COMUNICATO  FIOM

 

Il godimento della festività del 2 giugno non intacca i permessi per la riduzione d’orario previsti nel contratto dei metalmeccanici. Importante sentenza del Tribunale di Reggio Emilia.

 

Con sentenza emessa l’11 dicembre scorso il Tribunale di Reggio Emilia ha dato ragione alla causa intestata da Fim, Fiom, Uilm contro l’azienda Comer-Group spa, il cui titolare è presidente degli industriali della provincia ed è stato vicepresidente di Federmeccanica. L’azienda, dopo la reintroduzione della festività del 2 giugno, che precedentemente era monetizzata e trasferita alla domenica, seguendo le indicazioni della Federmeccanica, aveva deciso di sottrarre una quota di permessi dalle riduzioni d’orario previste dal contratto nazionale, corrispondente al godimento del riposo durante la festività. Le organizzazioni sindacali hanno sempre contestato questa interpretazione della Federmeccanica, non corrispondente in nessun modo al testo  del contratto e alle decisioni che hanno portato a ripristinare il godimento della festività del 2 giugno. La sentenza del Tribunale di Reggio Emilia dichiara illegittima la decisione dell’azienda e le ordina di garantire ai suoi dipendenti il diritto a usufruire di tutti i permessi previsti dal contratto per riduzione d’orario, fermo restando il pieno godimento della festività del 2 giugno.

Il responsabile dell’Ufficio sindacale della Fiom-Cgil, Giorgio Cremaschi, ha così commentato la sentenza: “il pronunciamento del Tribunale di Reggio Emilia è di grande rilevanza per tutto il territorio nazionale. Viene sconfitto il tentativo della Federmeccanica di far pagare ai lavoratori il ripristino della festività del 2 giugno con una riduzione dei permessi previsti dal contratto. Ora faremo in modo che tutte le aziende metalmeccaniche si attengano rigorosamente al rispetto del contratto e della legge, garantendo ai lavoratori il riposo per il 2 giugno e nello stesso tempo anche la piena fruizione dei permessi contrattuali”.

 

Il responsabile dell’Ufficio sindacale Fiom-Cgil

Roma, 19 dicembre 2002