Direttiva europea sul rimpatrio La Fiom conferma il giudizio negativo sulla direttiva europea sul rimpatrio approvata in data odierna, giudizio per altro condiviso da numerose realtà tra cui l’Alto Commissariato dell’ONU per i Diritti Umani. La direttiva affronta ancora una volta il fenomeno migratorio in modo repressivo e securitario, mentre nulla viene fatto per facilitare l’ingresso nell’UE per vie “legali” e poco o nulla per una concreta politica di accoglienza e convivenza. È particolarmente odiosa la possibilità di prolungare la detenzione amministrativa fino a 18 mesi, che ignora completamente le denunce che negli anni si sono susseguite sia da parte delle Ong e della società civile, che da parte di organismi ufficiali ed autorevoli come la Commissione De Mistura. Tutto questo avviene a pochi giorni dalla notizia dell’ennesimo tragico naufragio nel Canale di Sicilia. L’Europa che si va costruendo è sempre più una fortezza blindata che rifiuta ostinatamente anche solo di vedere le stragi causate dalle guerre e dalla povertà nel mondo che la circonda e quelle che si verificano quotidianamente lungo le sue frontiere tra coloro che fuggono dalla disperazione nei propri paesi di origine, come fanno i bambini piccoli che pensano di non essere visti quando si coprono gli occhi. Ma non basta non vedere per liberarsi dalle proprie responsabilità.
Ufficio Migranti Fiom-Cgil Roma, 18 giugno 2008
- Comunicato Fiom dell'8 maggio + testo originario della direttiva - Ordine del Giorno Esecutivo FEM - Stato dei lavori e documenti collegati
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