Ufficio Migranti

Manifestazione per i diritti dei migranti

Rassegna stampa del 20 ottobre 2005

 

Il Messaggero - Veneto

In piazza a Gradisca contro i Cpt.
Sabato manifestazione nazionale di protesta per la Bossi-Fini Sarà chiesta anche la chiusura di tutti i centri per gli immigrati.

TRIESTE. Ottenere la definitiva chiusura dei Centri di permanenza temporanea (Cpt) e dei Centri di identificazione esistenti, e impedire l'apertura dei due nuovi Cpt a Gradisca d' Isonzo e a Bari: è questo l'obiettivo della manifestazione che si svolgerà sabato a Gradisca, e in parallelo nel capoluogo pugliese, e che è stata presentata ieri a Trieste.

Alla manifestazione - è stato detto - aderirà tutto il movimento nazionale dei migranti, quello antirazzista, antiliberista e laicista, oltre a una forte rappresentanza politica del centro-sinistra, tra cui Rifondazione comunista e Verdi, e una serie di gruppi dei «Cancellati» sloveni in arrivo
da Lubiana, Capodistria e Maribor.

La manifestazione assume anche un valore politico molto forte, considerato il parere contrario rispetto al Centro gradiscano manifestato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, dal Comune di Gradisca e dalla Provincia di Gorizia. «La scadenza di Gradisca - ha sottolineato Dario Piccinini, del Tavolo nazionale migranti - ha una valenza di carattere nazionale, in quanto rappresenta un ulteriore passo verso la lesione totale della libertà dei lavoratori che la legge Bossi-Fini sta realizzando. Per questo chiederemo l'abrogazione dei Cpt, della legge Bossi-Fini che nasce dalla Turco-Napolitano, contro un mercato del lavoro che limita la libertà di movimento; e invocheremo a gran voce l'amnistia per i reati sociali e le lotte verso questi Centri di detenzione illegittimi».

Per reati connessi con le manifestazioni contro i Cpt, sono in atto vari provvedimenti giudiziari, come ha sottolineato Andrea Olivieri del Movimento degli «Invisibili». «Ben dieci attivisti che manifestarono sette anni orsono contro questi Centri - ha ricordato - sono stati condannati in appello con sentenze che prevedono dai 10 ai 12 mesi di detenzione. Una vera e propria vergogna giudiziaria per chi ha lottato sin dall'inizio verso questi campi di concentramento dell'era moderna».

La manifestazione contro i Cpt è connessa con la richiesta di abrogazione della Bossi-Fini che, secondo Moustafà Wagne (Coordinamento Migranti di Verona), «è la madre di tutti i clandestini, in quanto porta all' esasperazione proprio gli immigrati lavoratori che, in un determinato periodo, perdono il lavoro, non rientrando più nei canoni della legge, e rischiano di finire nei Cpt dopo decine di anni di lavoro in Italia e con una famiglia a carico. Ciò esclusivamente per la mancanza di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, che trasforma un regolare cittadino che lavora in un clandestino senza diritti».

Giulio Lauri, segretario regionale di Rifondazione Comunista, ha sottolineato, infatti, «la valenza detentiva dei Cpt, che vanno chiusi immediatamente senza ulteriori indugi», mentre Gianni Pizzati, coordinatore regionale dei Verdi, ha rilevato che «l' abrogazione di questi Cpt e della legge Bossi-Fini è un atto di civiltà fondamentale, una cancellazione dello scempio già promessa in questi giorni da Romano Prodi, che poi dovrà tener fede alla promessa quando andrà al governo».

La manifestazione inizierà sabato alle 13 con ritrovo presso l' ex campo di concentramento di Poggio Terza Armata, per simboleggiare la vicinanza tra un «lager» antico e uno moderno, mentre il corteo vero e proprio partirà alle 14.30 dalla piazza centrale di Gradisca, per dirigersi verso la sede del nuovo Cpt.


Il Messaggero - Veneto   - Gorizia

L'appello del Sindacato unitario dei lavoratori di polizia in vista della manifestazione di sabato
«La protesta anti-cpt sia pacifica» Sammito: siano fatte valere correttamente le ragioni del "no" Il Siulp appoggia l'iniziativa, «ma senza violenze»

GRADISCA. La segreteria isontina del Sindacato italiano unitario dei lavoratori di polizia (Siulp) auspica che quella di sabato sia una «manifestazine ampia, ma pacifica, per far valere le ragioni del "no" al Centro di permanenza tempranea (Cpt) per immigrati di Gradisca».

