Comunicato sindacale

 

La circolare “ferie” del 29 giugno 2004, per il reingresso dei lavoratori migranti, con permesso scaduto o in scadenza nei mesi di luglio, agosto e settembre, che stabilisce la possibilità di uscire dall’Italia e rientrare anche se il premesso è scaduto, previo presentazione della ricevuta rilasciata al momento della domanda di rinnovo, è lodevole nelle intenzioni, perché prova ad affrontare un problema molto sentito, come dimostrano le tante mobilitazioni sul tema dei migranti e dalle organizzazioni che li rappresentano, ma allo stesso tempo la soluzione  è  restrittiva e costosa, al limite dell’impraticabilità, per una parte rilevante dei lavoratori migranti. L’obbligo di transitare per lo stesso valico di frontiera, senza transitare per altri paesi che applicano il patto di Schengen obbliga, di fatto, l’uso dell’aereo come unico mezzo per recarsi presso i paesi d’origine. Per molti lavoratori migranti e ancor più per coloro che hanno famiglia, il costo è proibitivo: è l’esempio la famiglia di 5 persone che deve recarsi in Marocco, viaggio normalmente fatto con l’auto, che si troverebbe a dover sostenere una spesa intorno ai 4.000 euro solo di viaggio. È così per altri lavoratori di paesi che non confinano direttamente con l’Italia. Il mancato rinnovo, da parte delle questure, per tempo dei permessi di soggiorno è l’effetto del sovraccarico di lavoro al quale sono sottoposte gli uffici competenti, con l’avvento della legge Bossi/Fini e dei suoi perversi effetti, come quello dell’effimera durata dei permessi di soggiorno e del conseguente obbligo al continuo rinnovo degli stessi. La soluzione trovata è meno avanzata di quella adottata, in via straordinaria, da diverse questure, per dare una risposta al problema delle Ferie per i lavoratori migranti, con la proroga temporanea del permesso di soggiorno fino a fine settembre, permettendo così la libera circolazione in tutti i paesi europei. Questi eventi sono l’ennesima dimostrazione dell’insostenibilità dell’attuale ordinamento e della improvvisazione ai cui sono costrette questure e uffici competenti già subissati di lavoro. C’è la necessità non rinviabile di ripensare profondamente il quadro legislativo in materia di immigrazione.

 

Fiom nazionale

 

Roma, 1° luglio 2004