Il Mercato Siderurcico di Carlo Bossi[1] Il
contesto economico Nel
corso del 2004 il quadro economico mondiale ha confermato i segnali di
ripresa che si erano già preannunciati nel 2002 e 2003. La crescita del
prodotto lordo, dopo il 3,0% del 2002 e il 3,9% del 2003, nel Come
negli anni precedenti questo risultato è frutto principalmente del
contributo fornito dalla Cina, dall'Asia in generale e dagli Stati
Uniti. Questi
ultimi hanno avuto un'economia in espansione con una crescita del pil
del 4,4% nel 2004; la tendenza del 2005 è ugualmente positiva con
previsioni sul 3,7% e un rallentamento atteso nel biennio 2006-2007 con
valori attorno al 3,1%. Condizionata
dal buon andamento degli Stati Uniti risulta in crescita anche l'America
Latina, che si è lasciata alle spalle le crisi finanziarie che l'hanno
travagliata negli anni precedenti, con risultati particolarmente
positivi per Argentina (7,0%), Cile (4,9%) e Brasile (4,0%). Forte
aumento per Sostanzialmente
deludente in questo contesto generale l'andamento dell'economia europea
che anche nel corso del Dopo
un andamento nella prima parte del 2004 addirittura superiore alle
attese iniziali, nel secondo semestre si è avuta una forte
decelerazione e la produzione industriale ha incominciato a risentire
dell'attenuarsi della spinta proveniente dalle esportazioni, penalizzate
anche dalla forza dell’euro, non adeguatamente compensata dal recupero
delle componenti interne della domanda. I consumi privati sono saliti di
un modesto 1,5%, quelli pubblici del 1,4%, gli investimenti sono
cresciuti del 2,1% ed il tasso di disoccupazione è rimasto su valori
attorno al 8,5%. L'andamento non è stato omogeneo tra i diversi paesi
dell'Unione. Nella tabella sottostante riportiamo il dato del pil del
2003-2004 e le previsioni 2005 per i principali Paesi. Andamento
del pil in alcuni Paesi, 2003,2004, 2005
(valori
percentuali)
*previsioni Dalla
colonna delle previsioni si evidenzia come non ci si possa attendere una
grande ripresa a breve nel corso del 2005, previsioni che, in
particolare per l’Italia, già risultano riviste al ribasso. Il
quadro della siderurgia
Consumo
Il
consumo mondiale di acciaio nel corso del 2004 si è incrementato di
circa l’8,0%, (dato che segue il +6,0% del 2003) con progressioni
particolarmente positive per l’Asia e il continente americano. Il
consumo asiatico da solo assorbe ormai il 50% circa del consumo mondiale
e dal 2000 al In
funzione del lento sviluppo della ripresa in Europa ci si aspetta che
nel 2005 la crescita del consumo reale sarà ancora più contenuta. Il
consumo apparente è cresciuto del 4,3% con un tasso quindi superiore a
quello del consumo reale e conseguente crescita degli stock che, in
funzione del rallentamento dell’attività economica nell’ultima
parte dell’anno, sono attualmente a livelli sopra la norma e
influenzano negativamente la domanda in questo primo scorcio del 2005. Produzione
Nel
2004 la produzione di acciaio nel mondo ha superato per la prima volta
il miliardo di tonnellate (1.055 M/tonn) con un incremento dell'8,8%
rispetto al 2003. Da sottolineare come l’incremento medio annuo tra il
2000 ed il 2003 fosse stato di 40 milioni di tonnellate, mentre la
differenza tra il 2004 ed il 2003 sia stata di 86 milioni di tonnellate.
