Documento
dell’assemblea dei e delle migranti Fiom
del 27 gennaio 2007 a Bergamo
L’assemblea
dei e delle migranti iscritti alla Fiom di Bergamo svoltasi lo scorso 27
gennaio, in continuità con la seconda Conferenza Nazionale dei Migranti
Fiom del 14 novembre 2006, per discutere della legislazione
sull’immigrazione e del prossimo rinnovo del Contratto Collettivo
Nazionale di Lavoro dei metalmeccanici, vuole rivolgersi ai Ministri
competenti e di conseguenza al Governo, per evidenziare alcuni dei
principali problemi rispetto alle condizioni di vita e di lavoro dei
lavoratori e delle lavoratrici migranti.
L’abrogazione
della legge Bossi-Fini era e resta una priorità e ulteriori ritardi non
sono più sopportabili. Ma riteniamo necessario sottolineare che anche la
precedente legislazione conteneva una serie di limiti che devono essere
affrontati e superati, perché da un impianto emergenziale e securitario
della legislazione su questa materia, si passi finalmente ad una vera
politica di accoglienza e di integrazione.
Riteniamo
pertanto indispensabile affrontare nei tempi più brevi possibili almeno
le seguenti questioni, elencate qui di seguito:
-
la regolarizzazione generalizzata dei e delle migranti già
presenti nel territorio nazionale è un presupposto imprescindibile per
segnare una vera e tangibile inversione di tendenza nella politica
sull’immigrazione;
-
i CPT vanno chiusi e va abrogata qualsiasi forma di detenzione per
reati amministrativi;
-
una nuova legislazione sull’immigrazione non deve vincolare il
permesso di soggiorno al contratto di lavoro ed affrontare
nell’immediato il problema dei contratti di lavoro cosiddetti atipici e
della disoccupazione determinata da crisi industriali, evitando che la
durata dei permessi di soggiorno per motivi di lavoro costringa a continui
rinnovi del permesso in coincidenza con le proroghe dei contratti di
lavoro o che persone che per decenni hanno regolarmente risieduto in
Italia e perdono il posto di lavoro a causa di processi di
ristrutturazione o delocalizzazione, siano messe in condizione di
rischiare l’espulsione. L’attuale sistema determina una situazione di
stress permanente, costi insostenibili e non consente di affrontare la
ricerca di nuova occupazione in condizioni di tranquillità;
-
a denunce di lavoro nero e di condizioni di sfruttamento ed anche
in caso di denunce per “emersione consensuale”, deve corrispondere
l’immediato riconoscimento del permesso di soggiorno;
-
almeno i rinnovi dei permessi di soggiorno devono essere gestiti
dagli Enti Locali e non dalle Questure e vanno significativamente ridotti
i tempi per ottenere sia il primo permesso di soggiorno, che i successivi
rinnovi;
-
è necessario superare la logica della regolamentazione dei flussi,
in quanto di per sé genera clandestinità;
-
il nuovo sistema operante tramite le poste, rende le pratiche più
complicate, lente, eccessivamente costose e non rende trasparente il loro
iter. Quindi, invece di semplificare gli adempimenti, genera nuove
complicazioni, per giunta a fronte di un aumento non sostenibile dei
costi;
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vanno agevolati i ricongiungimenti familiari;
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è necessario un intervento immediato a tutela della salute e
sicurezza nei luoghi di lavoro per tutte e tutti. Il fatto che il fenomeno
infortunistico sia in aumento tra le lavoratrici ed i lavoratori migranti,
rende inoltre improrogabili ed urgenti anche specifici interventi
formativi che, oltre ad un supporto linguistico, comprendano adeguate
forme di mediazione culturale;
-
è urgente affrontare il problema abitativo, dato che le attuali
norme introducono una serie di vincoli, che complicano la già non facile
ricerca di un’abitazione ed è necessario rendere accessibile ai ed alle
migranti l’edilizia popolare, soprattutto in vista del fatto che
contribuiscono al finanziamento della stessa attraverso la tassazione
comunale;
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per le famiglie migranti, sia un sistema sanitario che un sistema
formativo pubblici ed efficienti, che, ove necessario, prevedano anche
sostegni di mediazione culturale, sono indispensabili;
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vanno semplificate ed accelerate le pratiche per l’ottenimento
della cittadinanza italiana, introducendo lo “ius soli” senza
ulteriori vincoli ed in particolare senza limitazioni basate sul reddito
famigliare;
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va introdotto il diritto al voto, a partire dalle elezioni
amministrative, anche in vista del fatto che i e le migranti regolarmente
residenti in Italia, sono soggetti alla tassazione comunale e regionale e
non possono avere meno diritti degli altri contribuenti;
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serve una legislazione che garantisca la libertà di culto prevista
dalla Costituzione per tutte le minoranze religiose;
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il sistema pensionistico deve garantire ai ed alle migranti che non
intendono restare in Italia dopo il raggiungimento dell’età
pensionistica, sia la possibilità di percepire la pensione nel paese di
residenza, che quella di riscattare integralmente i contributi versati;
-
è necessario superare anche analoghe penalizzazioni in essere per
quanto riguarda i contributi assistenziali;
-
la possibilità di accedere al proprio Tfr in tempi rapidi, anche
più volte nel corso della vita lavorativa, è indispensabile per i e le
migranti e, soprattutto in vista del fatto che non sempre esistono
specifici accordi sindacali, il fondo in via di istituzione presso
l’INPS, deve tenere conto di questa esigenza.
Questi
sono i principali punti sui quali i e le migranti metalmeccanici stanno
aspettando ormai da troppo tempo risposte chiare ed inequivocabili da
questo Governo, alla cui elezione hanno per altro contribuito nei modo a
loro possibili e consentiti, e che hanno inteso portare all’attenzione
dei Ministri competenti, in occasione dell’assemblea pubblica del 30
gennaio 2007 a Roma.
Bergamo,
27 gennaio 2007
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