Comunicato della Segretaria confederale CGIL Morena Piccinini Clandestinità presunta, razzismo manifesto
Si negano i diritti dei genitori e del neonato per verificare la veridicità di quanto dichiarava una partoriente sulla sua identità e sui suoi documenti. A Napoli, all’ospedale Fatebenefratelli, circa un mese fa è successo quello che abbiamo temuto e denunciato come conseguenza inevitabile del pacchetto sicurezza del governo: ad una giovane madre nata in Costa d’Avorio e richiedente asilo, è stato impedito dopo il parto di avere con sé il figlio, di allattarlo ed accudirlo come fanno tutte le partorienti. E’ successo infatti che dall’ospedale si chiedeva al commissariato di polizia di fare accertamenti sulla identità e sulla richiesta di status di rifugiato. In attesa delle verifiche e delle conferme il bambino è stato “sottratto” ai genitori e trattenuto in ospedale per undici giorni. I diritti e le responsabilità dei genitori sono state cancellate da un dubbio di regolarità del soggiorno. I diritti del neonato letteralmente calpestati da comportamenti illegittimi secondo le norme vigenti e suggeriti da una proposta di legge che non è stata ancora approvata e si spera che non lo sarà mai. Una grave violazione dei diritti della persona e del diritto alla salute che la nostra Costituzione garantisce a tutti. Una conseguenza prevedibile delle crociate contro lo straniero, delle ronde e delle spedizioni punitive che sconfinano in forme di razzismo istituzionale. La CGIL chiede che sia fatta piena luce sulle responsabilità di questo episodio incivile di violazione di diritti fondamentali della donna madre e del bambino, non esclude
|