Tutte
le aree del mondo hanno registrato percentuali positive, ma ancora una
volta spicca il dato cinese con una produzione passata dai 221 milioni
del 2003 ai 270 milioni del 2004, con un incremento del 23,2%. Da notare
come solo nel 2000 la produzione cinese fosse di 127 milioni di
tonnellate! L’Ue a Produzione di acciaio grezzo per i principali paesi dell’Ue a 25
(fonte: IISI) Andamento
generale nel 2004
Il
mercato siderurgico nel 2004 è stato caratterizzato dal fortissimo
sviluppo della domanda cinese che ha avuto come conseguenza l'incremento
marcato della produzione in quel paese e il rarefarsi delle disponibilità
di materie prime e di coke, con un drammatico balzo verso l'alto del
prezzo di questi materiali. L’incremento dei costi di produzione che
ne è conseguito e il rarefarsi delle disponibilità di prodotti a causa
del forte assorbimento da parte della Cina hanno permesso un rialzo dei
prezzi dei prodotti siderurgici su livelli e con una velocità mai
sperimentata nel passato. Per
quanto riguarda il mercato europeo, la forte domanda cinese e il buon
andamento del mercato statunitense hanno provocato brusche variazioni
dei flussi commerciali tradizionali specie per quanto riguarda i coils a
caldo, il tondo e la vergella. Questo fatto, unito al rialzo
generalizzato mondiale delle quotazioni, ha permesso il successo delle
politiche di prezzo dapprima per i coils a caldo e, di seguito, per
tutti gli altri prodotti che hanno raggiunto quotazioni record. Nella
tabella riportiamo i volumi 2003 e 2004 e la variazione del 2004
rispetto al 2003 delle importazioni nell’Ue a 15 nel corso del 2004
per i principali prodotti siderurgici. Volumi prodotti (2003 e 2004) per tipologia e variazioni percentuali
(fonte: Eurofer) Settori
di utilizzo nell’Unione europea
Della
debolezza dell'economia europea si può trovare conferma analizzando
l’andamento dei vari settori di utilizzo dell'acciaio nei diversi
mercati. Costruzioni
Resta
positiva la situazione italiana con una crescita del 3,1% nel 2004,
trend che dura ormai da anni, mentre perdura l’ormai decennale crisi
del settore in Germania con –7,0% nel 2004 dopo il -11% del Veicoli
E'
l'Italia il fanalino di coda in Europa con una produzione di autoveicoli
che nel 2004 è diminuita del 19% e non sembra si sia ancora raggiunto
il fondo; migliore Ia situazione per i veicoli industriali con un
aumento del 4,5%. In Germania andamento leggermente positivo e di poco
superiore (+1,0% ) ai livelli del 2003 grazie soprattutto alla tenuta
dell’esportazione. In Francia la produzione 2004 di autoveicoli è
rimasta sui livelli del 2003, mentre si registra una buona tenuta del
settore dei veicoli industriali (+8,0%). Status quo nel Regno Unito con
un incremento di produzione dello 0,5% con Ia produzione di veicoli
industriali aumentata del 10%. Risultato negativo(-0,6%) per ElettrodomesticiLa
crisi dei consumi privati influenza negativamente l’attività del
settore. A ciò si aggiunga la perdita di competitività provocata
dall’euro forte e concorrenza sempre più agguerrita da parte dei
paesi asiatici. In Italia dopo un primo semestre su livelli positivi, la
tendenza si è invertita con -4,5% nel terzo trimestre e -10,3% nel
quarto e non sono positive le prospettive anche nella prima parte del
2005. Attività in discesa anche in Francia con una riduzione del 1,5%.
In questo paese Ia crisi dura da più lungo tempo con una perdita di
produzione dal 2000 ad oggi di circa il 20%. Meccanica
Primo
semestre su livelli generalmente soddisfacenti in tutti i paesi, con
inversione del ciclo nel corso del secondo semestre anche se il
risultato globale resta su livelli positivi. In Italia dopo un buon
inizio l'attività si è andata attenuando con un modesto + 1,2% nel
terzo trimestre e -1,9% nell’ultimo. In Germania l'andamento in
discesa del consumo nazionale del secondo semestre è stato ammortizzato
dal buon risultato dell’esportazione e l’anno si è concluso con una
crescita del 5,4%. In Francia, analogamente a quanto avvenuto in
Germania, il risultato positivo nell'anno (+4,2%) è frutto di una
moderata crescita della domanda nazionale (+0,8%) e di un marcato
successo all'esportazione (+8,4%). Positivo anche il risultato nel Regno
Unito (+5,0%) grazie soprattutto all'attività per l’esportazione che
assorbe circa il 50% della produzione. Tubi
Nell’Europa
a 15 la produzione globale di tubi saldati si è incrementata del 2,1 %.
