Comunicato sull'accordo raggiunto a Brescia sulla Cigs

 

La crisi del tessuto industriale, sulla quale pesano la situazione di stallo della vertenza per il biennio economico del CCNL e soprattutto le disposizioni discriminatorie introdotte dal regolamento attuativo della legge Bossi-Fini, determinano per le lavoratrici ed i lavoratori metalmeccanici migranti una situazione di grave disagio e precarietà. A questo si aggiunge la pesantezza del clima di sospetto che si sta via via accentuando e che non può che accrescere la preoccupazione.

Non va inoltre dimenticato, che la maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori migranti spendono una parte consistente del proprio reddito per sostenere le famiglie nei paesi di origine e che, a fronte di situazioni di difficoltà, non possono quindi godere qui in Italia, di quella sorta di “rete di protezione” data dal tessuto famigliare e sociale.

In un tale contesto si conferma l’importanza dei luoghi di lavoro come momenti di incontro e di scambio e della contrattazione come strumento fondamentale per la costruzione di percorsi di solidarietà e di integrazione reali, che sono la base per una società multietnica e multiculturale. Esistono a questo proposito interessanti esempi di accordi che dimostrano come a partire dalla necessità di rispondere alle problematiche del lavoro migrante, sia possibile conquistare diritti per tutte e per tutti. Per questo riteniamo utile segnalare l’accordo sottoscritto lo scorso 18 luglio dai sindacati metalmeccanici bresciani per affrontare i casi di tre aziende in crisi, che occupano un numero significativo di migranti, che è stato segnalato anche dalla stampa locale.

 

Ufficio Migranti Fiom-Cgil Nazionale

Roma, 3 agosto 2005