Per
la libertà ed i diritti dei e delle migranti per
la democrazia - per il contratto La
chiusura immediata dei CPT e la cessazione di tutte le forme di
sottrazione dei diritti verso i migranti fino alla loro completa negazione
sono punti fermi nella linea politica della Fiom, ribaditi anche nel
documento conclusivo del suo XXIII congresso. In
un momento come questo, caratterizzato da una diffusa situazione di crisi
del tessuto industriale, il regolamento attuativo della legge Bossi-Fini
suscita gravi preoccupazioni, soprattutto in vista del fatto che, in
alcune delle zone più colpite dalla crisi, la presenza di lavoratori
immigrati nelle imprese metalmeccaniche è ormai consistente. In questo
quadro è sempre più evidente come la legge Bossi-Fini sia di fatto un
ulteriore strumento mirato ad indebolire i diritti delle lavoratrici e dei
lavoratori, introducendo pesanti disparità tra lavoratrici e lavoratrici,
tra lavoratori e lavoratori. La
legge 30 aumenta la precarietà di tutte e di tutti, ma le lavoratrici e i
lavoratori migranti devono fare i conti anche con: -
il «contratto di soggiorno» necessario per il rinnovo del permesso di
soggiorno, anche per chi risiede regolarmente in Italia da anni e che ha
un contratto di lavoro a tempo indeterminato; -
il regolamento attuativo della legge Bossi-Fini secondo il quale, per chi
va in mobilità, l’indennità è erogata solo per il periodo di residua
durata del permesso di soggiorno, o comunque per un periodo non inferiore
a sei mesi (a prescindere dall’anzianità contributiva maturata); -
il rischio continuo di essere costretti alla clandestinità con tutto ciò
che ne consegue (internamento nei Cpt, espulsioni ecc.). La
combinazione delle disposizioni della legge 30, la legge Bossi-Fini ed il
suo regolamento attuativo, hanno portato ad un drastico peggioramento
della situazione dei lavoratori migranti in Italia. A ciò si aggiunge la
situazione già di per sé drammatica dei ritardi nei rinnovi dei permessi
di soggiorno, le discriminazioni dirette ed indirette che i e le migranti
si trovano ad affrontare nella vita quotidiana, una tendenza alla
criminalizzazione dei e delle migranti, anche a livello istituzionale ed
un crescente clima di intolleranza e di razzismo nella società. Per
questo, nel ribadire che la libertà ed i diritti dei migranti sono una
priorità per tutti, data l’importanza e l’urgenza di mobilitarsi a
sostegno delle loro condizioni di vita, aderisce e partecipa alla
manifestazione del 3 dicembre con una propria delegazione. PER
Giorgio
Cremaschi – Francesca Re David |