Positivo il dato per la produzione di tubi di grande diametro (+8,8%),
con valori positivi per Germania(+15%), Francia(+24,8%) e negativi per
Italia (-6,7%) e Regno Unito (-3,9%). Per quanto riguarda i piccoli tubi
saldati il dato (+0,2%) conferma la produzione del 2003 con incrementi
del 1,4% in Italia (che da sola copre il 30% della produzione dell’Ue
a 15) e in Germania (+3,2%). Valori negativi per Francia (-8,1%) e
Grecia (-6,9%); produzione in linea con il 2000 per Regno Unito e
Spagna. Il
2005 Alla
luce di quanto sopra descritto, malgrado la perdurante debolezza
economica dell’Europa, le favorevoli condizioni al contorno e la
spinta decisiva impressa dall'aumento dei costi hanno fatto sì che il
2004 sia stato un anno positivo per la siderurgia europea sia in termini
di volumi che, soprattutto, di prezzi. Parte del grande balzo verso
l'alto delle quotazioni è stata erosa dall'aumento dei costi di
produzione derivati dai prezzi delle materie prime e dell'energia, ma il
risultato 2004 è stato ampliamente positivo. Diverso si presenta il Questo
fatto, unito alla riduzione della pressione delle importazioni per alcun
prodotti, ha permesso alle ferriere europee di riconquistare
partecipazione al mercato interno e di avere successo nelle proprie
politiche di prezzo. Ma l’offerta sul mercato deve essere accompagnata
da un parallelo consumo reale che è strettamente dipendente
dall'attività economica. La mancata ripresa dell'economia europea e un
consumo stagnante a valle hanno fatto sì che l'approvvigionamento nei
primi tre trimestri del 2004 si sia trasformato in una salita del
livello degli stock, con conseguente riluttanza e non necessità di
acquisto da parte del mercato nella prima parte del 2005. Nel
contempo la forte domanda cinese ha provocato un altrettanto forte
incremento di produzione in quel paese che ha quindi ridotto la propria
dipendenza dalle importazioni ed è attualmente esportatore netto. La
ridotta necessità di approvvigionamento da fonti esterne del mercato
cinese ha rimesso sul mercato globale parte di quei volumi che prima
erano assorbiti in Cina e che si sono nuovamente dirottati verso il
mercato europeo il cui livello di prezzo è diventato fortemente
attrattivo ed è meno protetto rispetto a quello statunitense da
procedure di protezione del mercato. Il
prezzo dei prodotti ha chiaramente risentito di questa situazione e,
dopo la stabilizzazione, per altro attesa, sul finire del 2004, le
quotazioni hanno preso a scendere specialmente dove la pressione
dell'importazione è più consistente (Italia in testa). Per meglio
rimarcare i termini del problema forniamo una tabella con le variazioni
di importazioni del quarto trimestre 2004 rispetto al terzo trimestre
2004 e dei mesi di gennaio/febbraio rispetto al gennaio/febbraio 2003
(per i prodotti piani). Importazioni
(prodotti piani): variazioni percentuali IV trim. 2004
/ III trim.2003 e gen-febb.2004 / gen-febb 2003
(dati Eurofer) Attualmente
il vero problema con cui si trova alle prese la siderurgia europea non
è tanto il livello delle quotazioni, che pur sono scese rispetto ai
picchi del 2004, ma la bassa domanda del mercato che ha imposto già
numerose riduzioni di produzione. Tra le ferriere europee si può
citare: -
la decisione di Arcelor
di ridurre la produzione di acciaio grezzo (in Germania, Belgio e
Spagna) di un milione di tonnellate nel secondo trimestre); -
la riduzione di 500.000
tonnellate da parte di ThyssenKruppstahl sempre nel secondo trimestre
(indirizzata verso i prodotti rivestiti); - la riduzione di 100.000 tonnellate, sempre di rivestiti per il secondo trimestre, da parte di Salzgitter. Si
può sperare che le condizioni al contorno del mercato siderurgico
mondiale aiutino a superare questo momento difficile, ma il punto su cui
si deve necessariamente riporre la speranza di un recupero della
situazione è soprattutto la partenza reale dell’economia europea che
da troppo tempo ci ha abituati a false partenze. Allegati
(Fonte Federacciai) La
siderurgia italiana raggiunge oggi circa 60.000 occupati, 100.000 fra
addetti diretti e indiretti e nel 2004 il settore ha prodotto un
fatturato di circa 34 miliardi di euro. Anche
lo scorso anno l’Italia si è confermata il secondo paese produttore
di acciaio nella Ue, alle spalle della Germania, con 28,4 milioni di
tonnellate prodotte, in crescita del 5,6% rispetto al 2003. ITALIA: PRODUZIONE
Nel
2004 il consumo apparente di acciaio ha superato i 33 milioni di
tonnellate con un incremento del 2,4% rispetto al 2003. ITALIA: CONSUMO APPARENTE
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