Comunicato delle RSU Lucchini Piombino

 

La RSU Lucchini, è preoccupata per due aspetti, 1) dell’accordo siglato che ci salva dal fallimento ma rischia di aprire scenari finanziari pericolosi, 2) delle voci che circolano su quei pochi acquirenti che potrebbero essere interessati all’acquisto, ma con vedute di risparmio e quindi con progetti industriali destinati alla trasformazione del secondo sito siderurgico italiano da ciclo integrale a ciclo elettrico, che porterebbero conseguenze devastanti sia sull’occupazione, che sul comprensorio e sull’impatto ambientale; vedendo la nostra fabbrica andare in malora a causa delle irrisorie manutenzioni avanzate per cercare di non far implodere gli impianti, ma anche delle difficoltà che si stanno attraversando per il costo delle materie prime e per mancanza di liquidità, che portano ad un irrisorio aumento di produzione acciaio. La RSU Lucchini per questo, intende lanciare un grido di allarme, affinché tutti siano a conoscenza delle opportunità che il nostro stabilimento può continuare ad avere, rimanendo a ciclo integrale e con la conseguente possibile nascita di sinergie che potrebbero far vivere tutte le fabbriche siderurgiche piombinesi ed il loro indotto, pur sapendo che servono investimenti per una siderurgia pulita, con innovazioni tecnologiche e nuovi fonti energetiche.

Dalla riunione della Rsu Lucchini è emerso l’invito alle Segreterie Provinciali di Fim/Fiom/Uilm di lavorare insieme a delle iniziative che evidenzino la necessità di far percepire ai dipendenti diretti, a quelli delle imprese interne ed esterne, alla comunità del comprensorio, alle Istituzioni tutte ed a tutta la politica, che sta diventando sempre più urgente allargare i confini di ricerca di un nuovo soggetto che sia interessato allo stabilimento di Piombino, che è in grado di produrre oltre 2 milioni di tonnellate di acciaio annue, di qualità, attraverso il suo ciclo integrale, con la conseguente occupazione, che ad oggi conta oltre 5000 stipendi.

Non è pensabile che si debbano aspettare gli ipotetici prossimi 18 mesi per la vendita delle fabbriche francesi di Ascometal e stare con le mani in mano.

Per queste nostre preoccupazioni, chiediamo a gran voce che le Segreterie provinciali di Fim/Fiom/Uilm, si facciano carico insieme a noi, di individuare un percorso, che porti alla maggior informazione possibile, sia a livello territoriale, ma anche a livello regionale e nazionale, delle potenzialità che la nostra fabbrica detiene, come maestranze e professionalità, per rimanere sui mercati del mondo, attraverso prodotti ad alto valore aggiunto.

La RSU Lucchini ha intenzione di mantenere un dibattito aperto con tutti i soggetti ed intende continuare a confrontarsi con l’Azienda e i lavoratori ma è pronta a mettere in campo le iniziative necessarie per la difesa della fabbrica, per noi e per le nuove generazioni e chiede alle Segreterie di avviare le iniziative.

RSU Lucchini Piombino

28 febbraio 2011