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 Iniziati i respingimenti in Libia

 

IMMIGRAZIONE: SOCCORSI 227 E FORSE RICONDOTTI IN LIBIA /ANSA VERSO INTESA CON TRIPOLI DOPO SCONTRO TRA ITALIA E MALTA (ANSA)

PALERMO, 6 MAG - Saranno con ogni probabilità ricondotti in Libia i 227 immigrati di tre barconi soccorsi oggi nel Canale di Sicilia da motovedette italiane.

Secondo fonti maltesi, i migranti dovrebbero essere trasbordati dalle motovedette a una nave della Marina militare, che farà rotta verso il paese nordafricano.

Che la soluzione potesse essere questa, lo si era capito nel tardo pomeriggio, quando il ministro dell'Interno Roberto Maroni aveva detto che «potrebbero esserci importanti novità tra oggi e domani, che per scaramanzia non dirò. Ma se questa cosa andrà in porto si risolverà anche la questione con Malta».

Il riferimento sembrava proprio l'intesa con la Libia. Tra il nostro Paese e Malta oggi si è riproposto il braccio di ferro che il 16 aprile scorso costrinse la nave Pinar, con a bordo 140 naufraghi salvati in quello stesso tratto di mare, a rimanere per quattro giorni al largo in attesa di una soluzione.

Ma dopo i toni duri del primo ministro maltese, Lawrence Gonzi, in serata è arrivata una dichiarazione distensiva del ministro degli Interni Carmelo Mifsud Bonnici: «Basta litigare tra Roma e La Valletta - ha detto - questo non è un gioco.

Anzi, Malta e l'Italia devono essere uniti oggi più che mai, per fare pressione sull'Ue per una politica seria sull'immigrazione. Noi abbiamo rispetto per Maroni e per tutto il governo italiano».

Sui due barconi soccorsi oggi pomeriggio, a circa 35 miglia a sud-est di Lampedusa, c'erano 151 persone; 76 su quello raggiunto stasera, sempre da mezzi italiani. Complessivamente 40 le donne.

Stamattina le autorità della Valletta avevano messo in chiaro che non intendevano accogliere i profughi: «Abbiamo l'obbligo di assistere gli immigrati durante la loro traversata, ma non possiamo essere obbligati a fare sbarcare persone che assolutamente non vogliono scendere a Malta», aveva detto il primo ministro Lawrence Gonzi.

Gli aveva fatto eco il tenente colonnello Manuel Mallia, comandante operativo delle forze armate Maltesi, oggi a Genova per partecipare al Forum delle Guardie costiere del Mediterraneo: «Lampedusa era considerata un porto sicuro. Nel caso della Pinar l'Italia non aveva accettato di far sbarcare gli immigrati a Lampedusa anche se erano molto vicini. Il porto sicuro è dove i naufraghi possono ricevere assistenza.

Lampedusa lo era fino all'anno scorso. Inspiegabilmente oggi non lo è più». Maroni aveva risposto spiegando che «gli italiani hanno fatto oltre 600 interventi che riguardavano immigrati nelle acque maltesi.

Ho grande stima - ha aggiunto - nei confronti del premier maltese, ma »pacta servanda sunt: se i barconi sono nelle acque maltesi è Malta che deve soccorrerli«. Nei prossimi giorni, ha annunciato il ministro dell'Interno, »Tajani andrà a Malta a spiegare la situazione.

Tra noi e loro c'è una diversa interpretazione dei trattati internazionali«.