Le segreterie nazionali Fim, Fiom e Uilm sulla situazione delle Acciaierie di Terni e sul settore siderurgico

 

Le Segreterie nazionali della Fim, della Fiom e della Uilm fanno proprie tutte le iniziative di lotta assunte dalle strutture territoriali di Terni, dalle Rsu e dai lavoratori delle Acciaierie. La ragione della mobilitazione  sta nella gravissima decisione dell’azienda di procedere all’attuazione del piano che prevede lo smantellamento della produzione del lamierino magnetico e la progressiva messa in discussione di tutte le produzioni di Terni non legate al ciclo dell’acciaio inossidabile. In questo modo si colpisce un patrimonio industriale di tutto il paese, si riduce la capacità competitiva del nostro sistema industriale, si mettono in discussione centinaia di posti di lavoro.

La Fim , la Fiom e la Uilm sottolineano il fatto che con la ThyssenKrupp sinora non è mai stato possibile aprire un reale negoziato sulle scelte di politica industriale. Dopo che, nel febbraio e nel giugno del 2004, era stato stipulato con l’azienda un accordo che garantiva la continuità di tutte le produzioni dello stabilimento ternano, la Direzione aziendale ha radicalmente cambiato posizione. A partire dall’autunno essa ha definito un piano che colpisce profondamente le produzioni dello stabilimento ternano e non ha più accettato di negoziare con le organizzazioni sindacali le proprie scelte industriali. Le uniche disponibilità al confronto da parte dell’azienda sono sempre state unicamente sulle conseguenze occupazionali delle proprie decisioni.

In questa vicenda si è manifestata sinora una totale inadeguatezza del Governo che, invece di mettere in campo tutti gli strumenti necessari a garantire il patrimonio industriale del paese, ha subìto le pressioni dell’azienda e non ha svolto nessun ruolo efficace di mediazione.

Fim, Fiom e Uilm riconfermano le posizioni assunte, considerano un fatto grave sia sul piano del futuro industriale del paese, sia su quello delle relazioni sindacali, che una multinazionale possa eliminare un’intera gamma di produzioni strategiche per l’intero sistema industriale e che questo avvenga senza adeguata reazione politica e istituzionale. Per questo Fim, Fiom e Uilm nazionali intendono dare continuità alla vertenza per il futuro del gruppo Ast in Italia e per portare l’azienda a un negoziato su tutte le sue scelte di politica industriale, mancando il quale continuerà e crescerà la mobilitazione dei lavoratori.

La gravissima situazione delle Acciaierie di Terni si innesta in un momento particolarmente critico di tutto il settore siderurgico nel nostro paese. Il settore ha realizzato crescita industriale e profitti, ma ora è di fronte a nodi strutturali che riguardano sia gli approvvigionamenti delle materie prime e dell’energia, sia gli investimenti necessari sul piano produttivo e ambientale, sia la proprietà delle aziende. In questo contesto è evidente il rischio che un settore di grande valore nel sistema competitivo internazionale sia sottoposto agli interventi senza controllo delle multinazionali. Il fatto che il secondo gruppo siderurgico italiano, Lucchini, stia per essere ceduto a una multinazionale russa senza alcun reale confronto con le organizzazioni sindacali, senza impegni assunti sul futuro produttivo, aggiunge altra preoccupazione alla gravissima situazione determinata dalla ThyssenKrupp a Terni. Così pure il futuro dello stabilimento siderurgico di Cornigliano, i problemi delle acciaierie a forno elettrico, le questioni degli insediamenti industriali e del loro impatto ambientale, non vengono sinora affrontate con le necessarie misure coordinate di politica industriale.

Per tutte queste ragioni e per dare un ulteriore sostegno alla lotta dei lavoratori di Terni, le Segreterie nazionali della Fim, della Fiom e della Uilm decidono di convocare per il 25 febbraio a Terni l’assemblea nazionale di tutti i delegati delle aziende siderurgiche italiane. In quella sede verrà definita una piattaforma comune per il futuro della siderurgia e verranno determinate iniziative di mobilitazione atte a sostenerle.

segreterie nazionali Fim, Fiom, Uilm

Roma, 27 gennaio 2005