Un New Deal europeo per l'acciaio


Necessaria un’azione urgente per le lavoratrici e i lavoratori siderurgici europei


5 richieste per i governi - 5 richieste per i datori di lavoro

 

Dal novembre 2008, un crollo senza precedenti della domanda e della produzione di acciaio ha coinvolto tutte le regioni europee che ne sono produttrici. Il pieno impatto di questa contrazione della produzione, che in alcune società è stata di oltre il 50%, sta ora cominciando a farsi sentire profondamente. È necessaria un'azione urgente.

Centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori siderurgici si sono ritrovati vittime di questa crisi. Tutte le lavoratrici e i lavoratori siderurgici ne sono stati coinvolti, chi colpito dall’immediato taglio dei precari, interinali e dipendenti delle ditte in appalto, chi con l’insicurezza causata dalla riduzione dell’orario di lavoro (laddove avviene), la riduzione del salario e dell’orario di lavoro. Tutto questo è destinato a peggiorare nelle prossime settimane, per gran parte della forza lavoro. Tuttavia, queste lavoratrici e questi lavoratori sono la punta di un iceberg nei territori e nelle città dove si produce l’acciaio. Molti di più sono le lavoratrici e i lavoratori impiegati nella filiera locale e nelle ditte di appalto legate alle multinazionali dell’acciaio.

Siamo in un momento critico nella storia del nostro settore. Gli impianti di produzione abbandonati e gli altiforni che oggi vengono spenti, non potranno essere sostituiti. L'acciaio è la spina dorsale dell’industrie manifatturiera del nostro continente e la perdita della capacità di produzione dell’acciaio in Europa darà a sua volta un duro colpo all’industria.

L'acciaio ha un ruolo centrale per perseguire i nostri comuni obiettivi politici. È fondamentale per una risposta sostenibile al cambiamento climatico. Molte energie, politiche e finanziarie, sono state concentrate per far diventare l'Europa leader nel mercato mondiale delle tecnologie per le energie rinnovabili, di costruzioni a bassa emissione di Co2 e di veicoli ecologici. È fondamentale, parallelamente, un’industria siderurgica europea forte e innovativa. La salvaguardia del capitale umano, delle competenze e delle conoscenze nel settore siderurgico europeo sono essenziali per garantire la sua competitività nell’uscire dalla crisi economica.

La nostra industria siderurgica europea ha urgente bisogno di una politica industriale e sociale che sia moderna, coordinata ed esauriente, per fare in modo di garantire il rilancio di tutti i siti quando ripartirà la domanda e, nel frattempo, di supportare le lavoratrici e i lavoratori.

La Federazione europea dei metalmeccanici (Fem) invita la Commissione europea, i capi di Stato e di governo dell’Unione europea, riuniti il 18 e 19 giugno, a:

- definire un quadro comune europeo riguardo la riduzione dell’orario di lavoro per garantire parità di condizioni e tutela a disposizione di tutti i lavoratori coinvolti in tutti i paesi europei. Questo quadro deve garantire il mantenimento dell'occupazione e del potere d'acquisto, e il diritto per tutti i lavoratori all'accesso alla formazione e alla riqualificazione.

- Sviluppare urgentemente un’agenda proattiva per una Europa sociale e per una politica dell'occupazione, compreso il miglioramento dei diritti per i lavoratori interinali e precari, e il rafforzamento dei sistemi di sicurezza sociale e servizi per l'impiego.

- Presentare urgentemente un più ampio e meglio coordinato piano di rilancio economico, che comprenda un piano di investimenti europeo complessivo dell’1% del Pil annuo per i prossimi tre anni e l’immissione di fondi pubblici in progetti, anche per infrastrutture, che contribuiscano a stimolare scelte innovative per una economia a bassa emissione di Co2 (nel campo dell'energia, dei trasporti ecc.), finanziati con il sostegno delle obbligazioni europee.


- Rispettare rigorosamente le regole del commercio e le misure di difesa commerciale dell'Unione europea per affrontare il protezionismo tariffario e fiscale dei produttori siderurgici dei paesi terzi.

- Sostenere i finanziamenti pubblici per ricerca e sviluppo nelle tecnologie siderurgiche a bassa emissione di Co2 e nell’approvviggionamento e stoccaggio del carbone, trasformando i progetti-pilota in operazioni su vasta scala.

La Fem invita i datori di lavoro del settore siderurgico a:

- agire in modo responsabile verso i propri dipendenti impegnandosi a negoziare le soluzioni, a rispettare i contratti collettivi e i diritti di informazione e consultazione dei lavoratori.

- Contribuire finanziariamente a garantire una compensazione per i lavoratori soggetti alla riduzione dell’orario di lavoro e il pieno mantenimento del potere d'acquisto

- Garantire alle lavoratrici e ai lavoratori l’accesso alla formazione durante i periodi di bassa produzione, per preservare la capacità del settore e migliorare le opportunità di occupazione.

- Sviluppare strategie industriali chiare sulla manutenzione e il simultaneo rilancio delle attrezzature e degli impianti (in particolare gli altiforni) in previsione della ripresa economica.

- Mantenere un forte impegno per gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo in Europa, per promuovere l'innovazione e i nuovi prodotti per una economia a bassa emissione di Co2 durante la crisi in corso (rinnovare gli altiforni sarà più facile in un periodo di bassa produzione), e promuovere nel futuro politiche di investimento sostenibile a favore della ricerca e sviluppo e dell'occupazione rispetto ai profitti eccessivi.