Ufficio Migranti

 

Report della riunione del coordinamento nazionale migranti Fiom

svoltosi a Bologna il 21 gennaio 2010

 

Il 21 gennaio 2010 a Bologna si è riunito il Coordinamento Nazionale Migranti Fiom per fare il punto sulla situazione generale, quella del settore, quella specifica della Fiom e sulle iniziative in discussione sulle tematiche dell’immigrazione.

Quello che segue è una relazione sulla discussione svoltasi su questi argomenti, redatto dell’Ufficio Migranti della Fiom nazionale.

Le decisioni della Fiom sulle proposte emerse dalla discussione verranno assunte nelle sedi proprie e rese note con le consuete modalità.

Situazione generale

La fase politica vede un attacco senza precedenti principi della costituzione ed alla stessa democrazia. Il lavoro è al centro di questo attacco, così come lo sono gli uomini e le donne migranti, come lavoratrici e lavoratori e nella negazione dei diritti di cittadinanza.

Il carattere sempre più discriminatorio, ove non apertamente razzista, dell’impianto legislativo sia nazionale, che a livello locale nei provvedimenti amministrativi, rende evidente che le leggi sull’immigrazione non sono solo una negazione di diritti, ma leggi che hanno l’obiettivo di dividere il modo del lavoro per indebolire tutte e tutti. La risposta in campo non è ancora adeguata alla gravità della situazione.

La retorica del razzismo sta riuscendo a far passare nei confronti dell’opinione pubblica altri strumenti che non solo infieriscono ulteriormente sugli uomini e le donne migranti, ma limitano l’agibilità democratica per tutte e tutti e in realtà hanno come fine il controllo e la repressione in particolare delle lotte sociali e che vengono legittimati da questa stessa retorica razzista (p.es. “pacchetto sicurezza”). Tutto questo determina una situazione gravissima, che richiede un livello non solo di attenzione, ma di mobilitazione costante per rispondere ai bisogni ed ai problemi degli uomini e delle donne che rappresentiamo. Il sindacato non può quindi limitarsi a promuovere giuste e necessarie campagne antirazziste, ma deve mettere in campo iniziative concrete che rimettano al centro il lavoro e in questo contesto le problematiche del lavoro migrante. La grande manifestazione del 17 ottobre non deve rimanere un episodio.

I fatti di Rosarno devono essere al centro della nostra attenzione, senza trascurare nessuno degli aspetti anche specifici che li caratterizzano: sfruttamento del lavoro nero, razzismo, leggi sbagliate, caratteristiche sociali del territorio che creano di fatto una filiera che si tiene sullo sfruttamento dei migranti, controllo del territorio da parte della criminalità organizzata che ne determina un’ “inagibilità democratica” di fatto. La conclusione dell’intera vicenda, che ha visto l’allontanamento dei migranti a tutela della loro stessa vita, segna una grave sconfitta sotto ogni punto di vista.

Il contesto, che è quello della desertificazione industriale del mezzogiorno, fa sì che questa vicenda riguardi ed interroghi la Fiom nel complesso del suo agire politico. La costruzione di una manifestazione in Calabria che nasca da un percorso condiviso con le realtà della società civile in quel territorio e che sappia mantenere una continuità, è una prima risposta che il Coordinamento Migranti Nazionale Fiom ritiene utile e necessaria.

Situazione nel settore metalmeccanico

Nel 2010 le conseguenze della crisi economica e finanziaria globale stanno assumendo un carattere drammatico. Come ci hanno concretamente dimostrato i dati dell’inchiesta Fiom, generalmente le famiglie delle lavoratrici e dei metalmeccanici migranti sono numerose e monoreddito, con un livello di reddito (e salariale) di norma inferiore a quello delle lavoratrici e dei lavoratori italiani. Sempre dai dati dell’inchiesta risulta che i e le migranti hanno più spesso contratti di lavoro precari e sono quindi tra i primi a perdere il posto di lavoro.

In alcuni territori fino all’80% delle lavoratrici e dei lavoratori migranti con contratti a tempo indeterminato sono in CIG. A questo si aggiunge il fatto che o per vere e proprie discriminazioni, o per oggettive difficoltà linguistiche e/o carenze nella qualificazione professionale, laddove sono previsti meccanismi di rotazione, le lavoratrici ed i lavoratori migranti incontrano maggiori difficoltà ad esservi inseriti.

Nei territori che sono stati tra i primi a sentire gli effetti della crisi, sono molti e molte ad usufruire già ora del “permesso di soggiorno per nuova occupazione”, che in base al regolamento attuativo della legge Bossi-Fini, ha durata massima pari a quella residua del permesso di soggiorno o comunque non inferiore a sei mesi. La situazione rischia quindi di precipitare a breve con la perdita del permesso di soggiorno, con tutte le conseguenze che questo comporta e che sono aggravate da quanto previsto nel “pacchetto sicurezza”.

