foto1 | foto2 | foto3 | foto4 | foto5 Terni, 6 febbraio 2004. Lo sciopero generale in difesa della loro acciaieria, ha portato in piazza non solo i lavoratori della Ast ma anche i cittadini di Terni, Narni, Amelia e tutta l’Umbria. I 30.000 manifestanti, con in testa lo striscione “Non ci stiamo!! No allo smantellamento delle acciaierie di Terni” di Cgil, Cisl e Uil portato dai lavoratori del Magnetico, si sono mossi intorno alle 9,30 da viale Brin, sede della Acciai speciali Terni, e da via I maggio sono arrivati in piazza Europa – una toponomastica estremamente significativa – intorno alle 11 e 30 dove ha avuto luogo il comizio conclusivo. Lungo la strada tutti i negozi chiusi in segno di solidarietà e dalle finestre saluti solidali con i manifestanti. All’interno del corteo oltre, come già detto, a lavoratori, cittadini e sindacati, erano presenti amministratori provenienti da tutta l' Umbria e politici in rappresentanza di più parti – Fausto Bertinotti (Prc), Francesco Rutelli (Margherita), Armando Cossutta (Pdci), Antonio Tajani (Fi), Domenico Benedetti Valentini (An). Il comizio conclusivo è stato aperto da Manuele Albi, un operaio di 24 anni, che è uno dei 94 contrattisti il cui rapporto di lavoro a tempo determinato con la ThyssenKrupp scade il 29 febbraio. Hanno poi preso la parola Bruno Zanchi, segretario generale della Uilm di Terni, Faliero Chiappini, segretario generale della Cisl di Terni, e Paolo Raffaelli, sindaco di Terni. La manifestazione è stata conclusa dall’intervento di Carla Cantone che, nella segreteria confederale Cgil, è responsabile dei settori produttivi. - Riccardo Nencini, segretario nazionale Fiom-Cgil Torino, 6 febbraio 2004. Si è mosso intorno alle 9 da corso Margherita il corteo dei lavoratori della Ast che manifestano contro la chiusura dello stabilimento di Terni. Verso le 11, una delegazione di sindacati ed Rsu è stata ricevuta dal sindaco Chiamparino nel palazzo del Comune. Lo sciopero è pienamente riuscito con un’adesione del 100%, bella manifestazione con presidio davanti ai cancelli con salsicce alla brace e buon vino. - Rosario Rappa – responsabile siderurgia Fiom nazionale
Riccardo
Nencini – segretario nazionale Fiom-Cgil Qui a Terni si sta svolgendo quella che i ternani chiamano la più grande manifestazione degli ultimi trent’anni. È una manifestazione enorme, i numeri sono incalcolabili per il rapporto tra le persone e la ristrettezza degli spazi – strade e piazze. Il corteo si è mosso alle 9 e 30 e solo adesso, due ore dopo, la testa è arrivata a piazza Europa dove ha luogo il comizio conclusivo. Quella di oggi è la risposta più giusta che qui a Terni, ma contemporaneamente a Torino, i lavoratori e non solo stanno dando al tentativo della multinazionale tedesca ThyssenKrupp di privare tutta l’industria italiana di una produzione altamente qualificata che è quella dell’acciaio magnetico. La forza che queste manifestazioni stanno dando, oggi, è così consistente che peserà sicuramente nel confronto con le aziende e con il governo. Oggi c’è una grande prova di fiducia di tutta l’Umbria e dei lavoratori di Torino. La posizione industriale che noi esprimiamo è condivisa da ampissimi strati di popolazione e di società, siamo contro la rapina del magnetico perché è un’operazione industriale sbagliata e socialmente ingiusta. Terni, 6 febbraio 2004, ore 11,30
Rosario
Rappa – responsabile siderurgia Fiom nazionale Alla fine della bella manifestazione di oggi in sostegno della lotta dei lavoratori dello stabilimento di Terni, siamo stati ricevuti in Comune dal sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, e dall’assessore al Lavoro, Tom D’Alessandro. Durante l’incontro sono emerse tre questioni fondamentali riguardo le quali il Comune emetterà un comunicato proprio. [pdf] Il primo elemento è stata la solidarietà nei confronti dei lavoratori della Ast di Terni. Il secondo punto è un’iniziativa, preannunciata dal sindaco Chiamparino, di “raccordo istituzionale” con la città di Terni da concordare con il sindaco Paolo Raffaelli. Infine la richiesta, anche del Comune di Torino, affinché il confronto tra le parti si sviluppi nella sua dinamica naturale e la trattativa non abbia una data di scadenza come è adesso il 23 febbraio, e in ogni caso che avvenga il passaggio dei lavoratori a tempo determinato (che sono 120) a tempo indeterminato perché tutti gli attuali occupati siano considerati tali fino al termine e qualunque sia l’esito della trattativa. Chiamparino ha anche preannunciato che chiederà un confronto con Thyssenkrupp per assicurarsi che tutti gli impegni assunti recentemente dalla multinazionaleanche per lo stabilimento di Torino vengano mantenuti. Torino, 6 febbraio 2004, ore 13,30 |