Il Siulp da sempre considera i Cpt, rileva il segretario prvinciale, Giovanni Sammito, come «la risposta sbagliata a un problema serio. E il limite congenito di queste strutture risiede nel fatto che sin dalla loro istituzione - avvenuta con la legge Turco-Napoletano e successivamente peggiorata con la Bossi-Fini - sono state concepite sull'onda di quella che, a ridosso dell'anno 2000, fu falsamente rappresentato come un dramma nazionale: ovvero "l'emergenza clandestini". Figli della cultura dell'emergenza, infatti, da subito i Cpt si sono rivelati inadeguati a rispondere alle esigenze di un fenomeno epocale il quale, come si è visto, necessita di misure razionali e, soprattutto, ostenibili nel lungo periodo». «Perseverare nella realizzazione di nuovi centri di trattenimento – aggiunge Sammito - è dunque tanto inutile sotto il profilo del contrasto al fenomeno dell'immigrazione illegale, quanto dispendioso dal punto di vista economico. Non sfugge, quindi, a queste considerazioni di carattere generale il Cpt di Gradisca che, anzi, per dimensioni, costi e dislocazione geografica potrebbe comportare difficoltà aggiuntive rispetto a quelli di altre città».

Il Siulp isontino, pertanto, auspica che la manifestazione di protesta contro l'istituzione del Cpt di Gradisca, in programma sabato, «sia ampia e pacifica. Ampia e pacifica perché solo in questo modo possono farsi valere le ragioni di tutte le istituzioni locali - Comune, Provincia, Regione e associazioni varie -, oltrechè della comunità più in generale. Di converso, invece, deprecabile e controproducente è ogni atto di violenza che finirebbe per vanificare la causa di quanti, legittimamente e democraticamente, vogliono esprimere tutta la loro contrarietà all'istituzione del Cpt di Gradisca, che anche per il maggiore dei sindacati di polizia, il Siulp, appunto, sarebbe meglio riconvertire in spazi da destinare ad altri scopi». Cambia il percorso del corteo

Il programma

GRADISCA. Contrordine: il percorso che sabato 22 porterà il corteo dei manifestanti contro i Cpt da piazza Unità all'ex caserma "Ugo Polonio" cambia ancora. A deciderlo, stavolta, non il coordinamento dei partiti e delle associazioni, ma il summit straordinario che, martedì sera, ha visto come protagonisti in Questura esponenti della Digos e delle forze dell'ordine, i consiglieri regionali Metz (Verdi) e Franzil (Rifondazione comunista), Olivieri (Disobbedienti), il consigliere comunale di Monfalcone Altran e rappresentanti della "Rete" regionale contro i centri per migranti. Confermati gli orari (primo ritrovo, con partenza alla volta di Poggio per una visita simbolica al monumento che ricorda il Lager della seconda guerra mondiale, alle 13, seconda adunata alle 14.30 per poi partire alla volta dell'ex caserma "Ugo Polonio"), si è infatti deciso di dirottare il corteo attraverso viale Regina Elena, Mercaduzzo, tutta via Roma e via Udine.

Alla base della decisione ragioni di ordine pubblico che hanno portato forze dell'ordine e organizzatori a optare per le principali arterie cittadine, così da potere sfruttare sedi stradali più ampie e compatibili con le previsioni che a oggi indicano in circa tremila i manifestanti attesi per sabato nella città della Fortezza. Escluse dal percorso, quindi, sia via Aquileia sia borgo Santa Maria Maddalena.

Nella stessa occasione sono stati concordati anche il percorso per il ritorno in piazza Unità del corteo che, una volta lasciata la struttura di via Udine, risalirà tutto viale Trieste fino al centro cittadino, e le aree  destinate al parcheggio delle decine di pullman attesi da tutto il Norditalia. La zona interessata sarà quella della località San Valeriano, con coinvolte le vie Martin Luther King e dell'Agricoltura.

Fra i principali temi di discussione affrontati nel summit di martedì, ovviamente, anche quello relativo alle iniziative che saranno "concesse" ai manifestanti. Memori delle incomprensioni che, nella manifestazione dello scorso 26 febbraio, furono di fatto alla base degli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine, infatti, nel corso della riunione è stata stesa una prima lista delle azioni dimostrative consentite. Lista che sarà concordata ufficialmente domani mattina, quando, sempre in Questura a Gorizia, si terrà un nuovo incontro fra manifestanti e forze dell'ordine alla presenza del questore Ruocco.

(ma.ce.)


