Intervento
di Mirko Lami al Convegno della Siderurgia del 23.09.05 a Piombino
Quasi
sempre nelle grandi assemblee come questa, si riesce a fare interventi
ricchi di numeri che spesso conosciamo, a dire molte cose, ma poi finito
la riunione ognuno torna a casa propria con i propri problemi e con
molti dubbi. NOI DELLA
FIOM PROVINCIALE ABBIAMO SCRITTO TRE PUNTI FONDAMENTALI SUL NOSTRO
STRISCIONE, senza sicurezza, senza contratto senza ricerca non c'è
futuro. Negli
ultimi 5 anni, grazie alla politica di questo Governo, la siderurgia ha
cambiato spesso scenario, ritrovandosi frammentata e in mano a
multinazionali come se fosse un settore che inquina e non porta niente
al paese. E di
questo ne hanno subito anche settori che sono legati alla produzione di
acciaio per poi trasformarlo in prodotti specifici. Nella
sola toscana, tutte le fabbriche al di sopra di 500 dipendenti hanno
subito dei contraccolpi tali che sono finite tutte in mano a
multinazionali straniere, cosa che è accaduta nel resto d’Italia, a
causa della politica fallimentare che questo Governo ha fatto e sta
facendo e che non da più fiducia gli imprenditori italiani, tanto che
su Piombino, le tre grandi aziende sono oggi Lucchini del gruppo
Severstal, La Magona del gruppo Arcelor e la Dalmine del gruppo Tenaris.
Tutte multinazionali straniere. Noi come Fiom Provinciale abbiamo da
tempo condotto la nostra battaglia, perché le multinazionali si
assumano una responsabilità sociale nei confronti del territorio, dei
lavoratori. Nessuno
può pensare di sfruttare le risorse umane, ambientali del territorio e
poi lasciare dietro di se il vuoto. All’interno
di questo scenario ci siamo noi lavoratori che subiamo tutte le tempeste
che si alzano. Oggi la Lucchini, con i suoi 6 stabilimenti in Italia, 1
in GB, 1 in Svezia e 12 in Francia è in mano alla Severstal, un colosso
che non si è ancora presentato nonostante le ripetute richieste di un
incontro al Ministero per conoscere un piano industriale serio. Nel
frattempo, questo suo ritardo nel presentarsi, lascia i lavoratori in
balia di timori e paure, con periodi lunghi di ferie seguiti da periodi
di cassa integrazione soprattutto nei treni di laminazione, e sta alla
finestra a vedere come, le amministrazioni comunali tipo quella di
Piombino, Trieste riescano a sbrigarsela con i problemi legati
all’inquinamento, legate alla cokeria, dove ognuno dice la sua, chi
vuole spostarla lontano dalla città (tipo progetto utopia), chi
vorrebbe costruire le case lontano dalla fabbrica e chiudere, se non
radere al suolo o darle agli extracomunitari quelle a pochi metri dallo
stabilimento. Oggi noi siamo in attesa di risposte che possono venire
solo da un piano industriale che la Severstal probabilmente discute a
Cherepovec, chissà con chi, con quali obbiettivi, con quali risposte
che ogni stabilimento Lucchini in Europa si aspetta. E' sempre
più chiaro, che nel mondo della siderurgia sopravvivono i grandi
colossi. Addirittura negli ultimi anni abbiamo assistito a fusioni delle
case automobilistiche come la Peugeot e la Citroen, forse una prossima
fusione tra Fiat e Ford, tutto il resto delle piccole viene schiacciato
dall'economia mondiale. I
lavoratori della Lucchini, intanto che aspettano un piano industriale
hanno di fronte a loro una realtà con salari da miseria e della quale
non sono più in grado di trascinare l’economia dell’Italia e
l’economia dell’Europa, perché nelle aziende si pensa giustamente a
fare prodotti di alta qualità per aggredire il mercato, ma poi i nostri
salari di 1000/1200 € al mese non ci permettono di comprare un’auto
italiana o europea, ma ci costringe a comprare un’auto, un motorino
che viene prodotto in Asia, in quella famosa Cina, lasciando i motorini
