Immigrazione e democrazia
La
condizione dei migranti, in Italia come in Europa, ha assunto una
centralità politica crescente negli ultimi anni. L’entità del fenomeno
e le sue caratteristiche ne fanno un banco di prova per la tenuta
democratica delle nostre società. Eppure pochi sono oggi i politici che
hanno consapevolezza di questa centralità. I
migranti sono oggi gli ultimi. Quelli su cui si concentrano le peggiori
pratiche nei rapporti tra pubblica amministrazione e cittadini, tutta la
retorica razzista e segregazionista di una parte della nostra società, la
peggiore e più instabile legislazione, le politiche più lontane
dall’esigenza delle persone. L’azione
dei governi europei, sia pure con differenze, è complessivamente
influenzata dalla retorica securitaria e da una concezione
proibizionista, che si intreccia con una idea
utilitarista dei migranti. Pensiamo
che sia necessario costruire una nuova cultura politica dei diritti dei
migranti, a partire da alcuni punti centrali che definiscano una strategia
di governo alternativa del fenomeno migratorio: un’alternativa possibile
solo se la discussione parte dalla realtà che oggi vivono i migranti, dai
meccanismi di esclusione, sfruttamento e repressione a cui sono
sottoposti, dalle leggi discriminatorie alle quali devono sottostare, da
un protagonismo politico dei migranti. Si
parla invece di immigrazione troppo spesso richiamando argomenti estranei
alle questioni che pone la presenza di stranieri in Italia: legalità,
sicurezza, solidarietà, rigore,… tutte parole che non hanno alcun
legame con la gestione di un fenomeno sociale che necessità di regole
eque, giuste ed efficaci. Si
fa ricorso alle paure indotte, all’insicurezza dei nostri concittadini,
per presentarsi come seri e responsabili, senza chiedersi quali sono le
conseguenze concrete, sulla pelle degli immigrati e sulle comunità
locali, pensando soprattutto a rassicurare l’elettorato. In realtà si
contribuisce a costruire un senso comune negativo nei confronti dei
migranti, una rappresentazione sociale che genera razzismo ed esclusione
sociale. Anche
rispetto al barbaro attentato di Londra che impone tragicamente
l’emergenza del terrorismo si corre il rischio che l’impeto dei
provvedimenti anti-terrorismo si abbatta sul mondo dell’immigrazione. Se
ciò accadesse sarebbe disastroso non solo per l’effetto sulle
condizioni di libertà e di sicurezza degli immigrati e sul livello di
libertà e democrazia del nostro paese, ma anche per una risposta efficace
e vincente al terrorismo. E’
evidente a tutti che il terrorismo non ha niente a che vedere con i flussi
migratori, lo dimostrano anche le indagini in corso sia sull’attentato
alle torri gemelle sia su quelli di Madrid e di Londra. Chi sostiene il
contrario lo fa in malafede, strumentalizzando le paure e le insicurezze
indotte della gente. Un
provvedimento di regolarizzazione degli immigrati presenti nel nostro
Paese consentendo l’auto-denuncia o la denuncia con il datore di lavoro
delle condizioni di lavoro in nero, avrebbe un grande valore di
legalizzazione ed anche di sicurezza, oltre che di emersione del lavoro
sommerso con gli elementi di asservimento e ricatto. In
questo incontro tra responsabili immigrazione di associazioni, sindacati e
partiti in occasione dell’XI Meeting Antirazzista ci proponiamo di
assumere e promuovere dieci punti di merito che dovranno caratterizzare
l’impegno programmatico e la proposta di governo dell’unione in
materia di immigrazione. Bisognerà
altresì praticare un percorso di reciproco riconoscimento e
coinvolgimento nella definizione del programma tra partiti e
organizzazioni sociali, percorso che dovrà essere democratico, aperto e
trasparente, aperto al contributo dei lavoratori/trici e cittadini/e
immigrati/e anche attraverso la proposta di consentire agli stranieri di
votare alle primarie. I
punti su cui chiediamo un impegno all’Unione sono i seguenti: 1.
ratifica della
Convenzione ONU sui diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie; 2.
introduzione della
cittadinanza di residenza nel Trattato Europeo; 3.
una legge per il diritto
d’asilo che assicuri la tutela effettiva dei diritti del richiedente in
ogni fase del procedimento; 4.
diritto di voto
attraverso l’approvazione di una legge ordinaria; 5.
superamento della
politica delle quote per gli ingressi e istituzione di un permesso di
soggiorno per ricerca di lavoro; 6.
chiusura dei CPT e di
ogni forma di detenzione amministrativa; 7.
introduzione di
procedure di regolarizzazione ordinaria ; 8.
passaggio di competenze
dalle Questure agli enti locali e trasferimento di risorse per
l’accoglienza e l’integrazione; 9.
riforma della legge
sulla cittadinanza; 10.
un piano nazionale di
lotta alle discriminazioni istituzionali e sociali dei lavoratori/trici e
cittadini/e immigrati/e. |