Aprile 2010: la cassa integrazione per i metalmeccanici continua ad aumentare, cala la cassa ordinaria ma la straordinaria raggiunge livelli record, i più alti dall’ottobre 2008

Tabelle

 
I dati di aprile 2010 confermano la persistenza della grave crisi occupazionale del comparto metalmeccanico, che sostanzialmente presenta gli stessi volumi in ore del mese precedente (oltre 62 milioni di ore concesse), che però, a fronte di un mese che ha registrato una giornata lavorativa in meno, corrispondono ad un aumento del numero delle unità di lavoro sospese: 12.000 in più rispetto a marzo 2010 (cfr.tab C e C1).

Infatti nel mese di aprile 2010 le unità di lavoro sospese a zero ore nelle categoria raggiungono la cifra record di 354.400, che corrisponde, secondo le nostre stime ad un’area di lavoratori interessati alla cassa integrazione pari ad oltre 700.000 persone, che vuol dire circa il 35% della categoria.

Se guardiamo alla composizione interna al settore metalmeccanico tra industria e artigianato si evidenzia un aumento tra marzo e aprile 2010 della cassa nella prima e una relativa contrazione nell’artigianato.

Dato che andrebbe approfondito alla luce dell’incrocio con le eventuali cessazioni di attività e il conseguente licenziamento di lavoratori (mobilità/disoccupazione) nel comparto artigiano per avere la giusta dimensione dell’evoluzione della crisi. Tuttavia questa lettura trasversale dei dati non è attualmente disponibile nelle banche dati dell’INPS e quindi difficilmente osservabile nel suo andamento statistico.

Tornando ai dati generali e comparandoli con gli andamenti complessivi della Cassa per tutti i settori, si evidenzia un relativo aggravamento della crisi metalmeccanica rispetto all’insieme delle categorie, in cui i livelli complessivi hanno registrato una moderata flessione rispetto al mese precedente, sia per volumi complessivi di ore che per numero di persone coinvolte. (cfr. tab A)

Aumenta infatti il peso della presenza dei metalmeccanici sul complesso dei cassaintegrati, rappresentando oggi circa il 54% del totale, con un’inversione dei pesi tra straordinaria e ordinaria rispetto allo scorso anno quando la categoria rappresentava il 55% dell’ordinaria e solo il 43% della straordinaria, mentre oggi rappresenta ben il 66% della straordinaria e poco meno del 50% dell’ordinaria. (cfr. tab C)

Diversa è la situazione se si guarda alla cassa in deroga (di cui solo da due mesi l’INPS ha reso fruibili i dati disaggregati rispetto alla cassa straordinaria.) Infatti per quanto riguarda questa tipologia di ammortizzatore sociale la presenza della categoria è molto più contenuta aggirandosi ad aprile 2010 attorno al 32,5% del totale, mentre la media del secondo semestre 2009 è stata pari al 38%. (cfr. tab C)

Ciò sta a significare che il welfare sostenuto dalla fiscalità generale (appunto gli ammortizzatori in deroga) è prevalentemente appannaggio di altri settori e comparti, mentre nel metalmeccanico, la spesa del sostegno al reddito è prevalentemente coperta dal sistema della contribuzione di imprese e lavoratori, gestito attraverso il fondo prestazioni temporanee dell’INPS.

Se guardiamo poi al confronto con aprile 2009 (Tab B) verifichiamo che i volumi complessivi di cassa sono aumentati del 162% nei metalmeccanici rispetto ad un incremento generale del 152%, all’interno delle differenti tipologie, riscontriamo un consistente calo dell’ordinaria che ad aprile 2010 è pari solo al 56% dei volumi dello stesso mese dell’anno precedente, mentre la straordinaria aumenta di quattro volte e mezzo (+452%) e la deroga di oltre 10 volte (+1.086%), valori che negli andamenti generali sono rispettivamente del +193% e del + 993%.

Se guardiamo ai volumi complessivi del primo quadrimestre 2010 (Tab D /E) abbiamo forse l’evidenza più immediata del procedere della crisi, laddove verifichiamo nella categoria un raddoppio rispetto al 2009 e addirittura un aumento di dieci volte rispetto al 2008.

Si pensi che nei primi quattro mesi dell’anno si è già realizzato un volume di ore di cassa integrazione pari al 45% di tutto il 2009, ma se si guarda alla sola cassa straordinaria i primi quattro mesi dell’anno in corso hanno cumulato già oltre l’80% dell’intero 2009! Se il trend dovesse mantenersi equivalente per i restanti mesi ci troveremmo di fronte a volumi di straordinaria che entro la fine dell’anno saranno due volte e mezzo quelle del 2009.

In questa realistica prospettiva ciò che preoccupa maggiormente è che lo strumento della cassa straordinaria per crisi, andrà ad esaurimento per centinaia di migliaia di lavoratori in un arco di tempo compreso tra giugno e la fine del 2010 in quanto il declino della cassa ordinaria, che i dati ci segnalano, corrisponde prevalentemente ad un passaggio delle medesime aziende alla cassa straordinaria per crisi,senza soluzione di continuità e senza diminuzione dei volumi e dei lavoratori interessati.

Far finta di credere, come affermano da più parti il governo e il ministro Sacconi, che questa evenienza drammatica potrà essere fronteggiata con il ricorso generalizzato agli ammortizzatori in deroga, è un atto irresponsabile e una beffa.

Infatti nello scorso anno gli ammortizzatori in deroga hanno rappresentato solo il 13% della spesa globale per cassa integrazione, nel primo quadrimestre di quest’anno sono diventati il 20%. Con quali risorse si pensa di far fronte ad un impatto che scaricherebbe sulla deroga oltre il 60% del costo dell’intera cassa integrazione? (41% della straordinaria più l’attuale 20% della deroga).

L’allungamento della cassa ordinaria a 24 mesi, il potenziamento dei contratti di solidarietà, l’estensione del sistema contributivo anche a quelle aree produttive che attualmente ne sono esenti, l’equiparazione degli strumenti di tutela dei precari, oltre che ad essere scelte di responsabilità sociale diventano oggi le uniche economicamente percorribili, se non si vuole far precipitare a tappe forzate la questione occupazionale nel nostro paese in una macelleria sociale dalle dimensioni mai viste.
 

Ufficio sindacale Fiom nazionale

Roma, 24 maggio 2010