In vista del fatto che i tempi e le modalità per ottenere dati che consentano una misurazione oggettiva della realtà nei territori sono lunghi, il Coordinamento ritiene necessario tentare un percorso di monitoraggio che possa consentire una stima dei tempi di precipitazione di questo gravissimo problema, tenendo anche conto della forte presenza di migranti nelle piccole imprese e nel settore artigiano.

Fiom

Il Coordinamento ritiene che entro il 2010 debba svolgersi un’iniziativa nazionale dei e delle migranti della Fiom, che dovrà concentrarsi sulle problematiche legate ai permessi di soggiorno e, anziché un’iniziativa “al chiuso”, ritiene utile valutare la possibilità di costruire una manifestazione in un luogo pubblico e aperto, rappresentativo rispetto ai problemi che affrontano le lavoratrici ed i lavoratori migranti, con l’obiettivo di avviare una vertenza specifica e di ottenere risposte concrete.

Ogni iniziativa della Fiom nell’ambito della campagna per la democrazia avviata su decisione del Comitato Centrale, deve tenere conto della specificità della condizione delle lavoratrici e dei lavoratori migranti. Una specifica valutazione sarà necessaria anche rispetto alla raccolta firme per il disegno di legge di iniziativa popolare sulla democrazia sindacale. Chi non ha la nazionalità italiana e quindi non ha il diritto di voto, non potrà apporre una firma certificata e quindi valida. Di questo va tenuto conto nell’individuazione di una modalità per la raccolta delle firme delle lavoratrici e dei lavoratori migranti, che non risultati frustrante e sappia rimettere al centro della campagna una battaglia della Fiom per il diritto di voto dei e delle migranti.

Va proseguito ed esteso il lavoro di costituzione dei Coordinamenti migranti in tutti i territori.

Rispetto all’attuale fase congressuale, il Coordinamento Migranti Nazionale Fiom chiede all’intera organizzazione di lavorare per una rappresentanza adeguata dei e delle migranti nelle platee congressuali e quindi negli organismi dirigenti, nel rispetto della norma statutaria.

Per quanto riguarda il Congresso nazionale della Fiom, il Coordinamento si attiverà per una raccolta di materiali audio, video, ecc. sui temi dell’immigrazione e del lavoro migrante.

Prossime Iniziative di mobilitazione, “1 marzo – un giorno senza di noi”

La discussione su uno sciopero dei migranti non nasce oggi, neanche nell’ambito del Coordinamento Nazionale Migranti Fiom. L’iniziativa del 1 marzo, partita dalla Francia e ripresa in Italia attraverso la rete, ha di fatto aperto uno spazio pubblico che è di tutti. Il Coordinamento ritiene che la Fiom debba saperlo riempire con i propri contenuti e le proprie modalità.

Attraverso modalità che per molti aspetti sono nuove (vedi ad esempio il B-Day), ma anche per l’attenzione che la proposta ha avuto da parte dei media in particolare dopo i fatti di Rosarno, si è infatti creata un’aspettativa reale nei posti di lavoro. Non è pensabile perdere un’occasione di tale portata.

Non vanno nascosti i problemi che indubbiamente ci sono (la crisi, la paura di perdere il posto di lavoro; la frattura sociale e il razzismo, elementi da cui non sono immuni i posti di lavoro; le difficoltà anche organizzative; il limite dato dalla diversità dei rapporti di lavoro che non sono esclusivamente di lavoro dipendente, ecc.).

Il Coordinamento ritiene quindi necessario costruire una proposta con strumenti articolati, che siano accessibili al maggior numero possibile di persone. È fondamentale mantenere l’interlocuzione con tutti i soggetti del sindacato e del movimento che sono in campo su questi contenuti a livello nazionale e nei territori e con le comunità e le realtà dell’auto-organizzazione dei migranti, a partire dalle quelle che hanno dato vita alla manifestazione del 17 ottobre, partecipando al percorso di discussione complessivo e facendo sì che il percorso sia e resti aperto a tutti e tutte coloro che vogliono contribuire e partecipare. In questo senso, il Coordinamento ribadisce l’importanza dell’assemblea nazionale delle realtà dei migranti e antirazziste del 24 gennaio a Roma. La Fiom deve essere anche sui temi dell’immigrazione un punto di riferimento per chi giustamente vuole esprimere il proprio disagio e rivendicare i propri diritti.

Il Coordinamento ritiene che la giornata del 1 marzo sia un’importante tappa di un percorso che deve proseguire, partecipando attivamente anche altre iniziative in via di discussione/costruzione ed avere come obiettivo la convocazione di uno sciopero generale di tutte e di tutti sui temi dell’immigrazione.

