Ufficio Migranti

 

Senza memoria non c’è futuro

 

Il 16 ottobre di 65 anni fa nella città di Roma vennero rastrellati e deportati oltre 1000 ebrei romani, poco più di una decina di loro riuscì a sopravvivere ed a tornare a casa.

La memoria degli orrori del nazi-fascismo e dei crimini contro l’umanità che in quel epoca vennero commessi è di fondamentale importanza, oggi come ieri.

La memoria non può e non deve però essere astratta, a se stante, disgiunta dall’agire quotidiano.

È bene ricordare che le leggi razziali applicate in Italia contro la popolazione di religione ebraica partirono dalla schedatura degli ebrei, dalla loro espulsione dalle scuole e dalle università, così come dai posti di lavoro pubblici, per poi condurre all’orrore delle deportazioni e dello sterminio.

In un paese il cui passato è macchiato da simili crimini ed orrori, oggi si pratica la schedatura dei Rom, la detenzione amministrativa, si ammettono ai concorsi per la pubblica amministrazione solo cittadini italiani, si vorrebbero introdurre classi differenziate per migranti, vige una legge come la Bossi-Fini, il cui stesso impianto è basato sulla discriminazione e sulla negazione di diritti, dilagano fenomeni gravissimi di xenofobia, di cui media e buona parte della politica negano il carattere palesemente razzista.

Tutto questo è intollerabile e richiede una risposta forte ed immediata in termini di mobilitazione e di impegno quotidiano della società civile. Serve una pratica diffusa, capillare e continua di militanza antirazzista, lotte, pratiche ed atti concreti in favore dei diritti dei e delle migranti.

Senza questi presupposti, le parole “mai più” si svuotano drammaticamente di significato e rischiano di ridursi a uno slogan privo di senso.

 

Ufficio Migranti Fiom-Cgil
 

Roma, 16 ottobre 2008