prodotti dalla Piaggio di Pontedera a chi ha uno stipendio più
onorevole, aspettando un buon usato. Le aziende come la Lucchini sono
destinate a fare qualità e quantità, ma per fare questo devono essere
aggiornate ai tempi perché rischiano di diventare vecchie e non
all'avanguardia nel giro di pochi anni. Poi noi
lavoratori, abbiamo anche lavori in cui oltre ad essere mal retribuiti
sono anche rischiosi. Tutti voi sapete che a Taranto come a Trieste come
a Piombino, si può morire
in siderurgia. A Piombino ci sono stati 2 morti ed un grave ferito negli
ultimi 4 mesi e nonostante tutti i nostri sforzi, si discute sempre di
FORMAZIONE per i lavoratori, corsi di aggiornamento, ma non si riesce a
discutere di ciò che deve fare l’azienda, perché è l’azienda che
deve fare un grosso balzo in avanti sui temi della sicurezza, non è
pensabile di portare l’esercito all’interno di queste aziende o di
mettere un carabiniere per ogni lavoratore. È necessario che
l’azienda, faccia educazione tra i massimi dirigenti, che li educhi a
fare una produzione pulita in sicurezza. Noi siamo stanchi di correre
ogni qualvolta c’è un morto, e siamo stufi che ci venga presentato
ogni volta un progetto infortuni zero e poi i suoi dirigenti fanno
lavorare i lavoratori NON IN SICUREZZA, e in più cercano di fargli
firmare il più possibile documenti per poi colpevolizzare i lavoratori
e loro lavarsene le mani. Questo è
il mondo della siderurgia che circonda con problematiche più o meno
uguali le realtà italiane, francesi, europee, in mano a multinazionali
che oggi ci sono domani chissà. Ed allora
necessita che al nostro interno ci sia uno sforzo maggiore a partire
dagli strumenti che abbiamo e che poco sfruttiamo. Mi riferisco ai CAE.
Nessuno pensa di togliere il potere contrattuale alle varie strutture
sindacali, anche perché le diversità tra le organizzazioni sindacali
d’Europa, sono molte, dalla storia alla cultura al modo di fare
contrattazione, le diversità che si hanno con il quadro politico del
proprio paese, ma è necessario che strumenti come i CAE, abbiano la
possibilità di ragionare, di conoscersi, di scambiarsi notizie,
opinioni e di fare gruppo. È necessario che ogni gruppo come il gruppo
Lucchini sia unito, anche con le problematiche che ogni stabilimento ha
per proprio conto, ma per fare questo dobbiamo cambiare mentalità anche
al nostro interno. Vedete, con gli amici francesi siamo riusciti a
creare un gruppo che spesso si ritrova e si scambia idee, tanto che è
nata un’amicizia tra le persone, cosa che non siamo riusciti a fare
con il coordinamento nazionale della siderurgia e con qualche difficoltà
si stanno facendo piccoli passi con gli stabilimenti del gruppo Lucchini
in Italia. Io credo
che uno strumento come il CAE possa dare un grande contributo
tecnico/politico alle organizzazioni sindacali e di conseguenza ai
lavoratori, ma di riflesso possa portare un contributo di discussione
anche con le aziende. Credo che siano cambiati i tempi, oggi è
necessario essere uniti e non pensare solo a se stessi. È sbagliato
pensare che se c’è una ristrutturazione speriamo non tocchi a noi,
perché prima si potevano trovare soluzioni all’interno delle
istituzioni nazionali, (i famosi prepensionamenti, mobilità
incentivata) oggi con le multinazionali siamo tutti sulla solita barca,
e quando inizia a fare acqua da una parte si rischia di affondare pian
piano tutti insieme. Il gruppo Lucchini è un bel gruppo e la Severstal
deve sapere che siamo un gruppo unito pronto ad affrontare un mondo
siderurgico nuovo Possiamo farcela,
necessita crederci e lavorarci. Mirko
Lami Segretario
Cae Lucchini Rsu
e Rls Lucchini Piombino
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