DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva)

 

Circolare del Ministero del Lavoro del 30/01/2008 (allegato 1), recante le modalità di rilascio del DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva) come è stato definito dal DM del Ministro del Lavoro del 24/10/2007 (allegato 2 ) in applicazione della legge 296/2006 (Finanziaria) e il cui possesso è obbligatorio per tutte le aziende che intendono partecipare a gare d’appalto e ad avere rapporti con la P.A.

La Fiom, insieme a tutta la Cgil ha giudicato positivamente l’introduzione del DURC, in quanto può essere un’efficace strumento per combattere il lavoro nero e sommerso ma anche le diverse irregolarità che si riscontrano in tante aziende, in relazione al corretto versamento dei contributi sociali e in materia di tutela delle condizioni di lavoro.

Nella circolare ministeriale si riscontrano però due questioni estremamente negative che devono essere corrette anche perché, in contrasto con le volontà che più volte abbiamo affermato, come Fiom e come Cgil.

1)      Si rilascia il DURC anche alle imprese che abbiano violato in forma non gravissima, le normative previdenziali e in materia di tutela delle condizioni di lavoro, permettendogli cosi di partecipare alle gare di appalto ed escludendole solo dall’accesso a eventuali benefici normativi e contributivi. Appare chiaro, che con questa interpretazione della legge che istituisce il DURC, si indebolisce la possibilità per noi, di obbligare le imprese all’integrale rispetto delle norme per la sicurezza sul lavoro, e al corretto versamento dei contributi.

2)      Tra i soggetti abilitati a rilasciare il DURC, oltre gli enti previdenziali e assicurativi naturalmente preposti (Inps, Inail) la circolare ministeriale identifica anche gli enti bilaterali, definiti dal D.Lgs. 276/ 03 ( Legge 30 ) con una vasta gamma di competenze: dalle attività di collocamento al lavoro, alla certificazione della correttezza dei rapporti di lavoro e della regolarità e congruità contributiva. La Cgil, come anche la Fiom non è mai stata d’accordo con questa idea e funzione degli enti bilaterali e non è ipotizzabile che oggi con l’obiettivo di contrastare il lavoro nero e la violazione continua delle norme sulla sicurezza si tenti di realizzare quello che la “276” ipotizzava e che fino ad oggi non si è concretizzato, anche per la nostra opposizione, modificando le competenze degli attuali enti bilaterali e producendo così un’azione impropria del sindacato.

La Fiom è impegnata a confrontarsi nei Dipartimenti della Cgil interessati, per definire una comune linea e azione capace di modificare questi due importanti  questioni e di cui vi daremo successive comunicazioni.

 

p. l’Ufficio Sindacale Nazionale

Maurizio Marcelli

 

Roma, 1° febbraio 2008