Per agevolare la riuscita della giornata, il Coordinamento Nazionale Migranti Fiom chiede all’organizzazione di valutare la fattibilità tecnica dell’eventuale spostamento di iniziative previste per quella data e, qualora non fosse possibile, di caratterizzarle con momenti di visibilità in linea con le proposte concrete elencate qui di seguito.

Le proposte concrete per la partecipazione della Fiom al percorso di costruzione di una giornata di mobilitazione nazionale per il 1 marzo emerse dalla discussione sono le seguenti:

Da qui al 1 marzo il Coordinamento ha individuato due tappe di particolare importanza: la manifestazione del 6 febbraio a Brescia e l’iniziativa in costruzione a Biella per il 13 febbraio, che nasce dal dramma che ha colpito il nostro compagno Adam Mbodj. Entrambe dovranno vedere l’adesione e la presenza di una delegazione del Coordinamento Nazionale Migranti Fiom.

Possibile articolazione della giornata di mobilitazione del 1 marzo, così come emersa dalla discussione:

Chi partecipa?

Come dice il manifesto del comitato e dell’appello originario francese “immigrati, seconde generazioni e italiani, accomunati dal rifiuto del razzismo, dell’intolleranza e della chiusura che caratterizzano il presente italiano”.

Cosa fare?

  • Nei posti di lavoro e nei territori dove ce ne siano le condizioni vanno fatte iniziative di sciopero, assemblee con sciopero, fermate, indetti dalle Rsu. Assemblee sui problemi dell’immigrazione. Per i posti di lavoro dove non sono presenti Rsu, il Coordinamento chiede alla Fiom di individuare modalità che consentano di assumere l’impegno di garantire la tutela dei e delle migranti che vorranno promuovere mobilitazioni o parteciparvi.

  • Indossare un segno distintivo di colore giallo (p.es. nastro, maschera, ecc.) che simboleggi l’adesione, condivisione e partecipazione. A questo potrà essere abbinata una lettera o un volantino sullo schema di quello preparato per la manifestazione del 17 ottobre, che illustri la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori migranti.

  • Invitare le famiglie di migranti a non mandare i figli a scuola, anche evidenziando l’inaccettabilità della proposta del tetto del 30% nelle classi.

  • Astensione dai consumi, intervento nel territorio per proporre l’interruzione di attività gestite da migranti.

  • Sostegno/partecipazione/promozione di manifestazioni ed iniziative di visibilità in spazi pubblici e in particolare nei luoghi di negazione dei diritti.

  • Valutazione della possibilità di uno “sciopero bianco”. A questo proposito andranno valutati con attenzione, anche dal punto di vista della sostenibilità politica, quali possano essere i destinatari dei fondi eventualmente raccolti. Una possibilità significativa potrebbe essere quella di destinarli alla popolazione di Gaza, anche in vista della grande attenzione che quella situazione ha avuto da parte delle comunità di migranti in Italia e altrove.

Quale piattaforma?

Il Coordinamento ritiene che lo slogan debba essere quello proposto dal Comitato che ha lanciato l’iniziativa in Italia: “1 marzo 2010, una giornata senza di noi” per segnare la presenza di donne e uomini migranti e l’assenza di diritti e di riconoscimento dell’apporto che danno alla società.

Il Coordinamento ritiene che questo slogan vada integrato con i punti di merito della piattaforma della manifestazione del 17 ottobre (riportata qui di seguito) con tre aggiunte evidenziate in corsivo:

  • No al razzismo

  • Regolarizzazione generalizzata per tutti

  • Rilascio immediato del permesso di soggiorno per protezione umanitaria per tutti i migranti provenienti da Rosarno

  • Abrogazione del pacchetto sicurezza

  • Accoglienza e diritti per tutti

  • No ai respingimenti e agli accordi bilaterali che li prevedono

  • Rottura netta del legame tra il permesso di soggiorno e il contratto di lavoro

  • Pieno godimento dei diritti di cittadinanza e diritto di voto

  • Estensione dell’articolo 18 del T.U. e rilascio del permesso di soggiorno a tutti e tutte coloro che denunciano situazioni di lavoro nero e di sfruttamento

  • Diritto di asilo per rifugiati e profughi

  • Chiusura definitiva dei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE)

  • No alla contrapposizione fra italiani e stranieri nell’accesso ai diritti

  • Diritto al lavoro, alla salute, alla casa e all’istruzione per tutte e tutti

  • Mantenimento del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro

  • A fianco di tutti i lavoratori e le lavoratrici in lotta per la difesa del posto di lavoro

  • Contro ogni forma di discriminazione nei confronti delle persone gay, lesbiche, transgender 


 

Ufficio Migranti Fiom nazionale

 

Roma, 25 gennaio 2010