La Segreteria nazionale della Fiom denuncia la grave situazione alla Fiat di Pomigliano
La Segreteria nazionale della Fiom esprime tutta la propria condanna per i gravissimi atti antisindacali attuati dalla Direzione Fiat dello stabilimento di Pomigliano, culminati nei licenziamenti per rappresaglia antisciopero. Nel giro di pochi giorni, 10 lavoratrici e lavoratori - tra cui diversi delegati -, sono stati licenziati con l’accusa di aver organizzato scioperi e di avervi partecipato. Questa motivazione da anni ’50 si aggiunge alle violazioni clamorose dello Statuto dei lavoratori instaurate nello stabilimento campano. In alcuni stabilimenti del gruppo Fiat sono in atto iniziative delle Direzioni aziendali che, con vario peso e gravità, colpiscono i diritti dei lavoratori e aggrediscono la contrattazione sindacale. È chiaro che una situazione di questo genere ha una rilevanza nazionale, in quanto rischia di compromettere tutta l’opera di questi anni. Se la Fiat pensa ad una svolta nelle relazioni sindacali con i lavoratori fondata su autoritarismo, paternalismo, antisindacalità, è un danno per il Gruppo, per i lavoratori, per l’economia del Paese. La Fiom reagirà di fronte a quanto sta avvenendo a tutti i livelli dell’iniziativa sindacale nel Gruppo. La Fiom esprime solidarietà ai lavoratori colpiti e chiede il ritiro di tutte le misure repressive a partire dai licenziamenti, e agirà anche sul piano legale per affermare i diritti sacrosanti dei lavoratori. È necessario un intervento del Governo al massimo livello, visto che la Fiat di questi anni è riuscita ad uscire dalla crisi anche per i sacrifici dei lavoratori e per il sostegno pubblico. La svolta autoritaria di questi giorni rappresenta un danno per la stessa Fiat. E’ necessario che vengano bloccate le iniziative di carattere repressivo in atto e ripristinate normali relazioni sindacali.
Fiom nazionale Roma, 11 gennaio 2008 |