Il "caso Rosarno" sbarca a Roma
Il "caso Rosarno" sbarca a Roma con l’arrivo in città di diverse decine di migranti. Sono quasi un centinaio messi sul primo treno per la capitale dopo le violenze e le aggressioni subite per aver osato ribellarsi alle condizioni di schiavitù e alle discriminazioni, senza alcuna tutela se non quella di avere salva la vita grazie ad una deportazione di massa. Da più di due settimane, tanti di loro vivono nelle strade della capitale in condizioni di estrema precarietà con il rischio di rimpatri ed espulsioni. E così, da braccianti schiavizzati senza pietà, da vittime della violenza cieca, diventerebbero loro i criminali da punire: sono gli effetti perversi della Bossi-Fini e del Pacchetto sicurezza che fa dei lavoratori stranieri una merce da sfruttare e della clandestinità un comodo alibi oltre che uno strumento per distrarre l’opinione pubblica dal ruolo della criminalità organizzata nello sfruttamento del lavoro nero e nel controllo del territorio. E così in questi giorni a Roma si consuma una vera e propria emergenza umanitaria che chiama in causa tutti quanti operano nel campo dei diritti e del sociale, ma che chiama in causa in primo luogo le istituzioni locali, affinché diano una concreta risposta di accoglienza. Così come hanno fatto alcune realtà del movimento romano. La rete romana antirazzista, composta dalle realtà che hanno solidarizzato coi migranti in rivolta promuovendo nelle ultime settimane una mobilitazione plurale, indice assieme ai migranti di Rosarno presenti a Roma una conferenza stampa per rilanciare la vertenza per il riconoscimento dei diritti e dignità dei lavoratori di Rosarno: regolarizzazione e accoglienza immediata.
Comunità migranti e associazioni antirazziste romane
Martedì 2 febbraio 2010, ore 10.00, Conferenza Stampa a Piazza San Marco, Roma |