Ondate di calore

 

Nelle prossime settimane è possibile che diverse località siano caratterizzate da previsioni metereologiche che indichino alte temperature, scarsa umidità e mancanza di ventilazione. Questa condizione meteorologica accompagnandosi a situazioni lavorative che potrebbero già essere di per sé critiche, sia a causa delle strutture di lavoro ( edifici, capannoni ect.) che per le lavorazioni effettuate, potranno determinare per tanti lavoratori condizioni di insopportabilità lavorativa, come venne già denunciata da molte Rsu e Rls l’estate passata.

Per questi motivi è necessario che in questi giorni le Rsu e gli Rls chiedano un incontro alle direzioni aziendali e ai Rspp per definire le modalità di pronto intervento in caso del verificarsi delle “ondate di calore” e dandone immediata comunicazione a tutti i lavoratori.

Riteniamo utile fornirvi anticipatamente una sintesi delle azioni, che sono state definite e prescritte per queste finalità da diverse ASL, necessarie a impedire i rischi durante le ondate di calore soprattutto nelle ore pomeridiane e che devono essere immediatamente e preventivamente definite dagli Rls con le aziende.

  1. deve essere immediatamente definito il processo di valutazione del rischio per ciascun stabilimento o sede lavorativa e per ciascun reparto, in quanto il rischio da ondate di calore può essere più o meno ampio a secondo delle attività svolte in ciascun reparto e di conseguenza del valore della temperatura ambientale, determinata da sorgenti interne di calore.

  1. La valutazione del rischio deve essere fatta per tutte le postazioni tenendo conto del: dispendio energetico di ciascun lavoratore a secondo dell’attività che svolge, dell‘isolamento termico determinato dal vestiario indossato, soprattutto se c’è obbligo di indossare indumenti protettivi che ostacolano l’evaporazione del sudore, dell’umidità relativa, del calore radiante, della velocità dell’aria circolante nell’ambiente di lavoro.

  1. Devono essere messe in atto le tappe della valutazione del rischio secondo le modalità definite nell’allegato 1.

  1. Sulla base della valutazione del rischio deve essere steso un programma di allerta e di gestione del rischio stesso tenendo conto che si intende il sopraggiungere di un’ondata di calore come l’aumento della temperatura di 5 o più gradi rispetto ai giorni precedenti e alla temperatura di 32 o 35 gradi.

  1. Con l’arrivo della ondata di calore devono essere messe in atto le misure previste nel piano di gestione del rischio che possono articolarsi con:

     

    • la riduzione del dispendio energetico di ciascun lavoratore diminuendo il carico di lavoro fisico;

    • aumentando la velocità di circolazione dell’aria predisponendo opportuni e adeguati ventilatori o aprendo porte e finestre;

    • rendendo facilmente disponibile a tutti un’adeguata quantità di acqua fresca che significa un bicchiere d’acqua ogni 20 minuti;

    • aumentando il numero e la durata delle pause durante l’orario di lavoro;

    • condizionando le zone di riposo e la mensa per consentire un’adeguata dispersione del calore accumulato da ciascuno.

     

  2. Quando la valutazione indica la presenza di un rischio da stress calorico è necessario attivare per l’insieme dei lavoratori la sorveglianza sanitaria e inoltre gli stessi devono essere adeguatamente informati da parte dei responsabili aziendali dei rischi possibili.

Nell’eventualità che l’azienda rifiuti di incontrarsi o di procedere in questa direzione, non attivando l’insieme delle azioni necessarie per prevenire lo stress da calore, ricordiamo che in base alle norme definite dalla nuova legge che tutela la salute dei lavoratori, la 123/07 e il decreto attuativo 81/08 a fronte della situazione di rischio, la Rsu e gli Rls possono dare comunicazione a tutti i lavoratori interessati di sospendere immediatamente l’attività.

 

allegato 1
Le tappe della valutazione del rischio sono le seguenti:

  • selezione delle aree di lavoro più calde.

  • Determinazione del dispendio calorico secondo UNI EN 28996.

  • Mappatura delle aree selezionate durante l’estate misurando un indice opportuno (WBGT o PHS) o singoli parametri (Ta, Tg, umidità relativa, velocità aria) ogni ora durante i turni diurni dei giorni più caldi.

  • Calcolo degli indici microclimatici PHS, eventualmente WBGT, l’indice PHS può essere ricavato da parametri calcolati sulla base di equazioni di correlazione; in questo caso nella stima del parametro si deve tener conto dell’errore standard della previsione.

  • Predisposizione di un programma di interventi correttivi in funzione delle misure degli indicatori di stress termico ottenute: gli interventi correttivi devono essere tali da riportare dimostratamente gli indici entro i limiti.

  • Monitoraggio degli indicatori di stress termico secondo UNI EN ISO 27243 (indice WBGT) o UNI EN ISO 7933 (stress termico) ogni ora durante i periodi più caldi del giorno e dell’estate.

  • Messa in atto degli interventi correttivi.

  • In via provvisoria e fino a misura più analitica dei parametri si possono utilizzare le equazioni o le tabelle di correlazione.

  • La valutazione del rischio deve tener conto degli “eventi sentinella” rappresentanti da disturbi caldo-correlati o da comportamenti insicuri in più individui di uno stesso reparto, che devono essere registrati dall’addetto all’infermeria.

 

Roma, 17 giugno 2008