Lavori usuranti
In allegato l’ultima versione del testo dello schema definito dal Consiglio dei Ministri per il decreto legge per l’accesso anticipato al pensionamento, per i lavoratori addetti a lavori usuranti e della relativa relazione illustrativa, in attuazione del protocollo del welfare e della legge 247/07. La Conferenza Stato-Regioni ha già dato parere favorevole a questo schema e da oggi inizia l’iter parlamentare per i pareri delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato. Dopo i pareri che speriamo siano positivi e anche a fronte di eventuali emendamenti migliorativi il decreto ritornerà all’approvazione definitiva del Consiglio dei Ministri, che potrà convocarsi anche dopo il 31 marzo 2008. Un primo giudizio Il decreto positivamente afferma il principio del pensionamento anticipato rispetto all’età pensionabile e realizza ciò che negli anni passati non si era riusciti a realizzare anche dopo l’approvazione del decreto Salvi. Oggi lo schema del decreto recependo le conclusioni della Commissione in cui erano presenti anche Cgil, Cisl, Uil anticipa di 3 anni il diritto al trattamento pensionistico per i lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti come da decreto Salvi (lavori in galleria, cave o miniere, lavori ad alte temperature, lavori di asportazione di amianto, ecc..) e per i lavoratori addetti alle linee a catena e definisce un diverso anticipo per i lavoratori impegnati in lavori a turni nella notte, escludendo definitivamente tanti altri lavoratori che pure svolgono lavori usuranti. Purtroppo il decreto negativamente non ha raccolto le proposte fatte nella Commissione da parte delle Organizzazioni Sindacali, ha previsto che i lavoratori impegnati in turni notturni conseguono il diritto al trattamento pensionistico con l’anticipo solo attraverso un sistema a fasce: 1° fascia pari a 12 mesi per coloro che svolgono l’attività lavorativa nel periodo notturno per un numero di giorni all’anno compreso fra 64-71; 2° fascia di 24 mesi per coloro che svolgono l’attività lavorativa nel periodo notturno per un periodo di giorni compreso tra 72-77; 3° fascia di 36 mesi per tutti quelli che superano i 77 giorni. Nella nostra categoria i lavoratori dunque che potranno avere il diritto al trattamento pensionistico anticipato di 36 mesi, saranno molto pochi o forse nessuno, perchè, anche per lo sviluppo della contrattazione di questi anni, il riferimento agli 80 giorni necessari (interpretando il Governo in maniera errata e unilaterale il decreto legge 66) per avere tale anticipo, riguarda solo pochissimi lavoratori. Ancora una volta l’emanazione di una disciplina che doveva portare un beneficio per i lavoratori impegnati in attività nel settore industriale e i lavori estremamente usuranti non produce i risultati sperati. Questo avviene perchè il provvedimento è purtroppo segnato da un lato dal vincolo finanziario posto dal Governo e dall’altro dalle pressioni della Confindustria che ha voluto impedire che si realizzasse un risultato positivo a favore dei lavoratori. Le difficoltà potranno ulteriormente aumentare, visto la complessità delle azioni necessarie per ottenere il beneficio (che ricordiamo parte dal 1° luglio 2009) in quanto è responsabilità del lavoratore presentare l’idonea documentazione. E’ evidente che sarà estremamente difficile per il lavoratore produrre la documentazione necessaria, in particolare per il riconoscimento del lavoro a catena per un periodo di almeno 10 anni, se le aziende decidessero di frapporre ostacoli. Per questi motivi in questi giorni chiediamo che si realizzi una forte pressione, attraverso prese di posizioni delle RSU affinché le Commissioni parlamentari e lo stesso Governo modifichino dunque questa negativa introduzione delle 3 fasce per il trattamento del pensionamento anticipato e affinché il testo di decreto conclusivo non subisca ulteriormente le pressioni lobbistiche della Confindustria. E’ opportuno che si realizzino nell’ambito di ciascuna struttura Fiom insieme con le camere del Lavoro Cgil e il patronato Inca, le opportune azioni di sostegno ai lavoratori affinché possano fare la ricostruzione certificativa della propria condizione di lavoratore usurante.
ufficio sindacale fiom nazionale
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