Assemblea
nazionale dei delegati Fim, Fiom, Uilm della siderurgia
Dopo
quasi diciotto anni (allora, il 1° settembre 1987, si riunì a Roma il
Coordinamento nazionale della siderurgia) sono tornati a incontrarsi i
delegati delle imprese siderurgiche in un’assemblea, convocata da Fim,
Fiom e Uilm, sul tema “Futuro e prospettive della siderurgia italiana
nell’era della globalizzazione: quale politica industriale?”.
La
scelta di Terni come location
per questo incontro è chiaramente
legata alla lotta
portata avanti in questi giorni dai lavoratori
della Ast contro la decisione, assunta dalla multinazionale tedesca
ThyssenKrupp, di chiudere la produzione del lamierino magnetico
qualificante per l’intero stabilimento ternano.
Il
settore siderurgico rappresenta in questo momento una anomalia nelle
politiche industriali del nostro paese e non solo, poiché a fronte di
un grosso sviluppo in corso e di rosee prospettive di mercato – la
produzione dell’acciaio ha raggiunto nel 2004, a livello mondiale, 1
miliardo di tonnellate – è attraversato (evidentemente per i motivi
appena citati) da significativi processi di riorganizzazione che non
appaiono governati. Un dato su tutti è la “frammentazione” del
mercato: i primi 10 produttori mondiali rappresentano solo il 30%
dell’intera produzione.
All’iniziativa
hanno partecipato, oltre alle segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm e
alle Rsu delle imprese interessate, rappresentanti delle strutture
sindacali dei territori che ospitano le aziende del settore.
La
relazione introduttiva è stata tenuta da Cosmano Spagnolo, della
segreteria nazionale della Fim-Cisl, preceduto da un intervento di Paolo
Raffaelli, sindaco di Terni, e dai messaggi di solidarietà letti dal
presidente dell’assemblea Carlo Bossi, della Fiom-Cgil.
Sicurezza,
ambiente, energia sono stati gli argomenti ricorrenti in quasi tutti gli
interventi, a partire dalla relazione fino alle conclusioni, oltre
chiaramente alla vertenza ThyssenKrupp Ast, all’acquisizione della
Lucchini da parte del gruppo russo Severstal e alla politiche
industriali in atto nel nostro paese.
Dopo
la relazione ci sono stati gli interventi di rsu e quadri delle tre
sigle sindacali: Michele Dettori (delegato Fiom Ast Terni), Castronuovo
(Ilva Taranto), Navone (Uilm Udine), Luciano Gabrielli (segretario
generale Fiom Piombino), Pallini (Ilva Taranto), Bartolini (Ast Terni),
Mario Ghini (segretario nazionale Uilm), Enrico Gibellieri (esperto di
siderurgia), Renda (Uilm Piombino), Ranieri (Ilva Taranto), Teofili (Socità
delle fucine Terni), Lucchetti (Ast Terni), Zucchini (delegato Fiom
Stefana di Brescia) e Mirko Lami (delegato Fiom Lucchini Piombino).
L’incontro
è stato concluso da Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom.
Di seguito riportiamo alcuni passaggi del suo intervento.
“L’Italia
è un paese in vendita. Le imprese siderurgiche attive nel nostro paese
stanno
facendo profitti consistenti. Tuttavia,
proprio a causa del fatto che l’acciaio si trova, a livello mondiale,
nella parte alta del suo ciclo economico, queste stesse imprese e le
loro tecnologie avanzate sono oggetto dell’interesse delle
multinazionali straniere.”
“Il
fatto è che gran parte della nostra struttura industriale è debole, da
un lato per motivi riconducibili alle imprese stesse, dall’altro,
perché dietro a questa struttura non c’è un sistema-paese capace di
sostenerla.”
“È
quindi necessario avviare una politica industriale che sia capace di
mettere dei paletti rispetto all’azione delle multinazionali.
L’inquinamento ambientale è un costo per qualsiasi paese e anche le
imprese che ne sono causa sono quindi chiamate, giustamente, a pagare
almeno in parte questo costo. Ebbene, credo sia giunta l’ora di dire
che esiste anche un inquinamento sociale. Anche i costi di questo tipo
di inquinamento devono essere sostenuti dalle imprese che lo causano.”
“Quando
il ciclo siderurgico si volgerà, come sempre accade, verso il basso
avremo bisogno di discutere attorno a un tavolo. Ma questo tavolo va
costruito oggi. Il Governo deve fare la sua parte per metterlo in piedi
e se non la farà dovremo assumere una specifica iniziativa di lotta.”
“Infine,
per quanto riguarda la trattativa con
la ThyssenKrupp
che si riapre stasera a Terni sappiamo che sarà sicuramente complicata
e difficile. Noi torniamo a negoziare con l’intenzione di trovare un
accordo ma anche con l’animo di chi non è disposto ad accettare
un’intesa qualsiasi.”
Terni, 25 febbraio 2005
il
volantino da stampare |