Il Piccolo - Trieste  

Immigrazione, disobbedienti in corteo contro la Bossi-Fini

CORTEO A GRADISCA. Disobbedienti, rappresentanti del Tavolo Migranti e numerose altre associazioni si sono dati appuntamento di fronte al Portovecchio. «A 7 anni dalla nascita di quel movimento che andava a contestare l'attivazione di un Centro di permanenza temporanea proprio in questo comprensorio - ha spiegato Andrea Olivieri, in rappresentanza dell'Assemblea nazionale dei Movimenti per la libertà di circolazione e per la chiusura dei centri di detenzione dei migranti - ci ritroviamo per affermare i diritti dei migranti. E a annunciare per sabato 22 ottobre l'organizzazione di una manifestazione a Gradisca d'Isonzo contro la legge Bossi e Fini e contro i nuovi campi che si intendono attivare nella località isontina e in quel di Bari, dove si svolgerà un'analoga manifestazione. Un momento di incontro e di riflessione per dire no all'apertura di quello che è lecito definire l'ennesimo campo di concentramento, come abbiamo avuto modo di apprendere nella recente indagine vissuta e raccontata in prima persona dall'inviato dell'Espresso Fabrizio Gatti nel centro di Lampedusa». Accanto ai rappresentanti dell'Assemblea, la presenza di diversi rappresentanti del mondo politico e sindacale, Giulio Lauri per Rifondazione, Gianni Pizzati per i Verdi, Antonio Saulle per la Fiom - Cgil, a solidarizzare con gli immigrati e a sancire un fronte ideale di contestazione di fronte alla messa a punto dei nuovi centri e a una legge Bossi Fini rea di aver favorito la clandestinità invece di sanarla. «Il decreto di attuazione della Bossi Fini - hanno affermato i rappresentanti dell'Assemblea nazionale dei Movimenti - ha evidenziato il fatto che i migranti sono considerati solo forza lavoro, da usare o espellere a seconda delle esigenze del mercato».

ma.lo.


Il Piccolo - Gorizia  

L'iniziativa si svolgerà in contemporanea con quella in programma a Bari.

Treni speciali da Trieste Olivieri: «Stiamo subendo gravi conseguenze penali per il nostro impegno a sostegno dei migranti»

Corteo anti-Cpt, attesi in 8mila

Si terrà sabato la manifestazione dei Disobbedienti contro la Bossi-Fini

GRADISCA. In ottomila contro il Cpt. Gradisca sarà teatro sabato di una manifestazione nazionale contro la legge Bossi-Fini e l'apertura di Centri di permanenza temporanea.

Disobbedienti, Invisibili, rappresentanti del Tavolo migranti e numerose altre associazioni hanno presentato l'iniziativa ieri al Portovecchio di Trieste. Al corteo che si snoderà alle 15 da piazza Unità sono attese almeno ottomila persone. «A sette anni dalla nascita di quel movimento che andava a contestare l'attivazione di un Centro di permanenza temporanea proprio in questo comprensorio - ha spiegato ieri a Trieste Andrea Olivieri, in rappresentanza dell'Assemblea nazionale dei Movimenti per la libertà di circolazione e per la chiusura dei centri di detenzione dei migranti - ci ritroviamo per affermare i diritti dei migranti. E ad annunciare per sabato l'organizzazione di una manifestazione a Gradisca d'Isonzo contro la legge Bossi-Fini e contro i nuovi campi che si intendono attivare nella località isontina e in quel di Bari, dove si svolgerà un'analoga manifestazione. Un momento di incontro e di riflessione per dire 'no' all'apertura di quello che è lecito definire l'ennesimo campo di concentramento, come abbiamo avuto modo di apprendere nella recente indagine vissuta e raccontata in prima persona dall'inviato dell'Espresso Fabrizio Gatti nel centro di Lampedusa». Accanto ai rappresentanti dell'Assemblea, l'incontro ha visto la presenza di diversi esponenti del mondo politico e sindacale locale - Giulio Lauri per Rifondazione comunista, Gianni Pizzati per i Verdi, Antonio Saulle per la Fiom-Cgil - a solidarizzare con gli immigrati e a sancire un fronte ideale di contestazione di fronte alla messa a punto dei nuovi centri di permanenza temporanea e a una legge Bossi-Fini rea di aver favorito la clandestinità invece di sanarla. «Il decreto di attuazione della Bossi-Fini - hanno affermato i
rappresentanti dell'Assemblea nazionale dei Movimenti -, che subordina il rinnovo dei permessi alla stipula del contratto di soggiorno con i datori di lavoro, ha reso ancora più evidente il fatto che i migranti sono considerati soltanto forza lavoro, da usare, costringere nei Cpt o espellere a seconda delle esigenze del mercato».

«E l'intreccio con la legge 30 'Biagi' sul lavoro - è intervenuto Antonio Saulle - precarizza ulteriormente le condizioni di vita di queste persone».

«Mentre i lavoratori migranti sopportano queste vessazioni - ha continuato Olivieri - centinaia di militanti e attivisti subiscono con sempre maggiore accanimento le conseguenze penali del loro impegno per la richiesta di chiusura dei Cpt e dei centri di identificazione. In sede locale sono una decina le persone che sono state incriminate a tale riguardo e che rischiano paradossalmente dai 10 ai 12 mesi di carcere».

La manifestazioni di Gradisca (saranno numerosi gli attivisti triestini che raggiungeranno l'Isontino in treno per partecipare all'iniziativa) e di Bari saranno preludio per una settimana di ulteriori iniziative locali contro il decreto di attuazione, e propedeutiche alla grande manifestazione nazionale di Roma programmata per il 3 dicembre.

ma.lo.