Metalmeccanici i più colpiti dalla cassa integrazione

 

I dati pubblicati dall’Inps confermano la gravità della crisi nei settori metalmeccanici: con 23 milioni di ore di cassa nel solo mese di febbraio 2009 e un incremento del 430% sullo stesso periodo dello scorso anno rappresentano più del 60% di tutta la cassa integrazione nell’industria pari all’assenza dal lavoro per l’intero mese di 150.000 lavoratori.

In realtà i metalmeccanici interessati dalla Cig superano le duecentomila unità in quanto la sospensione è in molte aziende a rotazione, e mediamente riguarda un periodo di due o tre settimane.

Se si guarda alla sola cassa ordinaria, che è il vero indicatore della violentissima crisi che interessa ormai tutti i principali comparti del metalmeccanico (Automotive, Siderurgia, Elettrodomestici), si registra un aumento vertiginoso di oltre il 1048% rispetto a febbraio 2008, confermando l’andamento preoccupante di dicembre 2008, che aveva avuto solo una lieve attenuazione nel mese di gennaio 2009.

Le regioni più colpite sono il Piemonte e la Lombardia che da sole rappresentano oltre il 60% di tutta la cassa ordinaria del settore e il 53% della totalità della cassa nei metalmeccanici.

Un segnale di particolare gravità viene dalle Marche dove si registra una vera e propria esplosione della cassa straordinaria e dalla Campania che, con quasi 1,2 milioni di ore di cassa, è la terza regione del settore con una quantità di sospensioni di poco superiore al Veneto e al Lazio.

Nel periodo novembre 2008/febbraio 2009 sono state autorizzate dall’Inps per le aziende metalmeccaniche oltre 67 milioni di ore di cassa di cui 50,3 milioni riguardano la cassa ordinaria, che dunque ha interessato centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori.

Una condizione socialmente insostenibile che rischia di protrarsi se non di aggravarsi nel corso dell’anno, con una perdita di salario che varia oramai tra il 40 e il 50% dello stipendio mensile, senza considerare che è frequente che in una stessa famiglia siano in Cig sia la moglie che il marito.

Dati questi che confermano per intero la piattaforma con cui la Fiom ha chiamato allo sciopero lavoratrici e lavoratori metalmeccanici lo scorso 13 febbraio e la necessità di misure straordinarie di politiche industriali e occupazionali che siano in grado di rispondere con efficacia alla crisi a partire dal blocco dei licenziamenti, dall’estensione degli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori che ne sono privi e l’aumento dell’indennità di Cig, arrivando al reale 80% sui salari di fatto.

Ufficio sindacale Fiom nazionale

Roma, 6 marzo 2009