamento discriminatorio. Vittima legittimata anche al risarcimento dei danni morali”
Bergamo, lunedì 12 luglio 2010
Un lettera severa, che sgombra
il campo dai dubbi sulla legittimità o meno di un’ordinanza del
sindaco di Palosco, è arrivata oggi negli uffici della FIOM-CGIL
di Bergamo: il mittente,
La vicenda è quella del cittadino pachistano Ashraf Tahir, di 28 anni, in possesso di un regolare permesso di soggiorno, che si è visto rifiutare la possibilità di ottenere la residenza sul territorio comunale “non avendo raggiunto” si leggeva nell'ordinanza la n.14/2008, “un reddito annuo di importo superiore al livello minimo previsto dalla legge per l'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria” (cioè all’incirca 5000 euro).
All’inizio di giugno
E proprio l’UNAR definisce, nella lettera arrivata oggi, il provvedimento del Comune “un comportamento discriminatorio”:
-“... il dlgs 25 luglio 1998, n. 286 TU, delle Disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, art. 6, subordina l’iscrizione e la variazione anagrafica al semplice possesso del permesso di soggiorno da parte dello straniero”;
- “trattandosi di comportamento discriminatorio, esso legittima la vittima della discriminazione alla tutela giurisdizionale (…) consentendole di esperire l’azione dinanzi al Giudice Ordinario e ottenere non solo la rimozione della discriminazione ma anche il risarcimento dei danni (morali) subiti in seguito a quel comportamento. In conclusione, si richiama l’attenzione del Comune su quanto esposto, invitandolo a conformarsi alla normativa in materia e da comunicare allo scrivente Ufficio le eventuali iniziative che riterrà utile adottare in merito”.
“L’intervento da parte del Ministero per le Pari Opportunità, attraverso il suo ufficio UNAR, conferma l’opportunità delle nostre critiche sollevate nei confronti dell’ordinanza” spiega Mirco Rota, segretario generale provinciale della FIOM-CGIL di Bergamo. “L’obiettivo della nostra azione, oltre a quello di risolvere la vicenda del cittadino in questione, era ed è più generale: impedire il diffondersi di comportamenti discriminatori nei confronti dei più deboli da parte delle amministrazioni comunali”.
12 luglio 2010